lunedì 13 ottobre 2014

"Lettera di una sconosciuta" -Praterfruhling- Stefan Zweig (1922)







LA TRAMA:
"A te,che non mi hai mai conosciuta".
E'questa l'intestazione della lettera che,nel giorno del suo compleanno,riceve un romanziere viennese,un qurantenne di bell'aspetto a cui la vita ha offerto i suoi doni più ambiti:
la ricchezza,la fama e il fascino.
"Ieri il mio bambino è morto".
Esordisce così la misteriosa donna,e prosegue:
"Adesso mi sei rimasto solo tu al mondo,solo tu che nulla sai di me".
Quando lui leggerà quelle righe,lei sarà già morta:
per questo concede a se stessa di raccontargli la propria vita,la vita di una creatura che per più di 15 anni gli ha votato "con tutta l'abnegazione di una schiava,di un cane" un amore "disperato,umile,sottomesso,attento e colmo di passione".
Senza mai rivelargli il proprio nome,senza mai chiedere nulla,portandosi dentro un unico,struggente desiderio:
che incontrandola,almeno una volta,lui la riconosca.
Ma quasi sempre per l'uomo il volto di una donna "rispecchia solo una passione,un gesto infantile,un moto di stanchezza e svanisce con la stessa facilità di un'immagine allo specchio".
Zweig ci trascina nel labirinto di un amore assoluto,offrendoci il ritratto di una donna ardente e viva e a,al tempo stesso,immateriale "come una musica lontana".


IL MIO GIUDIZIO:
Questo breve romanzo o lungo racconto,visto che sono solo poche decine di pagine,
è la prima opera di Stefan Zweig con cui mi cimento.

A dire il vero non avevo mai sentito nominare questo autore.
Ho deciso di leggerlo perchè attratta dal titolo e dall'incipit della narrazione: "A te che non mi hai mai conosciuta".
Anche nel mio passato c'è una lettera a cui non ho ricevuto risposta e c'è un uomo che mi ha avuta senza mai desiderare conoscermi davvero,quindi mi sono molto immedesimata nelle parole della protagonista di questa storia.

Protagonista di cui non si sa niente:
nè nome,nè aspetto fisico,nè tratti caratteriali...l'unica cosa che emerge dalla sua epistola è il sentimento sconfinato e straziante che prova per questo narcisista egocentrico.

Un racconto scritto agli inizi del 900 ma quanto mai attuale.
Il cinismo e la spietatezza d'animo contrapposti all'amore più puro e disinteressato.

La persona a cui la lettera è indirizzata è un personaggio di spicco,un noto scrittore,giovane,bello e affascinante,che tratta le donne come fazzoletti che,una volta usati,si possono tranquillamente gettare via senza il minimo riguardo.
Un uomo del tutto indifferente e dispatico,emotivamente autistico,direi.
Talmente superficiale da non ricordare neppure il volto di una donna più volte incontrata e con cui ha avuto anche rapporti intimi.
Totalmente pieno di sè e concentrato sulla sua persona,che si trova infine,però,a rimirarsi nello specchio della sua effimera vanità in totale solitudine.

E le rose che,per la prima volta in tanti anni, non riceve per il suo compleanno,il vaso vuoto sulla scrivania sono l'emblema della vacuità della sua esistenza.

IL MIO VOTO: Breve ma intenso. Consigliato soprattutto a chi ci ha messo il cuore e altrettanto cuore non ha trovato.
* DISCRETO *

LO SCRITTORE:








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