giovedì 14 febbraio 2019

Frasi dal libro "Matrigna" di Teresa Ciabatti

Provate a immaginare di cancellare un giorno particolare della vostra vita e pensate come sarebbe stato differente il suo corso.

Del resto,che vita è senza amore?
Ho scritto Davide sul muro di camera.
Sulla sabbia.
Sulla neve,quando nevicò.
E a casa,sul mandorlo.
Ho intagliato le nostre iniziali.
Eppure se qualcuno dovesse cercare quelle iniziali sul tronco,non le troverebbe.
Come non le troverebbe scritte su muri,sabbia e neve.
Ognuno di noi ha una successione di vite non vissute.
E la mia era romantica come un film.
Un'altra era un horror:in una cantina buia a tapparmi le orecchie,pareti che tremano,case che crollano.

Guardandomi da fuori,chi avrebbe indovinato il mio guasto?

Io ti stringo forte,fortissimo.
Che tu non possa sparire mai più.
Quanta tenerezza sprecata,là sotto.

Nel sentire di rapporti travagliati,litigi,minacce,lacrime,addii e ricongiunzioni,pensavo:poveretti.
Credevo fermamente che l'amore fosse quiete.

Avevo imparato che per tutte le lacrime e le richieste d'aiuto,ti ritrovi comunque sola a tapparti le orecchie in una cantina buia,fuori il terremoto.

Condanna e salvezza avvengono in anticipo.
Se solo qualcuno sapesse riconoscerne i segni.

Era una donna innamorata che,intravedendo la possibilità di futuro,si era voluta liberare del passato.

Ma la cosa mi riguardava?
O non era forse giusto che ognuno scegliesse il proprio destino e il proprio finale?

Come siamo fatti.
Belli,brutti,grassi,magri,mori,biondi,biondissimi,ossa.
Poi polvere.
Saremo polvere e ci mischieremo alla terra.

Cos'è la giovinezza quando non ce l'hai più?
Un applauso in lontananza.

Conoscevo la deriva che potevano prendere insieme,a fronteggiarci tra rivendicazioni e biasimi.

Nato,cresciuto,vissuto.
Oppure:nato,cresciuto,morto.
Questione d'istanti.
Trovarsi su un tratto di strada a un'ora,un minuto.

Non cadere nell'errore di attribuire meriti al primo che passa.

La quieta è il vero bene.

Siediti su questa sedia.
Siediti a goderti lo spettacolo di te stessa da fuori.
Alla finestra della cucina lo spicchio di cielo di una stagione qualsiasi.
La voce di Davide.
Respira.
E rimani a guardare da qui.

Siamo fatti di desideri, non di ciò che abbiamo ottenuto.

Appoggiati.
Abbandonati.
Ci sono momenti in cui devi permettere agli altri di proteggerti.
Non puoi fare sempre da sola.
Non sei invincibile.

46 coltellate non sono un raptus.
Sono piuttosto lo sfogo di un risentimento covato da tempo.
Chi dà 46 coltellate non può essere uno sconosciuto.
E' uno di famiglia.

Donna ordinata in superficie,barbona nel profondo.

Solo ora capivo quanto fosse sconosciuto ciò che è famigliare.
Quanto stranamente opaco ciò che abbiamo visto mille volte.
E quanto inconsolabile la perdita.

A me capitava che a tornarmi alla mente non fossero gli eventi importanti,piuttosto piccoli istanti qualunque che persone normali mai avrebbero ricordato.
Scene che in un film o in un romanzo sarebbero state tagliate.

In questo mondo ingiusto,quanta ingiustizia!

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Verrà la vita,e che vita!

Rimpiangevo la primavera in cui fiorivano le peonie e al piccolo veniva detto che fiorivano per lui.
Lo rimpiangevo per le volte che avevo desiderato fiorissero per me,anche per me,solo per me,tutti i fiori del giardino.

Immaginavo la morte della mamma.
La mamma accoltellata da un drogato.
E quel drogato sono io.
Cocaina,metanfetamina.
Più alcool.
Più Xanax.
Vomitare.
Dormire.
Eroina (due volte,solo due,lo giuro!).
Dormire.
Luce abbagliante nel cielo.
Dormire.
Dormire.
Vomitare.
Bere.
Mangiare.
Non mangiare.
Svegliarsi in un prato sul fiume senza sapere in quale giorno di quale anno,sera o mattina?
Storia scritta.
Destino segnato.
Avevate ragione voi:non potevo uscire indenne dal passato.
Mi sono persa.
Mi hai visto da qualche parte?

Se l'anima potesse abbandonare il corpo.
Se l'anima conducesse una vita indipendente,adesso,in questa oscurità,saremmo in tanti.


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