sabato 9 giugno 2018

"Kafka sulla spiaggia" Murakami Haruki (2002)





LA TRAMA:
Un ragazzo di 15 anni, maturo e determinato come un adulto e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo, diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone.
Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia,che riecheggia quella di Edipo.
Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà.
Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud.
Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita.
Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile, schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino.
Diversi personaggi affiancano i 2 protagonisti:
Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia,
l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano;
Oshima, l'androgino custode di una biblioteca;
una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel;
e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani.
E infine Kafka.
Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo.






IL MIO GIUDIZIO:
Dopo aver letto con entusiasmo "Norwegian Wood" e su suggerimento di un amico a cui era piaciuto, mi sono cimentata anche con quest'opera, a detta di molti un capolavoro, di Murakami.

Da subito vi si riconosce la "mano" dello scrittore:
il protagonista Tamura Kafka, infatti, ha davvero tante caratteristiche in comune con il Watanabe di "Norwegian Wood".

Però, mentre "Norwegian Wood" è un'opera dai toni cupi e lugubri,
in "Kafka sulla spiaggia" prevale l'elemento "fantastico",
il surreale che talvolta sfocia nel paranormale...un pò come i romanzi della Yoshimoto dei primi tempi, per intedersi, anche se con una struttura decisamente più dettagliata e accurata.

La storia coinvolge sin dalle primissime pagine.
Tanti sono gli elementi che avvincono e che invogliano al prosieguo della lettura:
quale sarà la profezia che il padre di Tamura ha lanciato contro di lui?
Che fine hanno fatto sua madre e sua sorella?
Per quale motivo, a metà degli anni '40, una mattina, dei bambini in gita scolastica persero conoscenza uno ad uno all'interno di un bosco?
Perchè uno di loro restò irremediabilmente segnato da questo incidente?

Chi è, in realtà, il "ragazzo chiamato Corvo"?
E ancora, quali misteri si celano dietro il sorriso triste della signora Saeki?
Qual è l'importanza della misteriosa "pietra dell'entrata" ?

Nonostante i protagonisti principali siano Tamura Kafka, quindicenne ferito dalla vita, molto più adulto della sua età, 
e il signor Nakata, sessantenne buono ed ingenuo,che parla di sè in terza persona,
con la testa e gli atteggiamenti di un bambino e che capisce il linguaggio dei gatti,
il romanzo si avvale di tanti altri importanti comprimari:
dal controverso bibliotecario Oshima, 
all'irresistibile camionista Hoshimo, fedele "spalla" di Nakata, ottimista e perennemente di buonumore, con la battuta sempre pronta, anche nei momenti peggiori,
all'enigmatica e malinconica signora Saeki,
passando per il malvagio e sadico Jonnie Walker,
fino ad arrivare all'ambiguo "Colonnello Sanders" che assume tante forme ma che, parole sue,
non è nè un Dio nè un Buddha.

Essendo un romanzo prevalentemente onirico, il plot non è ben definito:
le avventure si intersecano l'une con le altre, fra sogno e realtà, 
dando talvolta l'idea di un racconto un pò sconclusionato,senza capo nè coda.
Così come senza un vero senso apparente può apparire il finale.

Però, il bello di "Kafka sulla spiaggia" forse è proprio questo:
nel visionarismo descritto dall'autore, ognuno di noi, può leggerci quello che vuole e darne l'interpretazione che più gli piace perchè, tanto, sarà sempre quella giusta.
Del resto, è lo stesso Murakami, per bocca della signora Saeki ad affermare che:
"A dimostrare la validità di un'ipotesi deve essere chi l'ha fatta".






IL MIO VOTO:
Un romanzo accattivante ma ricco di spunti di riflessione che si vorrebbe non finisse mai ma che,
allo stesso tempo, si vorrebbe leggere tutto d'un fiato per sapere come va a finire.
Ideale per chi vuole evadere dalla realtà ed entrare in un mondo magico ed inverosimile.
Consigliato!


LO SCRITTORE:



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