martedì 18 agosto 2020

"Come un respiro" Ferzan Ozpetek (2020)




LA TRAMA:
E'una domenica mattina di fine Giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio, due coppie di amici.
Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti, quando una sconosciuta si presenta alla loro porta.
Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica.
Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa.
Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sè, conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto.
E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto.
Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre.
Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità, trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni '60, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo.
Chi è davvero Elsa Corti?
Come mai, tanti anni prima, ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, a cui era così legata?
Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite, una volta evocate, riprendono a divampare,costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.
Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro.





IL MIO GIUDIZIO:

Chi mi conosce sa quanta ammirazione io nutra per Ferzan Ozpetek, che reputo uno dei migliori registi di tutti i tempi e che, con la sua delicatezza d'animo, sa creare atmosfere che arrivano dritto al cuore e che te lo scaldano, il cuore, talvolta anche senza bisogno di far proferire parola ai protagonisti (su tutte, cito la scena dell'obitorio in "Saturno contro").
"Come un respiro" è il primo libro che leggo di "Ferzan scrittore" il quale, non avevo dubbi, si conferma una certezza di qualità anche in questo campo.

Elsa, avvenente e benestante signora di 75 anni, sul finire degli anni '60, poco più che ventenne, era scappata di soppiatto da Roma, nottetempo, a causa di un drammatico quanto misterioso evento che aveva coinvolto anche sua sorella Adele con cui, sin da bambina, aveva un rapporto simbiotico e con cui ha stipulato un patto indissolubile.
Salita d'istinto sull'Orient Express, si era poi stabilita a Istanbul, dove, grazie a un amico romano residente in quella città, era stata introdotta nel giro del jet set locale e, presto, da timida e insicura quale era, si era ritrovata a diventare una donna scaltra,audace e disinibita.
Aveva preso in gestione un hamam (un bagno turco), talvolta concedendosi anche fisicamente ai suoi clienti, ed ha trascorso un'esistenza libera, agiata e anticonformista.

E' proprio fra i clienti di questo hamam che, Ferzan, si è divertito a fare una "comparsata", una sorta di cameo alla Hitchcock: Orhan, il giovane nato e cresciuto ad Istanbul che si è trasferito a Roma per diventare regista, altro non è che egli stesso!

Tornando alla narrazione:
Elsa ha iniziato una nuova vita in Turchia ma non si è mai dimenticata della sorella a cui, periodicamente, negli anni, ha scritto delle lettere, raccontandole di sé.
Lettere che non solo Adele non ha letto ma che ha rispedito al mittente.

Adesso (e siamo ai giorni nostri, al Giugno 2019), ormai anziana e malata, rendendosi conto di non avere più tanto tempo a disposizione, scrive nuovamente alla sorella, per informarla che,entro una settimana,rientrerà in Italia e suonerà alla sua porta, per riabbracciarla.

Ma, ad aprire quella porta, qualche giorno più tardi, non è sua sorella: sono Sergio e Giovanna, una coppia di sposi trentenni che stanno per pranzare insieme a due coppie di amici.
Elsa chiede di poter visitare quella che, un tempo, era stata la sua casa e racconta della sorella che non vede da tanto tempo.
I ragazzi realizzano che la sorella è la signora che ha venduto loro la casa e la contattano per farla venire a incontrare Elsa.
Adele,che abita fuori Roma, si mette in viaggio ed Elsa è invitata a restare a pranzo con loro, nell'attesa dell'arrivo della congiunta.
Però, durante il pranzo, Elsa muore improvvisamente (un malore o una scelta volontaria,visto che, poco prima, aveva ingerito una pillola?).
All'arrivo di Adele, il corpo di Elsa è già stato trasferito all'obitorio e allora lei si sente in dovere di raccontare a Sergio e Giovanna e ai loro amici la sua storia, come mai non era più in contatto con sua sorella e, soprattutto, cosa era accaduto di così tragico, quel giorno di mezzo secolo prima.

Questo racconto, avvincente, ricco di suspense e colpi di scena (alcuni prevedibili, altri assolutamente no), lascerà attoniti i lettori ma soprattutto sconquasserà la vita delle 3 coppie di amici.

Questi giovani, che tanto ricordano i protagonisti del film "Perfetti sconosciuti", dietro una facciata di patinata perfezione, nascondono infatti segreti, bugie e più di uno scheletro nell'armadio che, forse per comodità, forse per superficialità o, più probabilmente, per paura di affrontare la realtà, non vogliono o fingono di non vedere.

In un alternarsi fra presente ( l'appartamento di Giovanna e Sergio) e passato (le lettere scritte da Elsa), con le bellezze e la storia di Istanbul, città dall'anima antica ma dallo spirito moderno, sullo sfondo, ritroviamo le magiche e dolci atmosfere tipiche dei film di Ozpetek.
E già, mentre leggevo il libro, mi pregustavo le scene del film (che, mi auguro, il regista voglia girare!), immaginandomi anche da chi potrebbero essere interpretati i vari personaggi.
Senza ombra di dubbio, nel ruolo di Adele, avrei visto alla perfezione Ilaria Occhini (che aveva già interpretato un'altra Adele, ai tempi di "Benvenuti in casa Gori")...peccato solo che questa bravissima attrice ci abbia lasciato giusto un anno fa.

Un romanzo sulla vita che  "scorre come un respiro e dentro ci lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate".

Un romanzo sull'amore, quello indissolubile fra sorelle, che resiste, nonostante tutto, al tempo e alla lontananza, ma anche sull' "amor fou", l'amore folle, quello che ti obnubila la volontà e ti porta a compiere le peggiori pazzie.

Un romanzo che sottolinea, inoltre, l'importanza della causa e dell'effetto ( e, per me che seguo la filosofia buddista, mai tematica può essere più cara!): ogni azione che noi compiamo, ogni parola che pronunciamo (ma, attenzione, anche ogni azione che non compiamo o parola che non pronunciamo!) provoca delle determinate conseguenze che possono irrimediabilmente cambiare e stravolgere il corso della nostra vita.
E, chissà, magari, dopo aver ascoltato la storia di Adele ed Elsa, forse anche Giovanna, Sergio e i loro amici apriranno gli occhi, squarceranno il velo di Maya e rimetteranno in discussione tutta la loro vita...quella vita fin'ora all'apparenza perfetta ma, sotto sotto, ricca di ipocrisie.

Il finale è tutto da scrivere, come la nostra vita del resto ma, se devo essere sincera, la frase conclusiva del libro, non l'ho capita.
O meglio, l'azione che Adele compie un attimo prima che cali il sipario, non riesco a collocarla all'interno della storia.
E'come se mi fosse sfuggito un pezzo...ho provato a chiedere ad un'amica che ha letto il libro prima di me e, anche lei, ha avuto la stessa impressione.
Anche se, credo, voglia trattarsi di una sorta di metafora...




IL MIO VOTO:
Libro coinvolgente, misterioso e ricco di colpi di scena che avvince il lettore sin dalle prime pagine, in un alternarsi fra presente e futuro, sullo sfondo di una magica Istanbul.
Un romanzo introspettivo sulla vita, sull'amore e sull'importanza che hanno le nostre scelte (o non scelte) nel determinare il nostro futuro.
Assolutamente consigliato.
E grazie per le belle emozioni che ci regali, Ferzan!

LO SCRITTORE:



Nessun commento: