giovedì 21 febbraio 2019

"La leggenda del ragazzo che credeva nel mare" Salvatore Basile (2018)



LA TRAMA:
Quando si tuffa, Marco si sente libero.
Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi fra una famiglia affidataria e l'altra.
Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non sa nulla, non fosse che per quella voglia a forma di stella marina che forse ha ereditato da loro.
Ma ora Marco ha paura del mare.
Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a una spalla e vede il suo sogno svanire.
Perchè ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra.
Perchè anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita.
Eppure c'è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo.
E'Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto.
Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo.
Per questo Marco accetta di andare con lei nel paesino dove è nata per guarire grazie al calore della sabbia e alla luce del sole.
Un piccolo paesino sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettata dalla pesca per le vie che profumano di salsedine.
Quello che Marco non sa è il vero motivo per cui Lara lo ha portato proprio lì.
Perchè ci sono segreti che non possono più essere nascosti.
Perchè per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente.
Solo allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perchè forse a tremare sarà solo il suo cuore, pronto davvero a volare.





IL MIO GIUDIZIO:
Marco, diciottenne orfano che si mantiene pulendo i bagni di una piscina, 
dopo un tuffo amatoriale mal riuscito, si sveglia in un letto d'ospedale con un il braccio e la mano sinistra momentaneamente paralizzati, a causa del colpo subito.
Lara, la fisioterapista che si occupa della sua riabilitazione, 
notando sulla sua spalla una voglia a forma di stella marina, riconosce in lui Angelo, 
il figlio del suo vicino di casa (uomo di cui è, da sempre, segretamente innamorata) a cui aveva fatto da levatrice, assistendo, nel contempo, alla morte della madre del piccolo, 
per sopraggiunte complicazioni del parto.
In seguito a questo devastante lutto, il padre del piccolo, distrutto dal dolore per la perdita dell'amata moglie, aveva ripudiato il bambino, dandolo in adozione e condannandosi a una vita di sofferenze e solitudine.
Lara decide così, con la scusa di una "terapia alternativa"e senza svelargli ciò che ha scoperto,
di portare il ragazzo nel suo paese di origine (una località balneare idealmente situata nei pressi della Campania), per vedere come reagiranno padre e figlio, ritrovandosi e senza sapere nulla l'uno dell'altro dopo quasi 20 anni.

Una storia che parla della forza.
Della forza dell'amore che resiste al tempo e alla morte e che si rincontra, esistenza dopo esistenza.
Ma anche della forza delle paure, quelle ataviche che non si riesce ad affrontare, 
che ti paralizzano l'anima e il corpo.
Quelle paure che ti condizionano la vita , costringendoti a sopravvivere, invece che a vivere.
E della forza che ci vuole per riuscire ad affrontarle, una volta per tutte, per tornare, 
anzi, per iniziare, finalmente, a guardare con serenità verso il proprio futuro.



Lo stile è coinvolgente sin dalle prime pagine, evocativo, ma lo svolgimento e l'epilogo, sono, ahimè, decisamente prevedibili.
Infatti è andato tutto, per filo e per segno, come avevo immaginato.

Sicuramente, se non avessi letto il precedente romanzo di Salvatore, "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito", lo avrei apprezzato di più.
Ma, inevitabilmente, mi sono trovata a fare i confronti con l'altra opera che reputo un assoluto piccolo capolavoro della narrativa contemporanea e, mio malgrado, questo secondo lavoro ne è uscito un pò sbiadito.

Ciò non toglie che sia un racconto avvicente e commovente di cui ne consiglio in ogni caso la lettura.

Un refuso nell'epilogo (un nome al posto di un altro) ne altera, di primo acchito, la comprensione.
Ma poco male, basta rileggere una seconda volta che chiarire l'equivoco!



IL MIO VOTO:
Una storia di nascita, di morte e di rinascita.
Sicuramente non all'altezza de "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" ma di piacevole lettura.



LO SCRITTORE:



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