giovedì 14 febbraio 2019

"Matrigna" Teresa Ciabatti (2008)



LA TRAMA:
Andrea è un bambino speciale: capelli biondi, occhi azzurri, tutta la dolcezza del mondo.
Noemi è una bambina ordinaria: capelli castani, occhi marroni, un fisico sgraziato.
Ma cosa succede quando il bambino speciale sparisce, durante la festa di Carnevale?
Uno sconosciuto, una ladra di figli altrui, un trafficante, un parente stretto, strettissimo?
E la sorella, non avrebbe dovuto tenerlo per mano?
Domande che, a nove anni puoi solo rimuovere, ma che ti restano dentro nonostante la fuga in città, l'università, gli amici, il fidanzato, il lavoro.
Nonostante una vita normale.
E quel passato troppo prossimo può tornare tutto insieme, all'improvviso, basta una telefonata.
Noemi da Roma è richiamata al paese, là dove tutto è cominciato e dove tutto è finito.
Ma al posto della madre sconfitta e ingrigita che si aspetta, trova una donna frivola e bionda che insieme a un giovane amico esce la sera, frequenta locali, pianifica viaggi e cambi di casa.
Chi è Luca e cosa lo lega a un'indagine archiviata, a un bambino mai ritrovato?





IL MIO GIUDIZIO:
Nonostante le pessime recensioni, ho iniziato a leggere questo libro piena di entusiasmo,
memore di quanto mi fosse piaciuta la precedente opera della scrittrice, "La più amata".
E, se l'inizio era abbastanza promettente, via via che andavo avanti con i capitoli, 
aumentava in me il senso di smarrimento e il non capire dove si volesse andare a parare.

Innanzi tutto l'autrice ha uno stile tutto particolare e non utilizza mai il discorso diretto, nè le virgolette, per cui è davvero difficile districarsi fra narrazione e dialoghi ma, soprattutto, 
non è chiaro dove termini il racconto e comincino i pensieri e dove finiscano i pensieri e riprenda il racconto.
Mi rendo conto che sia una cosa voluta, ma certamente non facilita la lettura nè la comprensione del testo.

Un testo, oltrettutto, già di per sè complesso, frastagliato, molto onirico da cui trapelano il dolore, l'amarezza e il senso di vuoto che, a causa di un suo trascorso personalefanno parte del carattere della Ciabatti.

Sempre diretta da risultare spietata e politicamente scorretta, ci racconta una storia che un pò rievoca quella di Mattia e Michela ne "La solitudine dei numeri primi": 
durante una festa di Carnevale, a Noemi, 9 anni, sfugge di mano il fratellino Andrea, 6 anni, che si perde tra la folla e non verrà mai più ritrovato, 
sconvolegendo così l'equilibrio già instabile della famiglia ma, soprattutto, l'equilibrio, già instabile, della mente della madre.

La madre, Carla, una donna con evidenti, per quanto volutamente tenuti nascosti, problemi psichici (Istrionismo? Narcisismo? Schizofrenia?) che si aggraveranno in maniera esponenziale negli anni successivi alla perdita del figlio.

E Noemi che, bambina nè bella nè brutta, nè brava nè cattiva, si trovava già a dover combattere con la gelosia e il senso di inferiorità nei confronti di quel fratellino bello, biondo, occhi azzurri, un puttino!, che qualche anno prima era arrivato a portarle via il posto di figlia unica e che adesso la rende anche colpevole di averlo smarrito, non tenendogli stretta stretta la mano, come le era stato detto di fare.
Ma Noemi è forte e, nonostante tutti pensino il contrario, riesce ad uscire indenne da questa tempesta, diventando un'adulta in carriera, indipendente e autonoma.
Una donna anaffettiva, certo (del resto quella triste videnda qualche strascico doveva pur lasciarlo ,no?) ma che sa, vuole e deve bastare solo a se stessa.

Sarà però l'arrivo di Luca nella vita della madre ormai anziana e vedova (Amico? Amante? Un truffatore che si vuole impossessare dei risparmi una povera vecchia?) a far saltare nuovamente gli argini di un fiume che, da tempo e in silenzio, voleva esondare.

E a svelarci una sconvolgente verità.




IL MIO VOTO:
Una trama che poteva essere davvero interessante ma è stata sviluppata in maniera troppo caotica,
lasciandomi in bocca un retrogusto amaro, un grosso punto interrogativo in testa e molta ansia addosso.
Mi dispiace ma non mi ha convinta.

LA SCRITTRICE:



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