sabato 27 gennaio 2018

"Siddharta" Hermann Hesse (1922)



LA TRAMA:
Chi è Siddharta?
E'uno che cerca,e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita.
Passa di esperienza in esperienza.
Dal misticismo alla sensualità.
Dalla meditazione filosofia alla vita degli affari e non si ferma presso nessun maestro.
Non considera definitiva nessuna acquisizione.
Perchè tutto ciò che va cercato è l tutto,il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti.






IL MIO GIUDIZIO:
In passato,un paio di volte,avevo iniziato a leggere questo libro,
per poi abbandonarlo,annoiata,dopo poche pagine.
Probabilmente ero troppo giovane per apprezzarlo o,ancora più probabilmente,
non era per me il momento adatto a leggerlo.
Adesso che ho iniziato ad interessarmi alla filosofia buddista,però,
mi è sembrato doveroso provare nuovamente a cimentarmici e,infatti,
l'ho trovato di una sensibilità pazzesca.

A dire il vero,ero sempre stata convinta che questo capolavoro di Hesse narrasse la vita del Budda "per eccellenza",ovvero dello Shakyamuni e invece egli compare brevemente,come personaggio secondario.
In realtà la storia narra di un altro Siddharta,uomo comune ma,come ognuno di noi,un Budda potenziale...visto che il dono della "buddità" è insito in ogni persona e bisogna solo adoperarsi per farla emergere al massimo,questa potenzialità.

Siddharta,come molti,ha un animo inquieto e insoddisfatto ed è alla continua ricerca della serenità che non riesce a trovare nè fuori nè dentro di sè.
Passa da una vita da asceta,convinto che l'annullamento dei desideri, i digiuni,le sofferenze e l'esasperazione del dolore portino a non sentire più nulla,
ad un'esistenza trascorsa nella lussuria,nella ricchezza e nella dissolutezza.

Ma si rende conto che,in entrambi i casi,ciò che ottiene è solo uno stordimento momentaneo.
Un obnubilamento dei sensi fittizio e,in ogni caso,di breve durata.

Dopo aver toccato il fondo della disperazione,però,si "risveglia",
rinasce a nuova vita e realizza che la felicità non sta nè nelle privazioni nè,tantomeno,
nelle cose effimere e materiali.
La felicità è dentro ognuno di noi e la si può ottenere riscoprendo la semplicità delle piccole cose,
la bellezza del mondo che ci circonda,
accettando i momenti di dolore e lasciandolo fluire e defluire come un evento naturale.
Perchè facciamo parte di questo Insieme,ne siamo un tutt'uno e il dolore altro non è che l'altra faccia della felicità.
Felicità che ogni uomo merita,che ogni uomo può e deve avere,semplicemente impegnandosi manifestarla dal profondo di sè.

Scritto con un linguaggio semplice ma allo stesso tempo aulico e poetico questo breve romanzo offre tantissimi spunti di riflessioni,atti ad arricchirci spiritualmente.


IL MIO VOTO:
Breve ma intenso romanzo che non può mancare nella biblioteca e di ognuno di noi e che,ognuno di noi,dovrebbe leggere almeno una volta nella vita perchè apre gli occhi e il cuore.

LO SCRITTORE:



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