domenica 20 dicembre 2015

"La verità della suora storta" Andrea Vitali (2015)






LA TRAMA:
Sisto Santo ha la manualità e la fantasia giuste del meccanico di rango.
Da ragazzo ha riparato perfino una Peugeut 403 senza fare una piega,lasciando a bocca aperta il Scaton,il suo capo officina,che i diesel manco li conosceva.
Però adesso fa il tassista.
Si è comprato un Millenove e aspetta i clienti alla stazione ferroviaria di Bellano.
Pochi.
Arrivano da Sondrio o da Lecco e Milano,vanno in visita all'ospedale o su al cimitero.
Oggi gli è capitato un fattaccio.
Una donna arrivata dopo pranzo,poco prima che dalla radiolina che tiene in macchina partisse la sigla di "Tutto il calcio minuto per minuto".
Non che fosse importante:ultima giornata,campionato 1970 già bell'e andato al Cagliari,però...
Gli ha chiesto di essere portata al cimitero,che non sa nemmeno dov'è.
Ma poi,arrivati là,il Sisto si è accorto che la donna era morta.
Proprio lì,sul sedile posteriore del Millenove,macchiandolo pure di urina.
Un guaio mica da ridere.
Da tirare in ballo il maresciallo Riversi.
Anche perchè la donna è senza borsetta e non si riesce a capire chi sia,nè chi stesse cercando al cimitero di Bellano in quel pomeriggio di fine aprile.
Con grazia e ironia Andrea Vitali imbastisce una nuova storia dall'intreccio imprevedibile e commovente.
Nella sua Bellano,specchio di un mondo passato ma a suo modo sempre attuale,si muovono i personaggi della "Verità della suora storta",ognuno alla ricerca di un approdo che metta pace tra i segreti e le speranze della propria vita,strappandoci un sorriso per le soluzioni a volte stravaganti o strampalate che mettono in scena.

IL MIO GIUDIZIO:
A essere sincera,inizialmente non volevo nemmeno leggerlo quest'ultimo romanzo del Vitali.
Lo so,può sembrare strano,un'eresia quasi,visto che è da sempre il mio scrittore preferito.
Ma ultimamente mi ha un pò deluso a livello personale...mi è sceso dal cuore e quindi non avevo nemmeno la curiosità di sapere di cosa parlasse e,a differenza delle altre volte,non mi sono fiondata ad acquistare il romanzo il giorno stesso dell'uscita in libreria.

Poi però...non ho resistito e il richiamo vitaliano è stato più forte di ogni amarezza.
E quindi,eccoci qua.

Una storia un pò diversa da quelle a cui il dottore ci ha abituato:
ambientata (e quello è d'obbligo!) a Bellano,nel 1970 e non negli anni '40,
non compaiono gli storici personaggi,quali il Maccadò,il Mannu e il Misfatti,
ma facciamo la conoscenza del maresciallo Riversi,del prevosto Cantoni e di una perpetua che,caso più unico che raro,non è nè petulante nè pettegola,tanto da farci un pò rimpiangere la scorbutica Scudiscia,di vitaliana memoria.

Anche i nomi dei personaggi,tranne il farsesco "Manina",sono,tutto sommato,comuni e normali,mentre la vicenda narrata,per quanto scorrevole e avvincente,non fa ridere a crepapelle,come succede in buona parte delle opere dell'autore.

Tutto è incentrato su un piccolo ma intricato "giallo":
chi è la misteriosa e sconosciuta signora di mezza età,deceduta improvvisamente sul tassì che dalla stazione di Bellano la stava trasportando verso il cimitero del paese?
A chi stava andando a rendere visita e perchè?
E,soprattutto,che relazione c'è fra questa donna e la "suora storta",

che presta servizio come infermiera all'ospedale...e non sta mai ferma,è sempre indaffarata e nasconde sicuramente qualcosa?


IL MIO VOTO:
Non esilarante come "Olive comprese" o "La figlia del podestà" ma si legge comunque con piacere,capitolo dopo capitolo.
Peccato solo per il finale,decisamente ovvio e assai scontato.

* DISCRETO *


LO SCRITTORE:



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