mercoledì 16 gennaio 2019

"Acquanera" Valentina D'Urbano (2013)



LA TRAMA:
E' un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa.
Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale nel tempo:
un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole.
Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano.
Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago.
A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce.
O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia:
tre generazioni di donne tenaci e coraggiose.
Ognuna a modo suo.
E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia.
Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle finalmente un nome.






IL MIO GIUDIZIO:
Fortuna, ventotto anni, dopo dieci anni di assenza senza aver dato notizie di sè, 
torna nel suo piccolo paesino d'origine.
E il motivo che la spinge a tornare è il ritrovamento, in un bosco limitrofo, di alcune ossa che potrebbero appartenere alla sua migliore amica Luce, 
scomparsa in circostanze misteriose a poco più di venti anni, proprio un decennio prima.

Ed è questa l'occasione per rievocare i ricordi della sua non semplice vita,
vissuta ai margini di una società che non l'ha mai accettata, 
e raccontarci la storia della sua famiglia, una famiglia tutta al femminile:
l'enigmatica bisnonna "adottiva" Clara, la protettiva nonna Elsa e l'anaffettiva mamma Onda.
Tutte e tre accumunate da una caratteristica che a lei sembra essere stata (fortunatamente?) preclusa:
la capacità di fare sogni premonitori, di percepire la presenza delle anime dei defunti e, nel caso di Onda, anche la capacità di parlare con loro.
Capacità che, nel paese, le ha portate ad essere emarginate e considerate delle streghe.

E poi c'è Luce, figlia del guardiano del cimitero che, avendo a che fare con i morti da quando è nata, non teme le superstizioni e diventa l'unica amica di Fortuna.
Amicizia che, col tempo, si trasformerà sempre di più in un rapporto simbiotico e morboso.
Luce, un nome che poco le si addice, visto che è, sin da bambina, un tipo tetro e spettrale con un'aurea negativa e demoniaca che le aleggia intorno.

Un romanzo che ha il sapore di una favola noir, 
con qualche rimando ai fatti di cronaca (la tragedia del Vajont, anche se non si tratta proprio di quel funesto evento ma di qualcosa di molto simile), 
che in parte ricorda  "La casa degli spiriti"di Isabel Allende, per i poteri paranormali delle protagoniste e, in parte,  "L'amica geniale"di Elena Ferrante e "L'amica" di Nicola Ronchi per il rapporto morboso di amicizia e dipendenza che si viene a creare fra Fortuna e Luce.

Un racconto cupo, angosciante ( io, poi, l'ho letto nel cuore della notte, figuriamoci!!!) ma, 
allo stesso tempo, anche dolce ed emozionante.
Scritto con stile avvincente, ricco di suspence (una suspence che ti porta a divorare un capitolo dopo l'altro con la curiosità di sapere cosa succederà e come andrà a finire), 
affronta tematiche importanti come il problematico rapporto con una madre emotivamente instabile,
la difficoltà di vivere sentendosi esclusi e diversi dagli altri, 
l'eutanasia e la complessità della natura dei sentimenti.

La psicologia di ogni personaggio è particolareggiata e ben curata.
Così come lo è il finale, che ti fa rimanere a bocca aperta e con un groppo di emozione in gola.
C'è da dire che molte belle opere si rovinano proprio a causa di un finale banale e "tirato via",
invece in "Acquanera" niente è lasciato al caso.

Un suggerimento che vorrei dare a chi si appresta a leggere questo romanzo è di fare attenzione a ogni singola parola del libro,
a non dare niente per scontato perchè, ogni tanto, ci sono delle frasi che, lì per lì, sembrano irrilevanti ma che, invece, sono di grande importanza nello svolgimento della storia.

Le citazioni del grande De Andrè ad inizio capitolo danno, inoltre, un valore aggiunto a un'opera già di per sè strepitosa.



IL MIO VOTO:
Uno dei più bei romanzi che abbia mai letto.
Una sola parola per definirlo: capolavoro.
Da leggere,assolutamente!

LA SCRITTRICE:



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