lunedì 25 giugno 2018

Frasi dal libro "L'equilibrio della lucertola" di Giovanni Allevi

Voglio inseguire la folle idea che ritrovare l'equilibrio del mio corpo porti con sè un riassestamento di tutte le altre sfere.
Potrei anche arrivare alla conclusione opposta,ossia che sia un bene aver perso l'equilibrio.
Forse non l'ho mai avuto.

Il pensiero apre la porta al sentire,alle percezioni che si fanno più acute e raffinate.

L'esercizio per azzerare il movimento.
Il non pensare per riprendere a pensare.

Non si può piegare la musica ad altri fini,perchè lei è il fine.

A tutti è data la possibilità di osare.
Di mandare in frantumi schemi troppo rigidi.
Di lasciar fluire l'immaginazione.

Solo io ho perso l'equilibrio?
Da quanto tempo mi trovo in questa situazione interiore?
Cosa è in realtà l'equilibrio?
E' una parola antichissima che indica il raggiungimento di una stasi tra forze contrapposte.
Mi chiedo allora quali siano le forze contrapposte che si contendono la mia anima,tanto da gettarmi nella continua sensazione di precarietà.
Quali sono gli opposti tra cui continua senza sosta a oscillare il pendolo della mia vita?

...quel lampo di disorganizzazione interiore celato negli occhi che ho imparato a riconoscere e ad amare.

Tutti,prima o poi,si sporgono dalla balaustra della vita,chi più chi meno,ognuno nel proprio campo.
A tutti è data la possibilità di osare,di lasciar fluire l'immaginazione là dove la realtà,con la sua durezza,mortifica l'incomprensibile scintilla che è in ognuno di noi.

Giunge un momento in cui dobbiamo decidere di osservarci dall'esterno per scoprire le forze opposte che si contendono la nostra esistenza.
Staccarci dal mondo e chiuderci nel silenzio,per far parlare la nostra voce interiore.
In Natura la legge più importante è l'equilibrio e l'uomo è l'unico essere capace di perderlo.

Sono diventato asociale:ho bisogno di isolarmi.
Ho urgente bisogno di poter essere totalmente me stesso,di ritrovare il mio equilibrio e di non rendere conto a nessuno.
Ogni secondo che possiamo dedicare a noi stessi è più prezioso di qualsiasi bene materiale.
La vera ricchezza non data dal possedere ville e macchine potenti,ma dal tempo che abbiamo a disposizione.

La verità è che il mondo mi fa paura,con i suoi impegni,le relazioni,la spinta a realizzare per forza qualcosa,l'idea che ciò che facciamo non basta mai.
E'un mondo che ci osserva,ci giudica e non concede pause,dove è perenne il confronto con stereotipi irraggiungibili.

Noi comprendiamo il motivo della tua disperazione.
Ma piuttosto di combatterla o evitarla accettala e fanne tesoro.
Sentirsi sbilanciati verso il mondo dell'immaginazione a sfavore del reale,
verso l'isolamento e il silenzio a sfavore della folla e del contatto sociale,
verso la rottura delle regole a sfavore della conservazione dello status quo.
pur essendo una condizione straniante e dolorosa,può essere la grande occasione per maturare una nuova consapevolezza.
Regole! Regole! Regole!
Poi arriva la fantasia e se ne sbarazza.

Non a tutti è dato comprendere che si può fare del male anche a ciò che si ama,se lo si tiene chiuso in gabbia.


Uno spettacolo straordinario:il mondo visto da chi è passato attraverso il buio della disperazione.

In fondo,tutti siamo convinti di essere simmetrici,di possedere una intrinseca armonia.
E invece no:abbiamo il nostro piede dominante,il nostro occhio dominante e credo che l'asimmetria possa estendersi aanche al modo di agire e di sentire.
Per quanto la simmetria rappresenti la perfezione,essa porta con sè l'idea dell'immobilità,mentre è dall'asimmetria che nascono il movimento,l'incompiutezza e dunque la vita.
Dall'asimmetria proviene la vita,nell'universo che conosciamo,non dalla statica bellezza.
E'davvero sublime come Dio possa aver creato un mondo così instabilmente stabile.

Penso che un'azione asimmetrica sia quel movimento che delude le aspettative.
Che,partendo da premesse certe,raggiunge esiti imprevisti e sorprendenti.
Tutta la mia esistenza,tutta la mia vita artistica,è la storia di una voce fuori dal coro.
Di una mente sbilenca che ha intrapreso,solitaria,una strada imprevista,scegliendo la precarietà invece della certezza.

Se è vero che esiste la statica bellezza della perfezione,voglio pensare che esista però anche un'altra bellezza,quella che affiora dallo sguardo e dai gesti di persone inquiete,possedute da un'anima sfavillante.
E' sempre il duende,quell'inquietudine in fondo al cuore,ad accendere un'anima sfavillante,a farti alzare e ballare.

Perchè il sacro fuoco,quando ti pervade,non ti lascia più.

La vera bellezza la riconosco anche in tutti coloro che vanno controcorrente,derisi e incompresi a causa di sogni troppo grandi da inseguire.
Spesso dalle loro mani emana un'opera troppo difficile da capire,mentre il loro esempio destabilizza e costringe a un continuo ripensamento delle proprie certezze.
La vedo,infine,in tutti coloro che,dopo aver attraversato l'inferno,invece di indurire il proprio cuore,riescono ad accettare l'imperfezione,a riconoscere l'atavica matrice e proteggerla,in sè e negli altri.
La vita umana è un istante imperfetto.

Io mi limito ad ascoltare:è la mia facoltà preponderante in sede di contatto sociale.

Provati dalle difficoltà della vita,indossiamo una corazza che,nonostante ci protegga,comporta un prezzo molto alto.
E se per un attimo abbandonassimo anche noi ogni difesa?
Se per un istante io mi liberassi dell'enorme sforzo di continuare a dimostrare chi e cosa sono?
Se solo per un minut accettassi di essere come i bimbi,in preda al sogno senza l'ansia di doverlo realizzare?

Per raggiungere l'equilibrio ci vuole coraggio.
Per essere coraggiosi è necessario mettere a repentaglio la propria sicurezza,compiere un salto verso le proprie paure,per scoprire nuove possibilità.
Non serve essere fisicamente prestanti o avere della forza:si può essere coraggiosi con l'intelletto,con il silenzio.
Si può avere il coraggio di non rispondere a una provocazione.
Il coraggio di non agire.
E' semplice cercare il successo nel consenso,in azioni che soddisfano le aspettative del proprio tempo.
Molto più arduo è andare oltre,pensando a un bene futuro più grande,con il rischio dell'incomprensibilità.
Abbiamo tutti un dovere:
andare controcorrente,alzare sempre l'asticella,non accontentarci mai ciò che funziona,dare sempre di più.


Perchè,nonostante i traguardi raggiunti nella mia vita,sono preso da un angosciante senso di inutilità e di inadeguatezza,tanto da non riuscire a gioire di quanto ottenuto?

Ogni creatura ha la sua ragione d'essere.
Smetti di confrontarti al mondo e concentrati sull'unicità che caratterizza ogni persona e cosa esistente.

Chi ha detto che ricordare tutto sia un bene?

La musica: tutto l'amore del mondo nelle mie dita.

Il vero coraggio sta nell'accettare il proprio destino,non nel porvi fine.


"Ho paura di cadere"
"No,hai paura di abbandonare qualcosa.
Cosa cerchi di trattenere?
Quale enorme fardello continui a sostenere,tanto enorme da impederti l'equilibrio?
Non devi trattenere.
Non devi respingere.
Non devi scacciare le tue paure.
Devi accoglierle una volta per tutte."
"Ho paura di perdere me stesso,quello che ho costruito,l'immagine che gli altri hanno di me.
Eppure,come sarebbe bello non essere più nulla,liberarmi di questo sforzo,essere me stesso punto e basta,essere leggero come una nuvola!"

Ora ho raggiunto l'equilibrio.
Ora che finalmente ho imparato a perderlo.


"L'equilibrio della lucertola" Giovanni Allevi (2018)





LA TRAMA:
Un giorno, all'improvviso, Giovanni perde l'equilibrio.
Si sente vacillare, smarrito nello spazio e non riesce nemmeno per pochi secondi a restare su un piede solo.
Comincia un percorso che spera possa riportarlo al centro di se stesso.
Tenta di risolvere il problema di equilibrio con una sequenza di esercizi mattutini, sulla veranda, annotandone i significati filosofici.
Distaccato da tutto e da tutti, su un'isola remota, pratica ogni giorno la corsa, per riflettere e guardarsi dentro.
E proprio questa è l'occasione per un incontro strano, quello con una lucertola che vive sull'isola.
E'vero che gli parla o è un inganno della sua mente?
Di certo, con l'aiuto delle sue criptiche risposte, Giovani scoprirà nuove verità:
non solo sull'equilibrio ma sulla simmetria, sulla bellezza e sul proprio posto nel mondo.
Un apologo intenso e lieve, dedicato a tutti coloro che, di tanto in tanto, si sentono vacillare e hanno paura di cadere.
Una facola che come la musica parla direttamente al cuore, per risvegliare una capacità che tutti abbiamo dentro:
ascoltare noi stessi e rigenerarci.







IL MIO GIUDIZIO:
Ho letto questo libro sicuramente attratta dal titolo, ma soprattutto dall'autore:
amo Giovanni Allevi, sia come musicita e soprattutto come uomo.
Adoro la sua estrema sensibilità,la sua fragilità e la sua genuina spontaneità;

il suo candore di bambino nel corpo di adulto.

E devo ammettere che con "L'equilibrio della lucertola" non si è smentito.
Anche se, in certi passaggi, un pò troppo lenta e filosofeggiante,in questa breve favola moderna, 
dai tratti autobiografici, Giovanni, uomo ansioso e maniaco del controllo, 
ci insegna, in un dialogo onirico con un rettile, l'importanza del sapersi lasciare andare e del non cercare l'eccellenza a tutti i costi, perchè, di fatto, l'eccellenza non esiste e, anche laddove esistesse, sarebbe così fredda e statica da non trasmettere nessuna emozione.

Ma, soprattutto, ci insegna che, per ritrovare il proprio equilibrio, sia fisico che mentale, bisogna prima, necessariamente, perderlo.

Un'opera che è un elogio all'asimettria,all'inquietudine,all'inadeguatezza...caratteristiche che ci rendono unici e bellissimi, nella nostra perfetta imperfezione.

IL MIO VOTO:
Una favola autobiografica, dal sapore new age, che fa riflettere su quanto sia importante non omologarsi ma mantenere la nostra autenticità e su come, per imparare a volare, bisogna avere il coraggio di lasciarsi prima cadere;
per rigenerarci,di ferirci.

LO SCRITTORE:



sabato 23 giugno 2018

Frasi dal libro "Hotel Silence" di Audur Ava Ólafsdóttir

Il lento suicidio di tutti si chiama vita.

Mi rimpiangerà,il mondo?
No.
Il mondo sarà più povero senza di me?
No.
Il mondo se la caverà,senza di me?
Sì.
E rispetto a quando ci sono entrato è un mondo migliore?
No.

Era così sensibile.
Era come se avesse sempre qualche ferita aperta.

Lui non dialoga:monologa.

Quanto più ci innalziamo,tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.

Non sono uno che distrugge,sono piuttosto uno che ripara,che aggiusta le cose che si guastano.

"Lo sapevi che l'uomo è l'unico animale che piange?"
"No,non lo sapevo.Pensavo fosse l'unico animale che ride".

Non credere a tutto quello che pensi.

Dunque vado all'incontro con me stesso.
Con il mio ultimo giorno.
Do l'addio a ogni cosa.
Dietro di me non lascio nulla.
Dalla luce che tutto circonda mi incammino verso il buio.

Capisco che d'ora in avanti non dovrò usare più parole di quelle che mi interessano e che potrei rimanere in silenzio per sempre,fino alla fine del mondo.

Anzichè smettere di esistere non puoi smettere di essere tu e diventare un altro?

Subito dopo segue un'altra sensazione,come un desiderio impaziente di calma,o di primavera che non viene,non nel momento e nel modo che ci si aspetta.

La mia infelicità nel migliore dei casi è un'idiozia,quando rovine e polvere si aprono davanti agli occhi fuori dalla finestra.

E' importante avere dei ricordi in comune.

Non credo più in Dio e ho paura che Lui non creda più in me.

Tante cose sembrano pervase dall'intenzione di essere perdute.

Sono i vincitori che scrivono la storia come a loro conviene.

Il desiderio è più forte del dolore.

E' possibile ridiventare umani dopo essere stati bestie feroci?

Ogni sofferenza è unica e differente e dunque non la si può confrontare.
Invece la felicità è simile.

La tristezza è come una scheggia di vetro nella gola.

"Si nasce,si ama,si soffre e si muore"
"Alcuni non riescono a provare l'amore.Solo a soffrire e a morire"
"Anche se non si sa se ti spareranno oggi oppure domani,non si dovrebbe mai smettere d'amare"

Se vuole può cercare rifugio sotto le mie ali e aspettare finchè la luce sorga ancora.

Si cerca di fare del proprio meglio,essendo esseri umani.

L'unico modo per riuscire ad andare avanti è fare finta di vivere una vita normale.
Fare come se fosse tutto a posto.
Fare come se non si vedesse la devastazione.

"E'tanto che è solo?"
"6 mesi"
Se mi avesse chiesto da quanto tempo mi sento solo,le avrei risposto che sono 8 anni e 5 mesi.

Se le domandassi quale è il suo sogno mi risponderebbe che la luce possa spuntare all'orizzonte di nuovo.

C'è una lista di oggetti che si perdono facilmente:
impermeabile,guanti,sciarpa,ombrello,occhiali,fede nuziale,passaporto,penna,cacciavite.
Ma non c'è scritto nulla nel caso perdessimo noi stessi.

Il silenzio salverà il mondo.

Lei non aveva bisogno di tempo.
E' solo che non voleva me.

Ci si rassegnerà mai al fatto di essere nati?
Se venisse chiesta un'opinione,forse uno deciderebbe di non nascere.


"Hotel Silence" Audur Ava Ólafsdóttir (2016)




LA TRAMA:
Jonas ha 49 anni e un talento speciale per riparare le cose.
La sua vita, però, non è facile da sistemare:
ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza.
Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all'improvviso e Jonas non sa più chi è.
Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventù, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta:
quel giovane che era, oggi gli appare come un estraneo e tutta la sua esistenza una menzogna.
Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico quale è.
Non vuole però che sia sua figlia a trovare il corpo e decide di andare a morire all'estero.
La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo.
Jonas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestit e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi.
Ma l'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i 2 giovanissimi gestori dell'albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno.


IL MIO GIUDIZIO:
Romanzo breve e strutturalmente semplice, ma intenso e delicato, di un'autrice islandese che non conoscevo e che mi è stata consigliata da un'amante, come me, delle belle letture.

Una storia che parla di cicatrici e menomazioni, sia quelle fisiche, visibili sulla pelle, che quelle interiori, che fanno più male e che non guariscono mai, continuando a sanguinare silenziosamente.

Jonas, un quasi cinquantenne che ha tanto ha avuto ma a cui tanto è stato anche tolto, decide di porre fine alla sua esistenza.
Ma vuole farlo lontano dalla sua casa, per evitare che la sua amata figlia debba subire lo shock di scoprire il cadavere.

Si reca così oltreoceano, in un paese devastato dalla guerra che è appena terminata ma che ha lasciato dietro di sè miseria e desolazione.

Prende alloggio in un modesto hotel a conduzione familiare, l'"Hotel Silence" e stabilisce che sarà qui, nelle stanze spoglie ma decorose di questo albergo, che darà l'addio alla vita.

Ma, giorno dopo giorno, il suicidio viene rimandato:
Fifì e Mai, la giovane coppia di fratelli che gestisce l'attività, ha bisogno di lui, vuoi per aggiustare una porta, vuoi per pulire le tubature delle docce, o per aiutare il piccolo Adam, figlio di Mai, a fare un disegno.

E, giorno dopo giorno, entra in contatto con una realtà a lui fino a quel momento sconosciuta:
quella di un paese distrutto da un conflitto bellico ma, soprattutto, quella di una popolazione messa in ginocchio dagli effetti di tale conflitto.

Tutto ciò lo porta, quindi, a ridimensionare i suoi problemi:
"La mia infelicità nel migliore dei casi è un'idiozia,quando rovine e polvere si aprono davanti agli occhi fuori dalla finestra."

All'improvviso non è più il Jonas di mezza età solo e senza uno scopo.
All'improvviso si scopre un uomo che ha ancora tanto da offrire e che tanto può fare per aiutare gli altri a stare meglio e a risollevarsi dalla loro prostrazione;
un pò come ci insegna anche il famoso film "La vita è una cosa meravigliosa", nessuno è inutile a questo mondo ma ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa di grande e importante per aiutare gli altri.

Perchè è proprio quando pare che tutto sia finito che, in realtà, tutto può avere inizio.
Anche quando sembra di trovarsi in un vicolo cieco, se guardiamo bene, c'è sempre una via d'uscita.
Dopo una notte buia c'è sempre una nuova alba.
Una nuova possibilità.
Un nuovo sogno da portare avanti e da realizzare.

L'importante è non chiudersi in se stessi ma aprire il proprio cuore al prossimo perchè c'è sempre chi ha bisogno di noi.


IL MIO VOTO:
Romanzo,ricco di spunti di riflessione, che parla di dolore, di solitudine e morte ma che è, in realtà, un inno alla vita e alla speranza.
Breve ma intenso.


LA SCRITTRICE:



sabato 9 giugno 2018

Frasi dal libro "Kafka sulla spiaggia" di Haruki Murakami

Non è il caso di fare un elenco dei problemi,prima ancora di cominciare.
Ormai hai fatto la tua scelta.
Adesso si tratta solo di metterla in pratica.
E comunque sia,è la tua vita.
Alla fine sei solo tu a dover decidere.

Il mondo è pieno di cose di cui non sai niente.
Cose che nemmeno ti immagini.

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso.
Per evitarla cambi l'andatura.
E il vento cambia andatura,per seguirti meglio.
Tu allora cambi di nuovo e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo.
Questo si ripete infinite volte,come una danza sinistra.
Perchè quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano,indipendente da te.
E' qualcosa che hai dentro.
Quel vento sei tu.
Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci,in quel vento,camminando dritto e chiudendo forte gli occhi per non fare entrare la sabbia.
Attraversarlo,un passo dopo l'altro.
Non troverai sole nè luna,nessuna direzione.
Soltanto sabbia bianca.
E naturalmente dovrai attraversarla quella violenta tempesta di sabbia.
E'una tempesta metafisica e simbolica.
Ma per quanto metafisica e simbolica,lacera la carne come mille rasoi e verserai molto sangue.
Sangue caldo e rosso.
Che ti macchierà le mani.
E' il tuo sangue,e anche il sangue di altri.
Poi,quando la tempesta sarà finita,probabilmente non saprai neanche tu come hai fato ad attraversarla e uscirne vivo.
Anzi,non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero.
Ma su un punto non c'è dubbio:
tu,uscito da quel vento,non sarai lo stesso che vi era entrato.

Naturalmente,nella mia classe non piaccio a nessuno.
Ho costruito intorno a me un muro altissimo,che non permetto a nessuno di valicare e io stesso sto bene attento a non uscirne mai.
E' escluso che un individuo così possa piacere a qualcuno.
Gli altri mi tengono a distanza e diffidano di me.
Forse mi considerano sgradevole.
Ma io sono grato del fatto che mi lascino in pace.
Ho una montagna di cose da fare e devo farle da solo.

Devi diventare una carta assorbene.
In seguito,farai sempre in tempo a decidere cosa manterere e cosa buttare.

A pensarci bene,non rido da così tanto tempo che ne ho quasi perso la memoria.
Non sorrido neanche più.
Nè agli altri nè a me stesso.

Quando cerchi una voce,trovi solo un silenzio profondo.

Ogni volta che vedi ai notiziari immagini di inondazioni,pensi:
"Ecco,dentro di me è esattamente così".

Potrei anche estirpare dalla memoria ogni traccia di mia madre ma non potrei eliminare i geni che mi ha trasmesso e che porto in me.

Una volta che i bambini si appassionano a qualcosa e incominciano a giocare insieme,le barriere culturali e ambientali si superano con relativa facilità.

Gli incontri casuali sono veramente importanti per la vita di ognuno di noi.

L'unica cosa che ha significato è da dove veniamo e dove andiamo.

"Anche gli incontri casuali seguono le vie del destino".
Si riferisce all'jnfluenza del karma di esistenze precedenti.
Nella vita ogni cosa,anche la più piccola,non è mai casuale.

Sono libero.
Eccomi qui,libero e solo come una nuvola che fluttua nel cielo.

Ho questa abitudine di ammazzare il tempo in biblioteca.
Puoi sederti qui e leggere tutti i libri che ti pare.
La biblioteca è per me come una seconda casa.
O forse,sarebbe meglio dire che la biblioteca è la mia vera casa.

Solo io viaggio in direzione opposta.
Solo io sono su questo binario.

Questa è una biblioteca perciò chiunque abbia voglia di leggere libri è il benvenuto.

Non so bene come spiegarlo,ma quel sorriso ha qualcosa di perfetto e di unico.
Mi fa venire in mente un angolo illuminato dal sole.
Un angolo soleggiato che non somiglia a nessun altro e può esistere solo in un luogo nascosto e lontano.

Ci sono tante cose che si capiscono solo quando è tardi.

Chiudo gli occhi e penso a questa mia nuova libertà.
Ma non riesco a capire bene cosa significhi il fatto che sono libero.
Quello che capisco è semplicemente che sono solo.
Solo come un esploratore solitario che ha perso la bussola e la mappa.
E'questo che significa essere liberi?

Nakata sin da quando era bambino si è sempre sentito ripetere che era stupido,quindi ha pensato che doveva davvero essere stupido.

Che uno sia stupido o intelligente,che sappia scrivere o meno,che abbia un'ombra intera oppure no,tutti,quando arriva il momento,dobbiamo morire.
Però,forse,quando sarò nella tomba non penserò più a niente.
E se non penserò,non mi preoccuperò più.

Sono al sicuro nel contenitore del mio io.

Fra 100 anni tutte le persone che sono qui adesso,me compreso,saranno sparire dalla faccia della terra,diventate polvere o cenere.
A che scopo faccio sempre tutti questi sforzi?
Perchè devo lottare così disperatamente per vivere?
E a cosa mi serve pensarea cose ancora così di là da venire?

Vi è molta pià vitalità in queste assurde storie di fantasia scritte più di 1000 anni fa che in quelle innumerevoli persone senza volto che girano per la stazione.

Le pulci sono degli insetti molesti e una volta che te le hanno attaccate è difficile liberarsene.
Come le cattive abitudini.

Quel mondo buio di cui non si riusciva a indovinare il fondo,quel silenzio pesante e quel caos gli erano amici da così tanto tempo che erano ormai diventati una parte di lui.

In questo vasto mondo non hai nessun altro a cui appoggiarti se non te stesso.

Ci sono troppe cose di cui dobbiamo occuparci ogni giorno,troppe cose nuove da imparare.
Nuovi metodi,nuove nozioni,nuove tecniche,nuove parole.
E tuttavia ci sono esperienze che,per quanto possa passare e per quante cose possano accadere nel frattempo,non si riescono a dimenticare.
Ricordi che non sbiadiscono.
Eventi che rimangono dentro come pietre miliari.

Le opere che possiedono un certo tipo di imperfezione possono attrarre proprio a causa della loro imperfezione o quantomeno possono attrarre un certo tipo di persone.

Tu hai incontrato quel romanzo.
O meglio,quel romanzo ha incontrato te.

Le cose che non annoiano,stancano presto.
Mentre quelle apparentemente noiose non stancano mai.

Se l'avesse detto a qualcuno avrebbero pensato che era pazzo.
Naturalmente che fosse stupido era un fatto di pubblico dominio,ma una cosa è essere stupidi,un'altra è essere pazzi.

Le stelle vivono e respirano.
Mi osservano.
Sanno quello che ho fatto e quello che sto per fare.
Non c'è niente che sfugga al loro sguardo.

Guardo a lungo questo strano organo chiamato pene che,pur essendo mio,nella maggior parte dei casi sembra agire in disaccordo con me,come se seguisse dei pensieri propri,diversi da quelli che si formano nella mia testa.

Quando sei sveglio puoi anche riuscire a controllare l'immaginazione.
Ma non puoi mettere a tacere i sogni.

Mi tolgo le cuffie e ascolto il silenzio.
Il silenzio è una cosa che si ascolta.

Quando scoppia una guerra si è chiamati alle armi.
Bisogna mettersi il fucile in spalla,andare in battaglia e sparare al nemico.
Uccidere quante più persone possibile.
E se a te uccidere piace o non piace,non interessa proprio a nessuno.
Devi farlo e basta.
Altrimenti sarai tu a finire ucciso.

Naturalmente a te sembra che si tratti di una scelta assurda.
Ma,se ci pensi bene,non sono assurde la maggior parte delle scelte?

Guardare troppo lontano è un errore.
Se uno guarda lontano non vede quello che ha davanti ai piedi e finisce per inciampare.
Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto al naso non va bene.
Se non si guarda un pò oltre,si va a sbattere contro qualcosa.
Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende,guardando davanti a sè quanto basta e seguendo l'ordine stabilito passo dopo passo.
Questo,in tutte le cose,è il punto fondamentale.

Non devi chiudere gli occhi.
Tanto non serve a migliorare nulla.
Non è che chiudendo gli occhi si spenga qualcosa.
Anzi,se lo fai,quando li riaprirai,nel frattempo le cose saranno decisamente peggiorate.
Questo è il mondo in cui viviamo.
Devi tenere gli occhi bene aperti.
Chiudere gli occhi è da rammolliti.
Evitare di guardare in faccia la realtà è da codardi.
Mentre tu tieni gli occhi chiusi e ti tappi le orecchie il tempo avanza.
Tic toc tic toc.

Da quando ti ho incontrato la prima volta,mi sono fatto l'idea di uno che cerca qualche cosa con tutte le sue forze e con la stessa determinazione tenta di evitarla.

Sulla base della mia esperienza,quando uno cerca una cosa,quella cosa non arriva.
Se invece uno cerca disperatamente di evitarla,è la volta buona che si va a sbattere contro.

La realtà che ci circonda è la somma di tante profezie infauste che si sono avverate.

Anche separati,erano talmente uniti che nessuno poteva frapporsi fra loro.

La felicità è una fiaba.
L'infelicità un romanzo.

"Ah,vorresti vivere circondato da libri?"
"Certo,cosa c'è di meglio?"

Nella vita c'è un punto in cui non si può tornare indietro.
E poi c'è un punto,ma i casi sono molto più rari,in cui non è più possibile andare avanti.
Quando questo accade,che sia un bene o un male,l'unica cosa che possiamo fare è accettarlo in silenzio.
E'così che viviamo.

La signora Saeki in un certo senso ha una malattia dell'anima.
Naturalmente si potrebbe dire anche di me e di te,che abbiamo una malattia dell'anima.
E'vero per tutti,chi più chi meno.

Red Herring.
E'un'espressione inglese.
Si usa per indicare qualcosa di molto interessante ma che svia dal tema principale.

Invece di concentrarvi sulle mancanze,dovreste cercare di rivolgere la vostra attenzione su ciò che riusciamo ad offrire realmente.

Non sono che piccoli dettagli ma è dai dettagli che bisogna partire per giungere all'insieme.

"Anche se anatomicamente sono una donna,i miei seni sono inesistenti e non ho mai avuto mestruazioni.
Ma non ho nemmeno il pisello,nè i testicoli e nemmeno la barba.
Insomma,non ho niente.
Sono una tabula rasa.
Immagino che per te sarà difficile immaginare cosa si prova."
"Qualunque cosa lei sia,io le voglio bene"

Effettivamente io sono un pò diverso dagli altri.
Però,fondamentalmente,sono un essere umano tra tanti esseri umani.
E'questo che vorrei che tu capissi.
Non una creatura di un altro pianeta,ma un normale essere umano che sente e agisce come tutti.
A volte,però,questa piccola differenza diventa per me una voragine senza fondo.
A causa del tipo di persona che sono,ho subito discriminazioni in vari modi e in varie circostanze.
Che cosa significhi essere discriminato,e quanto si resti profondamente feriti,sono cose che solo chi le ha subite può capire.
Ogni dolore è unico e anche le cicatrici hanno una forma diversa per ciascuno.
Ma se c'è una cosa che mi indigna ancora di più della discriminazione,sono le persone prive di immaginazione.
Gli uomini vuoti.
Persone insensibili che coprono questa loro mancanza di immaginazione,questo loro vuoto,con una ammasso di segatura e,senza rendersene minimamente conto,se ne vanno in giro per il mondo a tentare di imporre a tutti i costi questa loro ottusità agli altri,mettendo in fila parole vuote e senza senso.
Gente priva di immaginazione,senza orizzonti.
Gente che vive una realtà fatta di convinzioni tutte sue,slogan vuoti,ideali orecchiati qua e là,sistemi rigidi.
Sono queste le persone che a me fanno davvero paura.
Le temo e le disprezzo.

No,proprio non ci riesco a liquidare gente come questa con una risata.

Dico cose che farei meglio a tacere e faccio cose che farei meglio a evitare.
Ma non mi so controllare.

Se si ha il coraggio di riconoscere i propri errori,il più delle volte è possibile rimediare.
Ma la ristrettezza di vedute,la rigidità di chi è privo di immaginazione,ha una natura simile a quella dei parassiti.
Si trasferiscono da un organismo all'altro,mutano di forma e continuano a proliferare.
Sono casi senza speranza.

Avevano una diffidenza istintiva verso tutto ciò che era insolito.

"Certo che lei è un tipo strano..."
"Sì,ogni tanto me lo dicono"

"Bene.A me le persone strane piacciono.Anzi,penso che la gente che ha un aspetto normale e fa una vita regolare,è quella che poi ti frega"

Ho il mio modo di pensare.
Di conseguenza,sto sulle scatole a tanta gente.
Dicono che tiro sempre fuori discorsi complicati.
Quando cerchi di pensare con la tua testa,subito gli altri ti guardano storto.

Il mondo cambia tutti i giorni.
Tutti i giorni,quando arriva l'ora,spunta il sole.
Ma il mondo non è lo stesso del giorno prima.
E anche lei non è lo stesso di ieri.
Capisce?

L'unica cosa che ho ereditato da mio padre è il dna.

Intorno a me succedono molte cose.
Alcune sono io che le ho scelte,altre assolutamente no.
Ma io non capisco più dove sia il confine fra le une e le altre.
Mi sembra che persino le cose che credevo di aver scelto,in realtà era stabilito dovessero accadere già da prima.

Ho l'impressione che quanto più mi sforzo,tanto meno io riconosco me stesso.

L'ironia rende l'uomo più profondo e più grande.

Probabilmente per mio padre io ero solo una delle sue opere.
Una scultura come tante,che lui era libero di deturpare o distruggere.
Nella casa in cui sono cresciuto tutto era terribilmente contorto.
Al punto che sei mai c'era qualcosa di dritto,appariva strano e innaturale.

Non aveva amici ma non se la prendeva.
Anzi,grazie al fatto che nessuno si occupava di lui poteva rinchiudersi nel suo mondo.

Il tempo si espande o si blocca in accordo con i movimenti del cuore.

Dal primo moemnto in cui l'ho vista,qualcosa,che ha una forza travolgente e non assomiglia a nulla che io conosca,è nato dentro di me.
Vi ha affondato le radici e sta continuando a crescere.

Una persona può diventare un fantasma anche da viva.
Forse quella ragazza non esiste davvero.
Ma quello che batte così forte dentro di me è il mio cuore reale.

Dopotutto l'amore può ricostruire il mondo,quindi ha il potere di fare qualunque cosa.

Mentre tu sei ai confini del mondo io vivo nel cratere di un vulcano spento.

"Che fine avrei fatto se non ci fosse stato il nonno?"
Il nonno era l'unico a ricordarsi della sua esistenza e a preoccuparsi per lui.

Era troppo preso dal problema di sopravvivere per pensare ad altro.

I suoi occhi non mi vedono.
Ne sono sicuro.
Non faccio parte del suo sogno.
Io e lei ci troviamo in 2 mondi separati,divisi da un confine invisibile.

Adesso sai che cosa significa la gelosia.
E'come un fuoco che ti devasta il cuore.

In quale assurda situazione sei venuto a trovarti!
Innamorato di una ragazza che non esiste e geloso di un ragazzo che è morto.
Eppure questo amore è più reale e lacerante di qualsiasi sentimento tu abbia mai provato.
Però non ci sono vie d'uscita.
Impossibile pensare di trovarne.
Ti sei perso nel labirinto del tempo.
Ma il problema più grave è che il pensiero di uscirne non ti sfiora nemmeno.
O sbaglio?

Chiedi e ti vergognerai un attimo.
Non chiedere e ti vergognerai per sempre.

Quando si cerca qualcosa e non si riesce a trovarla è difficile prendere sonno.

Se si cambiasse il guscio con l'essenza,ossia se la parte esteriore venisse considerata l'essenza e l'essenza la parte esteriore,le vite di tutti noi diventerebbero molto più comprensibili.

"Immagina  un uccello posato su un ramo.Il ramo ondeggia al vento che soffia forte.E il campo visivo dell'uccello che è lì sopra ondeggia insieme al ramo.Muove anche lui la testa su e giù cercando di sincronizzarsi abilmente con l'ondeggiare del ramo.Non pensi che debba essere terribilmente stancante una vita così?Sempre ad agitare la testa cercando di adattarsi all'ondeggiare del ramo su cui si è posati?Ma gli uccelli ci sono abituati,per loro è una cosa molto naturale,che riescono a fare senza nemmeno esserne consapevoli.Perciò non si stancano.Però io sono un essere umano,quindi a volte mi prende la stanchezza."
"Anche lei è ferma su qualche ramo?"
"In un certo senso...e il vento è molto forte"

La rivelazione è qualcosa aldilà dei confini della vita quotidiana.
Che sarebbe la vita,senza rivelazione?
La cosa importante è saper passare dalla comprensione basata sull'osservazione alla comprensione basata sull'azione.


Gli dei vivono solo nella mente delle persone.
Se pensi che esistano,esistono.
Se pensi che non esistano,cessano di esistere.
Quindi non è il caso di farsi tanti problemi per loro.


Ogni oggetto è immerso in un movimento costante.
La terra,il tempo,le idee,l'amore,la vita,la fede,la giustizia,il male:tutto possiede un'esistenza liquida e transuente.
Niente si ferma nello stesso postoe con la stessa forma in eterno.
Lo stesso universo non è altro che una gigantesca ditta di spedizioni.

La necessità è un concetto indipendente,strutturato in modo diverso rispetto alla logia,alla morale o al significato.
La sua funzione si concentra nel ruolo che essa svolge.
Se non ha un ruolo da svolgere,non esiste.
Ciò che ha bisogno di svolgere un ruolo,esiste.

Io ho già consumato gran parte della mia vita.
E ho consumato anche me stessa.
Non ho smesso di vivere quando avrei dovuto.
Pur sapendo che la mia vita non aveva più alcun senso,per qualche ragione non sono riuscita a farla finita.
Così mi sono ritrovata a fare una serie di cose assurde,solo per passare il tempo.
In questo modo ho ferito me stessa e anche gli altri.
C'è stato un tempo in cui ho avuto qualcosa che era troppo perfetto.
Per questo dopo non ho potuto fare altro che disprezzare me stessa.
Ecco la mia maledizione.

Le cose per me non conoscono gradualità: o è zero o è cento.

Chi è innamorato cerca la propria metà perduta.
Quindi,pensando alla persona che si ama si prova sempre una certa tristezza.
E'come ritornare in una stanza che si è perduta in un tempo lontano e che suscita una nostalgia struggente.
E'naturale.
Questa sensazione,non sei stato tu a inventarla.
Quindi non è il caso che tu faccia domanda per ottenere il brevetto.

Le parole sono finite in una fessura del tempo,morte.
E giacciono in strati sul fondo di un cratere buio.

Quel piccolo spazio vuoto ti si è insinuato dentro come la nebbia che sale dal mare.
Si è fermato dentro di te a lungo.
E infine è diventato una parte di te.

La terra continua,lentamente,a girare.
E tutti vivono nei sogni.

Era un edificio molto squallido,dove gente squallida passava squallidamente i suoi giorni impegnata in un lavoro assai squallido.

Non sei libero.
Ma,in fondo,vorresti veramente esserlo?
Sono pochissimi a desiderare davvero la libertà.
Pensano solo di desiderarla.
E'un'illusione.
Se tutti ricevessero in dono la libertà,la maggior parte la vivrebbe come un problema.
Cerca di tenerlo a mente:alla maggior parte degli uomini la libertà non piace affatto.

Se da qualche parte nel mondo ci fosse un concorso per chi dà le risposte più brevi,tu riporteresti una vittoria schiacciante.

In questo mondo le persone che sopravvivono meglio sono quelle che costruiscono gli steccati più forti e resistenti.
Chi tenta di negare questo principio viene cacciato nel deserto.

"Se non si diventa più forti non si sopravvive."
"Nessuno mi aiuta.Finora nessuno mi ha aiutato.Ho sempre dovuto contare unicamente su me stesso.Perciò è necessario che io sia forte.Come un corvo smarrito.Per questo che ho scelto di chiamarmi Kafka.In ceco,Kafka significa corvo"
"Ma non puoi fare della tua forza un recinto e chiudertici dentro.La forza può essere sempre sconfitta da una forza superiore.E'il suo principio"
"La forza che cerco non ha a che vedere col vincere o col perdere.Non voglio un muro per respingere la forza che viene dall'esterno.Quello che voglio è la forza per ricevere gli assalti che arrivano e sopportarli:l'ingiustizia,la sfortuna,la tristezza,i malintesi,le incomprensioni.Voglio la forza per sopportare tutte queste cose"

A dimostrare la validità di un'ipotesi deve essere chi l'ha fatta.

Se questo faceva parte della corrente,mi sarei lasciata trasportare,ovunque potesse condurmi.

Molte cose della mia infanzia mi sono state rubate.Cose preziose.Adesso sento di doverne recuperare almeno una parte.
Ne ho bisogno.
Ognuno ha bisogno di una specie di posto dove poter tornare.

Chi sono io,dovrebbe saperlo bene anche lei.
Io sono Kafka sulla spiaggia.
Sono il suo amante e suo figlio.
Sono il ragazzo chiamato Corvo.
E noi due non possiamo essere liberi.
Ci troviamo in una grande vortice.
A volte siamo fuori dal cerchio del tempo.
Siamo stati colpiti da un fulmine.
Da un fulmine silenzioso e invisibile.

Fino a che non verrà la mattina,siete l'uno della braccia dell'altra ad ascoltare il rumore del tempo che passa.

Più sono andato avanti nella vita,più ho perso quello che avevo dentro e alla fine sono diventato un essere vuoto.

La polizia non è che si metta a dare tante spiegazioni.
Sono avidi di sapere ma restii nell'informare.

Io non esprimo nessun giudizio.
Se per voi va bene,va bene anche per me.

"Non so più cosa fare.
No so neanch'io dove sto andando.
Non capisco cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Se devo andare avanti  o tornare indietro.
Che cosa devo fare?"
"Non fare nulla"

Tu hai fatto quello che dovevi e ciò che hai fatto ha avuto un significato.
L'ha avuto per te e anche per lei.
Perciò adesso bisogna lasciare il resto a lei.
Ora non puoi aiutarla in nessun modo.
Adesso devi stare un pò per conto tuo e fare qualcosa per te stesso.
Tendere l'orecchio.
Ascoltare con attenzione e conservare dentro di te quello che senti.

Lasciamo andare le cose come vanno.

Ragionare normalmente su cose che non sono normali per niente è uno spreco di tempo.
E'inutile cercare la logica dove non c'è.

Che bella cosa il mare.
A guardarlo dà un senso di pace.
Forse perchè è così grande e vuoto.
Immagina se lì ci fosse un supermarket,lì un pachinko e laggiù un'insegna del banco dei pegni.
Non credo che sarebbe una vista così rilassante.
La cosa bella del mare è che ovunque arriva lo sguardo non trovi niente.

Per sapere cosa accadrà bisogna aspettare che accada.
Le cose spesso vanno in modo diverso da come immaginiamo.

Sei tu che devi riflettere.
Tu che devi giudicare.
Nessuno può farlo al posto tuo.
Amare è così.
Sei solo tu a provare quelle sensazioni così belle da togliere il fiato e solo tu a vagare nelle tenebre più fitte.
Tocca a te sostenere questo peso col tuo corpo e la tua anima.

Accanto a questo mondo dove noi viviamo,ce n'è sempre un altro.
Fino a un certo punto possiamo anche entrarci e,se stiamo molto attenti,tornare indietro sani e salvi.
Ma superato un certo limite è impossibile venirne fuori.
Non si ritrova più la strada del ritorno.
E'un labirinto.
Conosci l'origine del labirinto?
A quanto si sa,a ideare i primi labirinti furono gli abitanti dell'antica Mesopotamia.
Estraevano le interiora degli animali e degli uomini e in base alle loro forme predicevano il futuro.
Avevano un'alta considerazione delle forme tortuose degli intestini.
Perciò si ispirarono a esse nella costruzione del labirinto.
Quindi si può dire che l'origine del labirinto è dentro di te.
E che esso corrisponde al labirinto che esiste all'esterno.
Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te.
E ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno.
Perciò,spesso,quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te,finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore.

La vorresti lì con te.
Il tuo desideri è talmente forte che ti senti scoppiare la testa,il corpo rompersi in mille pezzi.
Ma,per quanto tu possa attenderla,invocarla,lei non appare.

"Che giorno è oggi?"
"Sabato"
"Domani è domenica?"
"Salvo imprevisti,sì"

A volte tornare indietro è molto più difficile che andare avanti.

Se pregare possa ottenere qualche effetto non lo so.
Ma in ogni caso invoco la sua presenza,concentrandomi su quest'unico pensiero.
Può darsi che l'intensità del mio desiderio produca qualche risultato.

Perchè gli uomini fanno le guerre?
Perchè centinaia di migliaia di milioni di persone si devono ammazzare fra loro in massa?
Queste guerre sono provocate dall'odio o dalla paura?
O forse la paura e l'odio sono solo 2 aspetti diversi di uno stesso spirito?
La guerra che dovrà porre fine a tutte le guerre non esiste.
La guerra si nutre di guerra.
Succhia il sangue versato dalla violenza e cresce alimentandosi con carne ferita dalla violenza.
La guerra à in sè una creatura vivente,autosufficiente.

Forse quello che devi fare è superare la paura e la rabbia che ti porti dentro.
Farci entrare una luce calda e sciogliere quella parte ghiacciata che hai dentro.

Anche io da molto tempo non ho nessuno da poter chiamare "amico".
A parte i miei ricordi.

I ricordi ti scaldano il corpo dall'interno ma allo stesso tempo ti lacerano dentro.

"Nakata capisce solo il presente"
"A quanto sembra,io sono l'esatto contrario"

"Pare che lei non voglia staccarsi da quei ricordi anche se sono pieni di sofferenza"
"Per quanta sofferenza mi possa dare tenerli con me,non credo di volermene staccare finchè esisterò.
Quei ricordi sono il senso della mia vita e l'unica prova che ho vissuto".

Tutto quello che mi è successo,giusto o sbagliato, l'ho accettato ed è così che sono diventato quello che vedi oggi.

La vita per me è finita a 20 anni.
Il resto è stato solo un interminabile strascico.
Una specie di lungo corridoio buio e tortuoso che non conduce da nessuna parte.
Eppure ho dovuto continuare a vivere.
Accettare il susseguirsi di giorni vuoti,guardarli scorrere e nel frattempo commettere tanti errori.
Tutto è passato in un lampo e non è rimasto niente.
L'unica cosa che ora resta sono le cicatrici.

Perchè non mi ha amato?
Non avevo le qualità necessarie per meritare l'amore di mia madre?
E'un interrogativo che mi brucia e mi tormenta ormai da anni.
Se mia madre non mi ha amato,non sarà stato per qualche mia grave mancanza di fondo?
Perchè ho una natura fondamentalmente corrotta?
Perchè ho qualcosa di innato che spinge gli altri ad allontanare lo sguardo da me?

Hai ricevuto ferite profonde e subito danni che ti porterai dietro per sempre.
Ma detto questo,bisogna che tu rifletta bene su una cosa:puoi ancora guarire.
Puoi curarti le ferite,alzare la testa e andare avanti.

Devi perdonarla.
Naturalmente non è facile.
Ma è quello che devi fare.
Sarà la tua unica salvezza.
E' la sola opportunità che ti si offre.

Devi riflettere bene,usando la testa.
La testa serve proprio per questo.

Non capisco come sia possibile che amare profondamente qualcuno voglia dire ferire quella persona in modo tanto crudele.

Stare con lei,fra le tante esperienze che ho fatto finora nella mia vita,è stata una delle più importanti.

Gli sembrava che il modo di morire di una persona avesse molto più significato del modo in cui era vissuta.
O meglio,è il modo in cui si è vissuti a decidere il modo di morire.

I poliziotti sono tali e quali ai mafiosi.
Solo che loro sono stipendiati dallo Stato.

Tu sei tu e nessun altro. Il nome non ha importanza.

A stare davanti a lei sento un dolore al petto come se vi fosse conficcata una lama ghiacciata.
E' un dolore lancinante,eppure gradito,perchè in questo dolore la mia esistenza ritrova un appiglio.

Mi accorgo che,in sua presenza,tutte le parole perdono la loro funzione.
Forse,quando c'è lei,quella specie di significato che tiene unite le parole fra loro si dissolve.

Vorrei solo che mi ricordassi.
Se tu ti ricordassi di me,non mi importerebbe nulla neanche se tutti gli altri mi dimenticassero.

"Sono così importanti i ricordi?"
"A volte possono diventare la cosa più importante"

"Torna dove sei venuto e continua a vivere"
"Io non capisco cosa significa vivere"

Ci sono cose che anche se uno le spiega a parole,non si possono cumunicare.
La vera risposta non può essere espressa in forma di parole.
E se le cose non si possono cumunicare,allora meglio non tentare neppure di spiegarle.
Nemmeno a se stessi.

"Kafka sulla spiaggia" Murakami Haruki (2002)





LA TRAMA:
Un ragazzo di 15 anni, maturo e determinato come un adulto e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo, diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone.
Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia,che riecheggia quella di Edipo.
Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà.
Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud.
Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita.
Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile, schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino.
Diversi personaggi affiancano i 2 protagonisti:
Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia,
l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano;
Oshima, l'androgino custode di una biblioteca;
una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel;
e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani.
E infine Kafka.
Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo.






IL MIO GIUDIZIO:
Dopo aver letto con entusiasmo "Norwegian Wood" e su suggerimento di un amico a cui era piaciuto, mi sono cimentata anche con quest'opera, a detta di molti un capolavoro, di Murakami.

Da subito vi si riconosce la "mano" dello scrittore:
il protagonista Tamura Kafka, infatti, ha davvero tante caratteristiche in comune con il Watanabe di "Norwegian Wood".

Però, mentre "Norwegian Wood" è un'opera dai toni cupi e lugubri,
in "Kafka sulla spiaggia" prevale l'elemento "fantastico",
il surreale che talvolta sfocia nel paranormale...un pò come i romanzi della Yoshimoto dei primi tempi, per intedersi, anche se con una struttura decisamente più dettagliata e accurata.

La storia coinvolge sin dalle primissime pagine.
Tanti sono gli elementi che avvincono e che invogliano al prosieguo della lettura:
quale sarà la profezia che il padre di Tamura ha lanciato contro di lui?
Che fine hanno fatto sua madre e sua sorella?
Per quale motivo, a metà degli anni '40, una mattina, dei bambini in gita scolastica persero conoscenza uno ad uno all'interno di un bosco?
Perchè uno di loro restò irremediabilmente segnato da questo incidente?

Chi è, in realtà, il "ragazzo chiamato Corvo"?
E ancora, quali misteri si celano dietro il sorriso triste della signora Saeki?
Qual è l'importanza della misteriosa "pietra dell'entrata" ?

Nonostante i protagonisti principali siano Tamura Kafka, quindicenne ferito dalla vita, molto più adulto della sua età, 
e il signor Nakata, sessantenne buono ed ingenuo,che parla di sè in terza persona,
con la testa e gli atteggiamenti di un bambino e che capisce il linguaggio dei gatti,
il romanzo si avvale di tanti altri importanti comprimari:
dal controverso bibliotecario Oshima, 
all'irresistibile camionista Hoshimo, fedele "spalla" di Nakata, ottimista e perennemente di buonumore, con la battuta sempre pronta, anche nei momenti peggiori,
all'enigmatica e malinconica signora Saeki,
passando per il malvagio e sadico Jonnie Walker,
fino ad arrivare all'ambiguo "Colonnello Sanders" che assume tante forme ma che, parole sue,
non è nè un Dio nè un Buddha.

Essendo un romanzo prevalentemente onirico, il plot non è ben definito:
le avventure si intersecano l'une con le altre, fra sogno e realtà, 
dando talvolta l'idea di un racconto un pò sconclusionato,senza capo nè coda.
Così come senza un vero senso apparente può apparire il finale.

Però, il bello di "Kafka sulla spiaggia" forse è proprio questo:
nel visionarismo descritto dall'autore, ognuno di noi, può leggerci quello che vuole e darne l'interpretazione che più gli piace perchè, tanto, sarà sempre quella giusta.
Del resto, è lo stesso Murakami, per bocca della signora Saeki ad affermare che:
"A dimostrare la validità di un'ipotesi deve essere chi l'ha fatta".






IL MIO VOTO:
Un romanzo accattivante ma ricco di spunti di riflessione che si vorrebbe non finisse mai ma che,
allo stesso tempo, si vorrebbe leggere tutto d'un fiato per sapere come va a finire.
Ideale per chi vuole evadere dalla realtà ed entrare in un mondo magico ed inverosimile.
Consigliato!


LO SCRITTORE: