mercoledì 29 luglio 2020

"Fino al quarto piano" Nicola Ronchi (2020)








LA TRAMA:
Sono le otto del mattino e Tiziana come ogni giorno, si prepara ad accompagnare il figlio a scuola.
Escono di casa, scendono al piano terra.
Tiziana scambia due parole col portiere, mentre Filippo  gioca con l'ascensore.
Gli adulti parlano, il bambino si annoia.
Poi qualcuno chiama l'ascensore.
Filippo è dentro, vede le porte richiudersi e non può fare niente.
Filippo adesso è sparito.

IL MIO GIUDIZIO:
A poco più di un anno dalla pubblicazione di "Disegni", Nicola torna rinfrescarci l'estate grazie ai brividi che proveremo leggendo il suo ultimo romanzo, come sempre un thriller psicologico,"Fino al quarto piano".

Ambientato nell'ipotetica città di Asteria, che già aveva dato i natali al buon Roberto Ventura de "La strada della follia" (altro personaggio mica da ridere!), la narrazione si svolge, fatto salvo per alcuni flashback, all'interno di un palazzo borghese e signorile, denominato Nevada Resort.

L'evento da cui scaturisce il plot narrativo è tutto sommato banale: 
una madre che sta uscendo di casa con suo figlio, per accompagnarlo a scuola, si ferma un attimo in portineria per scambiare due chiacchiere con il portiere.
Il bambino, annoiato dai discorsi degli adulti, gioca ad entrare e uscire dall'ascensore fino a quando, mentre vi si trova all'interno, l'ascensore viene chiamato da qualcuno ai piani superiori, le porte si chiudono e l'ascensore inizia a salire con il ragazzino dentro.
Poco male, si può pensare: com'è salito, riscende.
Ma al Nevada Resort (e in tutti i romanzi di Nicola), niente è come sembra!
E, in quell'ascensore, il piccolo, che si chiama Filippo e ha 10 anni, potrebbe iniziare una salita, o forse è meglio dire una discesa, agli inferi.

Per questo la madre, seguita come un segugio dal portiere, inizia a percorrere affannosamente quelle 4 rampe di scale (tante quanti sono i piani dell'edificio) che, passo dopo passo, sembrano diventare kilometri e che, attimo dopo attimo, si riempiono di nefasti presagi, portando la tensione alle stelle.

Ed ecco che la narrazione si trasforma in una sorta di viaggio nella psiche degli  abitanti del palazzo, su ognuno dei quali si potrebbe scrivere un romanzo a sè stante.
A partire da Tiziana, la madre di Filippo, che vive al Nevada Resort da circa un anno, ovvero da quando il suo (ormai ex) marito Paolo l'ha sbattuta, di punto in bianco e senza un apparente motivo, fuori dalla casa coniugale, insieme al bambino.
Donna bellissima e benestante, più vicina ai 50 che ai 40, titolare di una delle più rinomate boutique del luogo, ha in realtà una personalità alquanto problematica e disturbata: 
fa uso ed abuso di troppi farmaci, soffre di ansia e di manie di persecuzione che l'hanno portata sull'orlo della depressione e l'hanno anche spinta,in passato, a compiere gesti autolesionistici.
Astiosa, cattiva e vendicativa, cova dentro di sé una grande rabbia e un odio profondo verso il resto dell'umanità, dovuto anche a un forte egocentrismo e a una totale mancanza di empatia nei confronti del prossimo.

Ma anche i suoi vicini di casa, incluso il portiere Giovanni, non sono da meno.
Ogni famiglia del Nevada, all'apparenza perfetta come si richiede a chi abiti un luogo così rinomato, ha diversi scheletri nell'armadio da nascondere dietro a una facciata di distinto perbenismo, un po' come un sepolcro situato in un cimitero monumentale, maestoso al suo esterno ma che, di fatto, dentro di sé contiene un putrido cadavere: perversioni, fissazioni, manie,idiosincrasie, disagi fisici e psicologici più o meno evidenti ma anche lutti, perdite e mancanze.
Ogni volta che Tiziana suona al campanello di un piano,la porta si apre non solo su un appartamento ma soprattutto su un vissuto personale che, come dicevo prima, potrebbe dare il via ad un'altra appendice del romanzo, e ogni vicino,a suo modo, potrebbe avere un'intrinseca motivazione per aver rapito Filippo.

Su tutti gli abitanti vorrei però soffermarmi in particolare su Andrea Rossi (nome quanto mai comune!), che vive al Resort con la moglie Antonella e i figli Valentina e Giulio e altri non è che l'alter ego dello stesso Nicola.
Chi conosce l'autore non stenterà a "stanarlo" sin dalle prime righe di presentazione: 
stessa situazione familiare, stesso lavoro,stessi hobbies,stesse passioni, stessa personalità (e, fortunatamente, è una delle personalità più "normali" dell'abitato).
Un po' come il suo amico e collega Mirko Tondi, anche Nicola, ha voluto, per una volta, fare un cameo in una sua stessa opera.

Per quanto riguarda il finale, invece, a differenza degli altri romanzi dello scrittore, devo ammettere che questo è un po' sottotono, anche se sicuramente molto originale e soprattutto lascia aperte le porte a un probabile seguito.
Però, visto che i libri di Nicola sono tutti, per sua scelta, autoconclusivi, starà al lettore stesso, immaginarsi il proseguo che più gli aggrada!

IL MIO VOTO:
Un thriller psicologico coinvolgente e ben scritto che ci farà rabbrividire in questa calda estate.
Consigliato! (Come tutti i romanzi di Nicola, del resto!)

LO SCRITTORE:






lunedì 27 luglio 2020

La settimana dell'autore: bibliografia di Claudio D'Amico





                                             BIBLIOGRAFIA




Titolo:
"Sarò la tua tregua"  edizioni Bookabook, 2018

Sinossi:
Francesco, giovane giornalista lucano trasferitosi a Roma, dopo una serie di rapporti sbagliati, cerca di incastrare i tasselli della sua vita e di stemperare il suo spiccato senso del dramma, vedendo il lato ironico delle cose.
Condivide gioie e dolori quotidiani con Giulia, la sua migliore amica, alle prese anche lei con una relazione tutt'altro che appagante.
I fallimenti sentimentali di entrambi diventano lo spunto per lunghe e divertenti conversazioni in cui i due amici analizzano in modo caustico e tagliente la contorta psicologia maschile.
Le persone che ha frequentato finora e gli insuccessi ai quali è andato incontro, sono un peso inconscio del quale non è facile liberarsi.
Così, quando conosce Davide, un coraggioso vigile del fuoco che lo salva da un incendio, e trova l'amore, Francesco è disorientato, spaventato e non è in grado di apprezzarlo immediatamente.
L'amore senza affanni sembra qualcosa di irreale e non così vero, ma Davide non si dà per vinto.

Una citazione dal libro:
"Il giorno in cui finalmente riuscirai a concedere al tuo cuore una tregua.
Il giorno in cui incontrerai un uomo che delle stranezze del tuo animo non vorrà più solamente approfittarsene, ma ci si accamperà accanto, piantandosi saldo per custodirle e preservarle.
Fregandosene dei giudizi, perchè è così che si cambia il mondo."

La mia recensione:
https://saporedilibri.blogspot.com/2018/02/saro-la-tua-tregua-claudio-damico-2018.html






Titolo:
"Col vento amico"  edizioni Amazon, 2019

Sinossi:
Francesco, giornalista lucano a Roma, e Davide, il vigile del fuoco che lo ha salvato da un incendio in un ristorante, prendono a frequentarsi stabilmente.
Nonostante un inizio piuttosto complicato per via di alcune vicissitudini e sventure di ogni sorta, i due si sono parecchio avvicinati.
Francesco è spesso a casa del quarantenne pompiere, che alcuni mesi prima ha divorziato dalla moglie, scegliendo coraggiosamente di stravolgere la propria vita per assecondare la sua vera natura e vivere alla luce del sole un rapporto omosessuale. 
Tra alti e bassi, i due compiono piccoli, grandi passi che li portano a evolvere e maturare al punto di vista affettivo, sessuale e sentimentale.
Imbarcarsi in una relazione, a quaranta e ventotto anni, può essere un percorso pieno di insidie, ma i due non si scoraggiano.
I difetti dell'altro fanno sorridere, e se pure avvengono incomprensioni, una buona riserva d'ironia aiuta sempre a sdrammatizzare tutto.
In questo clima di intesa e volontà di perseguire gli stessi obiettivi, Davide e Francesco raggiungono insieme tappe importanti della loro vita di coppia.
Il loro viaggio, infatti, è costellato di grosse novità e momenti unici che rimarranno per sempre impressi nei loro ricordi.
Tutto sembra scorrere liscio, fino a quando, come un fulmine a ciel sereno, Francesco non si ritrova preda delle sue antiche paure, del timore dei cambiamenti.
Dov'è finita la resilienza di un tempo?

Una citazione dal libro:
""Ma non preferiresti una donna a me?"
"Ho scelto te,un motivo c'è".
Ha scelto me,con tutti gli annessi e connessi del caso.E continua a scegliere me anche quando la società si mostra ancora troppo omofoba,gretta e ottusa per comprendere."

La mia recensione:
https://saporedilibri.blogspot.com/2020/01/col-vento-amico-claudio-damico-2019.html

La mia videorecensione:
https://youtu.be/LBPC2qc_CpU


La settimana dell'autore: Claudio D'Amico







Nome
Claudio D'Amico

Data di nascita
16 Settembre 1989

Città di nascita
Sapri (Salerno)

Città di residenza
Lauria (Potenza)

Come è nata la tua passione per la scrittura?
La scrittura l'ho sempre praticata, ovunque. 
Anche a scuola scrivevo delle recite, con protagonisti i professori del mio liceo, per cui mi divertivo ad inventare i ruoli. 
Di recente, però, è nato tutto con il blog, nel 2016, e con i miei post in stile "poema epico" su Facebook, social che utilizzo un po' come diario quotidiano.

Un autore che è un po' il tuo mentore,il tuo maestro?
Vorrei citarne tre: Stefano Benni, Selvaggia Lucarelli e Giorgio Faletti. Per me loro restano i modelli di bella scrittura, combinata ad un'ironia raffinata, specie nei primi due. Possiedono l'arte del far ridere fino alle lacrime solo con la parola scritta.

Primo libro letto
Il libro "Cuore" di Edmondo De Amicis

Scrittore preferito
I tre di cui sopra.

Libro preferito
Se dicessi tutti i libri di Benni e della Lucarelli, sarei ripetitivo. Quindi, l'Iliade!

Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
Risposta scontata: Troy.

Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?
Consiglio di far leggere ciò che si scrive a persone di un certo livello, che stimiamo, di cui ci fidiamo e "cattive". I nostri amici stretti e i familiari non saranno mai così "cattivi" come invece occorre, ci diranno sempre che siamo bravi, o comunque non sarà mai la verità cristallina. 
La scrittura, a mio avviso, richiede talento. E credo vi siano velleità che vanno fermate sul nascere se il talento non c'è. 
Riterrei più cattivo raccontare bugie. Ovviamente, come per ogni talento, ci si può e ci si deve lavorare, studiare. 
Ci sono tutta una serie di regole che vanno rispettate, di strumenti e accorgimenti, che però fanno la differenza lì dove c'è già un'attitudine evidente.

Cosa significa per te leggere
Durante la mia adolescenza bucolica, in campagna, leggere fu la sopravvivenza. 
Giocavo in giardino e leggevo: tra gli undici e i diciassette anni divorai tutto quello che reperivo nella libreria di casa mia. 
Oggi, invece, leggere significa rimettermi a posto col mondo. 
Dopo una giornata di lavoro o anche una giornata di totale cazzeggio, è una sorta di catarsi, che siano dieci pagine di libro o dieci pagine di articoli di giornale sull'edizione digitale del Fatto Quotidiano.

Cosa significa per te scrivere
Tradurre in forma scritta i miei due "registri", che sono gli stessi sia nella vita di tutti i giorni che nella scrittura: quello comico e quello profondo. 
Mi diletto molto a scrivere pezzi divertenti, ma in realtà quando c'è da fare un pippone sentimentale, mi diletto altrettanto. 
In sostanza, scrivere per me significa ridere di ciò che mi è accaduto. 
Sdrammatizzare. Ridimensionare. Alleggerire tutto col sorriso, anche se poi nei miei libri si percepisce sempre quanto sia stato doloroso.

Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Come dicevo, è stata una scelta "forzata": non amavo molto giocare con gli altri ragazzini, per cui fu la soluzione più utile e bella per trascorrere le mie giornate estive quando non andavo al mare.

Da bambino sognavo di diventare...
Un medico di base.

Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura?
Mi dimentico di bere.

Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
E' una famiglia: Ettore, Andromaca e Astianatte.

Quanti libri leggi all'anno?
Da qualche anno, per via del lavoro, sono un pessimo lettore. 
In linea di massima tre. Però leggo i quotidiani tutti i giorni!

Cartaceo o digitale?
Libri cartacei. Quotidiani digitali.

Dove preferisci leggere?
Alla scrivania, con tanto di leggio.

Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Dal desiderio di elaborare alcune esperienze faticose e complicate che mi erano capitate negli ultimi anni. E, banalmente, da un fuoco sacro che mi arde dentro per la scrittura.

Scrivi a penna o sul computer ?
A penna. 
Vincenzo Cerami diceva che scrivere è "falegnameria". 
Chiunque scriva, rilegge, aggiusta, toglie, leva, mette: è un lavoro quasi artigianale, che a me riesce meglio a penna. Non so dirti il perchè.

Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
Gesto scaramantico proprio no, però mi isolo dal mondo. 
Scrivere è una scelta "romantica", richiede disciplina. Sai che per otto/nove ore al giorno ti dedicherai solo alla tua creatura.

Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
Scrivo con un sottofondo musicale, ma rileggo in silenzio. 
Scrivere, a mio avviso, è anche un fatto di orecchio, di musicalità: quando mi rileggo devo sentire un ritmo, una musica nelle mie parole.

Il libro che non avresti mai voluto leggere
Non c'è perchè non l'ho letto. Ho interrotto subito moltissimi libri.

Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?
Nei miei romanzi non c'è la storia della mia vita, ma del mio approccio emotivo alla vita. 
Di conseguenza molti dei personaggi di "Sarò la tua tregua" e "Col vento amico" hanno la mia personalità, la mia lettura delle cose, i miei difetti, il mio sguardo sul mondo.

Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Per forza di cose è Francesco. Inutile negare che come me è un ragazzo sui trenta, col mio identico senso del dramma: drammatizza la vita, per poi ribaltare tutto e vedere il lato ironico delle cose. 
La vita di Francesco, però, va in un'altra direzione, e a lui accadranno cose che a me, purtroppo o per fortuna, non sono mai accadute.

Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
Sono un insegnante precario dal marzo 2015. E un sognatore.

domenica 19 luglio 2020

La settimana dell'autore: bibliografia di Raimondo Preti















BIBLIOGRAFIA 





Titolo:
"Skianto" edizioni Vertigo, 2014

Sinossi:
"Skianto" è un romanzo vibrante, un susseguirsi non di semplici frasi, ma di pensieri inconsci, quelli che nessuno confesserebbe mai, se potesse neanche a se stesso.
E'una storia vista da diversi punti di vista e da persone che sono tutte collegate a loro insaputa da un tragico evento passato.
"Skianto" è la rappresentazione di vite bruciate, esistenze alla deriva perchè non si è stati capaci di cogliere il momento o vivere appieno l'opportunità offerta.
E'il caso, o il destino, la voglia di riscatto, di amare, di sentirsi vivo: è la decisione giusta, ma anche quella sbagliata. E'la vita, dalla sua prospettiva più intensa.












Titolo:
"Sparsi in giro"  edizioni Leonida, 2017

Sinossi:
E'una raccolta di brevi flash quotidiani, il cui filo conduttore è dato dal rapporto fra i protagonisti e la casualità degli eventi, spesso travolgente e senza esito, quasi in sospensione.
Le narrazioni si sviluppano fra sogno e realtà, incubo e illusione, a volte in maniera ironica, altre cupa, altre gioiosa o triste, spesso surreale.
E'una lettura veloce, sognante ma con forti impulsi reali, senza genere e senza identità.









Titolo:
"Tutti giù per terra"  edizioni Porto Seguro, 2019

Sinossi:
Un vero e proprio Zibaldone moderno, semiserio, scanzonato, arguto, su una grandissima varietà di argomenti.
In questi brevi scritti predomina l'ironia anche nella trattazione di tematiche serie e non mancano gli spunti di riflessione sul mondo di oggi e quello dei nostri padri.
L'autore procede per un girotondo di citazioni colte e popolari, in uno stile scorrevole, rivelando vizi e virtù della passata e della presente generazione.
Tutti giù per terra siamo noi.

Una citazione dal libro:
"Gente strana, i pratesi, costretti dal fracasso dei telai a "bociare" cose che gli altri "biascicano".
Gente che pensa senza padroni, che la fabbrica è d'altri ma è un pò anche sua.
Gente che col sacrificio soffia il naso d'inverno e si sventaglia d'estate.
Gente che non si nasconde, che bestemmia in faccia, ma poi tende la mano nel momento del bisogno.
Gente così orgogliosa che "prima o poi fa una carda" a chi "un posa i'sasso".
Gente che è "toscana allo stato di grazia", come diceva Malaparte.
Talmente opportunisti che "guelfo non son, nè ghibellin m'appello: chi mi dà da mangiar, tengo per quello".

La mia recensione:
https://saporedilibri.blogspot.com/2020/02/tutti-giu-per-terra-raimondo-preti-2019.html

La mia videorecensione:
https://youtu.be/k5gEIOkH1o8










La settimana dell'autore: Raimondo Preti













Nome
Raimondo Preti

Data di nascita
23 Febbraio 1974

Città di nascita
Prato

Città di residenza
Empoli

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Quando ero piccolo inventavo storie con tutto quello che mi capitava sottomano.
Mi divertiva. Mi appassionava. Avevo già capito che ci si salva dalla vita solo con la fantasia e l'ironia.

Un autore che è un po' il tuo mentore, il tuo maestro?
Sicuramente i "Racconti" di Dino Buzzati mi hanno sconvolto.

Primo libro letto
Non ricordo il titolo ma era un libro sugli animali australiani.

Scrittore preferito
Dino Buzzati

Libro preferito
"Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati

Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
Tutti quelli tratti dai libri di Stephen King

Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?
Di non fare gli scrittori.
Considerata la passione, l'impegno e la sofferenza necessaria per scrivere un libro, credo che ci siano forme più divertenti per esprimere il proprio ego.

Cosa significa per te leggere?
Evadere


Cosa significa per te scrivere?
Irridere la realtà

Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Nessuno, A casa mia erano molto pratici: "Con la scrittura e la lettura non si fa la spesa!"

Da bambino sognavo di diventare...
Scrittore

Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura?
Tengo il sigaro spento in bocca come se fosse un ciucciotto

Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
Nessuno. Mi porto nel cuore il "sentimento"di tutti.

Quanti libri leggi all'anno?
Ne comincio un'infinità ma ne porto a termine quattro o cinque l'anno.

Cartaceo o digitale?
Solo cartaceo.

Dove preferisci leggere?
Ovunque

Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Ho avuto più fasi:
"Il vento e la foglia cadente" era una raccolta di poesie.
"Skianto" era molto legato al sociale: si parla di politica, di amore, di bene e male.
Con "Sparsi in giro" ho cominciato a raccontare storie surreali e ironiche.
"Tutti giù per terra" è un diario scherzoso.
Adesso scrivo solo cose che mi facciano ridere.
Nel 2016 mi sono dedicato alla poesia: ho anche vinto alcuni concorsi. Ma solo perchè non le capiva nessuno!
Come si può capire, devo cambiare spesso genere per sentirmi intellettualmente stimolato.
E forse non solo intellettualmente...

Scrivi a penna o sul computer?
Computer. Spesso però mi vengono idee o frasi quando sono in macchina. Le scrivo a penna mentre sto guidando.

Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
Nessuno. O forse sì, uno: apro FB, leggo qualche post. Mi dà la giusta incazzatura per sfogarmi con la scrittura.

Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
Silenzio assoluto. Ne parlo anche in "Tutti giù per terra".

Il libro che non avresti mai voluto leggere
Infiniti

Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?
Il pungolante desiderio di "altro".

Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Nessuno. Li detesto tutti. Per loro ho sofferto talmente tanto che mi disgusta pure pensarci.
Credo, infatti, di non aver mai riletto i miei libri. E quando devo farlo alle presentazioni, dico che sono dislessico e che non so leggere.


Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
Mi occupo di commerciale.







lunedì 13 luglio 2020

La settimana dell'autore: bibliografia di Saimo Tedino





                      BIBLIOGRAFIA
                      












Titolo:
"Fuggirò con le scarpe e la sposa (prima o poi)"  edizioni Aliberti, 2016

Sinossi:
Saimo, giovane laureato in un'Italia che ha da poco superato i duemila anni dopo Cristo, si ritrova a crescere nella faticosa ricerca di esprimere se stesso.
In conflitto perenne con un mondo del lavoro tutt'altro che ben disposto nei suoi confronti e una serie di amore impossibili, è il passato ad avere le sembianze della svolta.
Una ex fidanzata gli chiede di incontrarsi per invitarlo al proprio matrimonio; ma quando lui le chiede se sia convinta della scelta, le incertezze sul volto della donna lo autorizzano a osare:
"Fuggi via con me", le dice, ma lei non può, ormai è tardi per tornare indietro.
"Fuggirò con le scarpe e la sposa" è una storia scritta in prima persona singolare, con un registro informale, agrodolce, talvolta amaro e disilluso, ma sovente ironico.
E'temporalmente frammentato, non lineare, con un protagonista che è un antieroe 2.0, impegnato a frugare nelle proprie memorie per ripercorrere alcuni dei nodi più taglienti della propria vita.
Una lotta sorridente contro un destino che sembra volerlo salvo ma sconfitto.






Titolo:
"Cani soli di mezza taglia"  edizioni Bookabook, 2018

Sinossi:
Una malattia degenerativa agli occhi di un aspirante scrittore.
La conseguente depressione del suddetto scrittore e la madre depressa dello scrittore depresso che gli regala un cucciolo di cane per ciechi.
Ma Kurt Cobain, così si chiama il pastore australiano, è una creatura particolare:
un cane parlante, profondo conoscitore del grunge e del cinema indipendente americano.
Tra il potenziale cieco, Elias, e la potenziale guida si instaura fin da subito un rapporto simbiotico.
Così, mentre la patologia appare stabile, i due cercano di sfondare nel mondo dell'editoria e del cinema...

Una citazione dal libro:
Intanto,all'"Isola dei Famosi" i naufraghi litigano perchè qualcuno ha mangiato una noce di cocco che apparteneva a tutto il gruppo.
Ma gli unici veri naufraghi ora siamo noi.
E affogheremo nella solitudine e nell'amarezza ognuno sulla propria isoletta di merda.

La mia recensione:
https://saporedilibri.blogspot.com/2018/05/cani-soli-di-mezza-taglia-saimo-tedino.html

La mia videorecensione:

https://youtu.be/MuHWFq7lIrY









La settimana dell'autore: Saimo Tedino





Nome
Saimo Tedino

Data di nascita
3 Dicembre 1980

Città di nascita
Firenze ma potrei essere nato ovunque, non abbiamo notizie attendibili in proposito.

Città di residenza
Firenze, purtroppo.

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Volevo fare il regista e quindi ho iniziato a studiare sceneggiatura, e da lì il passo è stato breve.

Un autore che è un po' il tuo mentore, il tuo maestro?
Il vecchio Bukowski, certamente.

Primo libro letto
Non saprei assolutamente dirlo, forse dei fantasy della serie della spada di Shannara, ma non ne sono certo.

Scrittore preferito
Non ne ho uno, non costantemente almeno, sono però molto influenzato da Foster Wallace.


Libro preferito
"Colla" di Irvine Welsh, "Compagno di sbronze" di Charles Bukowski e "L'pera struggente di un formidabile genio" di Dave Eggers

Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
"Fight Club", certamente, ma anche "La 25° ora", libro decente e film straordinario.

Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?
Di studiare prima molto il mestiere.
C'è un lavoro dietro enorme, che non si risolve solo nel “sono sensibile e leggo tanto”. 
Un libro è un film dove lo sceneggiatore, il regista, gli attori, le comparse, il costumista, lo scenografo, il catering, la colonna sonora ed il produttore confluiscono in una sola persona: il tizio che scrive.


Cosa significa per te leggere?
Viaggiare e costantemente preparare la valigia per il volo successivo.

Cosa significa per te scrivere?
Non viaggiare da solo ma essere la guida più capace e avventurosa ed emozionante che i miei compagni di viaggio possano trovare.

Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Nessuno in particolare, non provengo da famiglia di lettori.

Da bambino sognavo di diventare...
Archeologo con cappello e frusta alla Indiana Jones.


Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura?
Un sacco di birra.

Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
Agassi di Open.

Quanti libri leggi all'anno?
Sei, circa.

Cartaceo o digitale?
Carta, tendenzialmente.

Dove preferisci leggere?
A letto

Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Dalla mia vita. 
La matrice bio è molto influente in me, forse troppo, sto però lavorando per portare anche altro ed altri dentro le mie opere.

Scrivi a penna o sul computer?
Computer.
A penna solo appunti sull'agenda o su foglietti che vengono smarriti automaticamente.

Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
No, dovrei averne però forse. Suggerimenti???

Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
Musica sempre, per me è essenziale, mi accompagna in tutto il flusso creativo e di lavoro e mi condiziona come fa in tutte le mie giornate.

Il libro che non avresti mai voluto leggere
Tanti libri italiani, che mi infastidiscono per quanto sono mediocri. Quasi tutti. 
Gli anglosassoni sanno sfornare la spazzatura impacchettandola con tanto mestiere.
Qua, no, si ripartiscono tra scrittori vaginocentrici, Nuovi-Manzoni, e soggettisti per le serie Rai con giallini e Timi.

Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?
Troppo purtroppo, ma cambierò. è l’ultima volta che faccio cose come questa... ho deciso, scelgo la vita, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo.

Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Credo Mark Renton di Trainspotting ma sono molto legato anche a David e David  di "Come diventare se stessi"di David Lipsky.

Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
Macchè, sono uno sbirro. Ma l'affitto, le bollette, la benzina, la birra, i pub, i cani, i regali, l'assicurazione, le visite mediche non consentono licenze poetiche.