lunedì 14 maggio 2018

Frasi dal libro "Cani soli di mezza taglia" di Saimo Tedino

Sul muro alla mia sinista sono appese una laurea,due specializzazioni e sei gravi patologie.
Come donare serenità ai propri pazienti...

Gli occhialoni da sole sembrano servire più a ripararlo dall'angoscia che dal sole.

Una madre impara a nuotare anche negli abissi del dolore,per un figlio.

Dalle casse esce la voce di Laura Pausini che si lagna di essere stata mollata da uno che l'ha illusa.
Che avrà da piagnucolare sempre questa!
Glielo darei io un buon motivo per piangere.
In realtà non sopporto più niente.
Odio le canzoni felici perchè sono triste.
Odio le canzoni tristi perchè sono triste.
Non ammetto altro dolore che non sia il mio.

I loro occhi arrossati mi dicono che gli altoparlanti hanno trasmesso l'intero album pausiniano.

Perchè forse l'amore,come la musica,è una delle poche cose che non si vede ma si sente.

Non smettevo di pensare che per ogni persona con delle nuove cornee ce n'era una a cui erano state tolte perchè era morta.
Famiglie intere,piegate dal vomito e dal pianto,avevano trovato la forza di firmare un foglio in cui acconsentivano a far sminuzzare il proprio caro per donarne un pezzetto a un altro povero disgraziato.
La vita è veramente crudele.

Le malattie ti umiliano,crocifiggendo lo spirito ancora prima che il corpo.

I figli del proletariato reclamano vendetta scimmiottando la borghesia.

Intanto,all'Isola dei Famosi i naufraghi litigano perchè qualcuno ha mangiato una noce di cocco che apparteneva a tutto il gruppo.
Ma gli unici veri naufraghi ora siamo noi.
E affogheremo nella solitudine e nell'amarezza ognuno sulla propria isoletta di merda.

Non mi freghi!
Tu ti fai del male,ti punisci per qualcosa.
Non so di cosa ma ti senti in colpa,così quando stai bene,quando sei felice,allora ti deturpi.

Sono come il mio cane:rincorro una pallina che non raggiungo mai.
E forse non la raggiungo perchè non sono abbastanza veloce, o forse semplicemente quella pallina che quel padrone mi lancia ogni volta,non è la mia pallina.
Sì,deve essere così:continuo a rincorrere la pallina di un altro,una pallina che un ignoto padrone mi fa annusare per poi lanciarla sempre troppo lontano.

Non sono nato per scrivere.
Casomai per leggere.
Io nel teatro non sono l'attore,sono lo spettatore,se mi va bene la maschera.
In letteratura io non sono lo scrittore,ma il lettore.
Se mi va bene il libraio.

Cerco di non darlo a vedere ma sento il virus della sfiga assalirmi come se fosse ebola.

Dovevi solo credere tu per primo in quello che stavi dicendo!

La verità è che,nella vita,la speranza ti frega.
L'amore per ciò che ami ti porta a non considerare quanto sia improbabile essere corrisposti.

Giuro che se non si smuove qualcosa nella mia vitaio prendo l'aspettativa e mi arruolo nell'Isis!

Immobili sul divano guardiamo la vita degli altri scorrere sulla nostra tv.

A volte basterebbe parlare e cercare insieme una soluzione,una via da percorrere.
E invece,troppo spesso,siamo incatenati nel nostro piccolo recinto.

L'agricoltura esistenziale non produceva i raccolti sperati.

Dobbiamo pensare che tutto andrà bene,perchè non può essere altrimenti.

C'è qualcosa di difficilmente raccontabile nell'aver sfiorato una tragedia e nell'essere ancora sani e salvi.
E la sigaretta che ne segue,la prima canzone che subito dopo la radio trasmette,l'assurda idea che ti viene in mente mentre rincasi,hanno il sapore dell'indimenticabile.

E'stato servo della sua mancanza di volontà,della sua pigrizia,del suo non crederci.

"Sei tutto matto"
"Infatti,sono matto ed è bene che tu lo tenga a mente!"

Io non esterno niente eccetto la rabbia.
Quella la manifesto con pacatezza,minacciando di morte chi si prende gioco della mia sensibilità.
Tutto il resto però me lo tengo dentro come un segreto,lo custodisco gelosamente.
In attesa che si calcifichi e mi venga un bel tumore.

"Mamma,ma quanto si sta spendendo?"
"Tanto!Essere malati è una cosa costosa!"

"Io voglio provarla 'sta cocaina:erano tutti felici quelli che la pigliavano!"
"Vedi,la prendono quelli molto stanchi,per darsi la carica..."
"Non possono dormire o prendersi una Red Bull,allora?"
"Non vogliono dormire e la coca è più forte della Red Bull"
"E quanto costa?"
"Costicchia..."
"Tipo?"
"50 euro"
"Che cosa???!!! Col piffero,allora si fa prima ad andarsene a letto!"

Ora so che la responsabilità è stata soltanto mia.
Se si ama qualcosa lo si deve coltivare,crederci con tutto se stessi senza aspettarsi pacche sulle spalle.

Chi si realizza è una persona felice che donerà felicità.

Su questo lato della stazione si trova l'ufficio della polizia ferroviaria.
Per fortuna di fianco hanno aperto una nuova libreria e un Mc Donald's.
Se ci arrestano male che vada finiremo colti e grassi.

Vorrebbe andarsene via,dall'altra parte del mondo e tornare solo quando fossero rinsaviti.
O quando fossero morti.

Questa casa è impregnata di una soffritto di disperazione.
Sui libri,sulle mensole,sulle cornici delle foto,ci sono tre dita di depressione.
Le porte che sbattono,il silenzio dei piatti ammassati nell'acquaio,il tosaerba in cassa integrazione,risuonano tutti di rabbia.

"Voglio scappare" dice la mamma.
"Voglio morire" dice il nonno.
"Voglio ignorare" dice la nonna.
"Voglio giocare" dice Cobain.
"Voglio fregarmene" dice mia sorella.
Mio padre non c'è,perciò deve aver già ottenuto quello che voleva.
Voglio scappare.
Voglio morire.
Voglio ignorare.
Voglio giocare.
Voglio fregarmente.
Voglio scappare.
Voglio morire.
Voglio ignorare.
Voglio giocare.
Voglio fregarmene.
E io?
Io che cosa voglio?
Voglio tornare a sorridere.

E anche se fossimo soli io e lui,andremo avanti,perchè noi siamo una famiglia.
Questa l'ho sentita dire al tg dal padre di quella tipa che ammazzò a coltellate la mamma e il fratellino.

Quanto vorrei poter credere a questa elucubrazione dei sosia.
Invece la realtà è che le persone si trasformano o forse si mostrano solo con estrema lentezza.

A volte chi muore vince perchè chi rimane non può vendicarsi.

Non mi interessano i fatti,mi interessa quello che provi tu.

Proteggo il mio mondo interiore dai suoi raggi X,ma non serve a niente.
Per lei io sono una radiografia,può vedere fratture,pensieri,rimorsi e rimpianti.

Il tuo cuore è un lager nazista con all'ingresso la scritta:"L'amore rende liberi".

La tua fissazione a essere tradito,la tua paura di essere imbrogliato,sono l'eco delle voci nella tua testa.

Perchè noi abbiamo bisogno di dare un nome alle cose,di riconoscerle.
E spesso di ripetere le situazioni.

Pensi che i tuoi non abbiano grossa stima di te.
Deduco che nessuno ti abbia mai detto quanto sei figo,che sei carismatico.
Tu pensi che io possa trovare uno meglio di te dietro ogni angolo e,a parte il piccolissimo particolare che io sono felicissima con te,ti assicuro che trovare uno meglio per la sottoscritta sarebbe veramente difficile.
Sei affascinante,brillante,ironico,sai un sacco di cose e scopi anche molto bene.
Pertanto,quando ti prenderà il panico per le ragioni più diverse e,avendo una fervida fantasia so che ne troveresti a centinaia,dovrai fermarti e pensare.
E dovrai pensare: io sono unico e speciale per lei.

Questa è la prima volta in cui ha avuto a che fare con la malattia.
Non con la sua,certo,ma con il concetto di malattia.
E vi assicuro che ne avrebbe fatto a meno.
Ma chi non farebbe a meno di avere a che fare con certi concetti?

La vita mi sorride e non vedo carie all'orizzonte.

La felicità è fatta di piccole cose.

La musica è qualcosa che,indipendentemente dalla tua estrazione culturale,è di facile fruizione.
Un film mi obbliga già a mettermi davanti a un televisore e a sacrificare 2 ore del mio tempo,mantendo un livello di attenzione abbastanza alto.
Un libro mi costringe a prendermi un impegno che si protrarrà per vari giorni.

Siamo dei perfetti sconosciuti che si conoscono da sempre.
E la cosa mi fa tanta paura.

Ormai mi limito a mangiare.
Non faccio che ingurgitare roba.
Riempio il vuoto che ho dentro,nel mio stomaco,con tutto ciò che trovo.
Saporito,piccante,salato,insapore,inodore...io mangio.

"Ora sono più triste per te che per me"
"Sì,anche io ora sono più triste per te che per me"
Insomma,per la proprietà transitiva della tristezza siamo entrambi tristi per entrambi.

Centinaia di anni di astronomia per comprendere i buchi neri,quando sarebbe bastato chiedere a chi soffre di depressione.

Il treno regionale delle 17.50 proveniente da UnaVitaDiSchiaffi sta per entrare nella stazione di SuccessoeGloria.
Allontanarsi dalla linea gialla.

"Non vuoi sapere perchè stavo gridando?"
"Perchè,come diceva il babbo,la testa non ti accompagna"

"E allora?Cosa stiamo aspettando?"
"Lei non mi vuole.Ecco cosa stiamo aspettando"
"Tu la ami?"
"Sì,certo"
"Anche lei ti ama!Perchè fai il vigliacco?"

"Tu sei la mia ragione di vita,il motivo per cui riesco ad alzarmi dal letto la mattina.Senza di te a quest'ora mi sarei già buttata dal tetto!"
Anche lei.
Allora abbiamo qualcosa del DNA:il suicidio genetico.

Non è vero che ciò che non ti uccide ti fortifica.
Ciò che non ti uccide a volte ti risparmia solo per torturarti più lentamente.

"Se il tuo sogno non si avvera forse era il sogno sbagliato..."
Non accetto consigli da uno che parla come un Bacio Perugina.

...un timido alieno in un mondo del lavoro terrestre fatto di precariato,dove le astronavi delle multinazionali sono pronte a tutto per impadronirsi della galassia della dignità.

E' proprio vero che è nell'infanzia che si scrive il futuro.

E poi,sulla parete,scrivo con caratteri giganti: MEGLIO TARDI CHE QUA.

Lei non c'è più.
Mi ha mollato in questa vita nebbiosa di Provincia Valley e ora la tristezza è la carta da parati della mia vita e non c'è pubblicazione,soldi o passere che possano strapparla e riportare la luce sul mio muro.

Riuscivi a sapere quello che avrei pensato ancora prima che arrivassi a decifrare le mie stesse emozioni.

Sei ossessivo.
Sei egoista.
Sei irascibile.
Sei arrogante.
Non apprezzi i miei cambiamenti.
Metti in dubbio tutto.
Metti in dubbio me.
Mi dici mille cattiverie.
Mi lasci mille volte.
Non mi cercare mai più!
E chi ti cerca!
Lo vedi che non mi cerchi?
Non farti più sentire.

Mi.Ti.Mi.Ti.
Ma io ho bisogno di te.
E che vorresti?
Non lo so ma io ti amo.
Anche io ti amo.
E allora?
Allora,non so come,ma ci ameremo.

Un bugiardo deve credere nella sua bugia.

Se Marzullo mi chiedesse di descrivere la mia vita con un aggettivo,direi "faticosa".

L'amore ci fa fare delle cose veramente buffe.

Vedo che sta andando a caccia della sua rivincita.
Il suo problema è che tutti i giorni lui cerca una rivincita e,a forza di giocare la partita della vita finisce che nel momento clou della stagione ti ritrovi stanco e spompo.

I giorni come questo non dovremmo farceli sfuggire mai.
Dovremmo tenerceli stretti finchè non si strappano.

Quella è la costellazione della buona sorte e oggi sta finalmente guardando noi.

Sto assaporando l'aroma della vita che cuoce finalmente a puntino,non troppo scotta,non troppo al dente.

Quel fottuto cameriere che noi chiamiamo destino stavolta ci sta servendo un'ottima bistecca di vita cotta al momento giusto e servita con un contorno di fortuna,innaffiata con un ottimo entusiasmo d'annata.

"Voi due vi muovete in simbiosi,siete complementari come i pezzi di un puzzle."
Continuo a ripetere come un mantra che noi siamo i pezzi di un puzzle.

I pezzi di un puzzle.

Se tutti hanno i loro problemi,perchè come dice mia nonna "ognuno porta la sua croce",allora io non capisco come possa la gete avere tutta questa voglia di festeggiare.

A me queste lucine luminose del Natale mettono una voglia di aggrovigliarmele intorno al collo e impiccarmici.
Vorrei riempire di gocce di merda ogni panettone in circolazione.
A Natale e in tutte le feste comandate,io sto male.

Quel che vorrei è ciò che amo.
E ciò che amo è morto o fuggito.

Da giovane pensi  che ci sarà sempre un domani migliore.
Poi un giorno ti accorgi che quel domani era ieri.

Mi incanto a osservare una creatura di almeno 15 anni più giovane di me e circondata dall'euforia dei suoi anni.
Non cerca niente,forse,e non può immaginare che un giorno le rughe e le delusioni le porteranno un duro conto da pagare.

Che strano paese questo:
uno che sarebbe dovuto finire a vendere pentole antiaderenti e biciclette col cambio Shimano,fa il Presidente del Consiglio.
E uno che ha recitato e spiegato la Costituzione in Piazza Santa Croce gli dà pure ragione.
Difficile fidarsi del loro Futuro Migliore.

Eri un bambino quando i tuoi genitori ti lasciarono in auto,a leggere,mentre loro si allontanavano per qualche minuto.
All'inizio continuasti a leggere il tuo libriccino,ma quando ti accorgesti che il tempo stava passando e che loro non tornavano,ti fermasti.
Iniziasti a guardare fuori dal finestrino e vedesti un ampio piazzale vuoto intorno a te.
Dagli alberi cadevano copiose foglie che il vento divideva e sparpagliava in ogni dove.
L'estate,il sole,il mare,i giochi,il campeggio erano ormai solo un ricordo.
L'autunno era arrivato e con lui un cielo grigio che vi avrebbe fatto compagnia per molto tempo.
Le poche persone che riuscivi a intravedere era tutte lontane,tutte sconosciute e troppo di fretta per poter chiedere loro che fine avessero fatto i tuoi genitori.
Solo un lupo passò vicino alla vostra auto,ti vide col naso schiacciato sul finestrino e si fermò a consolarti.
Restò con te a lungo,a sorvegliarti e proteggerti,finchè non venne il tempo di rivelarti un segreto.
Te lo disse sottovoce,proprio come si fa con i segreti,quelli veri.
Poi ti salutò e scomparve,braccato dal tempo.
Le stagioni si susseguirono e tu per ingannarle terminasti il tuo libro.
Lo leggesti centinaia di volte fin quando,un giorno,sentisti dei passi in lontananza.
Un uomo e una donna si avvicinarono lentamente a quella che era ormai divenuta la tua auto.
Li scrustasti finchè riconoscesti quei 2 anziani.
Erano i tuoi genitori.
Provarono ad aprire la vettura,ma quella ormai non era più la loro auto.
Così,dopo qualche tentativo si avvicinarono al vetro,ti dissero qualcosa,ti spedirono un bacio e poi se ne andarono,ognuno per la propria strada.
Tu,che nel frattempo eri divenuto un uomo,prendesti il tuo libro,ti mettesti un cappello in testa e un giacchetto e ti facesti forza.
Tra mille dubbi e incertezze decidesti che era arrivato il momento di abbandonare il tuo veicolo.
Fuori era ancora freddo ma l'inverno era ormai giunto al termine.
Uscisti dall'auto e,poggiati i piedi sull'asfalto gelido, guardasti quella vecchia auto sporca e arrugginita.
Prima di andartene però tornasti a osservarla,cercando di ricordare il segreto che ti aveva rivelato quel lupo.
Sul vetro del finestrino,in controluce, intravedesti qualcosa.
Ti avvicinasti e potesti vedere quello che la creatura aveva scritto alitando sul vetro.
Era il segreto.
Quindi,quando sarai pronto,guardati in controluce.
Sul vetro che hai dentro,dovresti aver scritto il tuo segreto.

Non sto dicendo che l'erba del mio vicino è più buona,sto dicendo che la sua erba è racchiusa dentro un giardino ben curato.

Questa città è una donna bellissima che sta chiusa in casa per non sciuparsi le unghie.
Ogni tanto si bacia allo specchio e si dice:"Mi amo".

Brutta bestia la solitudine.
E soldi e coca non la cureranno.

Ora è giunto il momento di fare pace perchè la guerra fa bene solo all'industria bellica e alle case farmaceutiche.
E noi non siamo figli nè degli uni nè degli altri.

Com'è difficile perdonare!

Solo dinanzi al rischio di perdere il bene primario si è capaci di entrare in contatto con il proprio vero io.

Così,alla fine,mi sono detto che eravamo tutti assolti perchè non è da considerarsi reato l'aver sognato oltre le proprie possibilità.

Lui era convinto di aver bisogno dei miei occhi e invece aveva bisogno solo del mio cuore.

In fondo la vita,o quantomeno la vita di quelli come noi,ha un solo senso.
Credo che la nostra categoria sia quella col maggior grado di difficoltà circa il raggiungimento di uno stato di realizzazione.
Noi che tendiamo a isolarci nell'angolo di un pub,guardando in solitudine un telefono che non vuole squillare.
Perchè siamo fatti così:troppo brillanti per essere torsoli,ma troppo ingenui per essere furbi.
Troppo diversi dal branco per comandarlo,eppure troppo socievoli per restarne fuori.
Noi,noi che siamo solo Cani soli di mezza taglia.



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