lunedì 13 maggio 2013

Frasi dal libro "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman



Non avrei mai immaginato quanto potesse essere difficile spiegare,sbriciolare questa sensazione in parole.
E’come se tu mi avessi teso una mano,facendomi superare il confine oltre il quale si trova la luce.
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo,indistruttibile,posto all'estremità della spina dorsale.
Si chiama "Lux" in ebraico,e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fuoco.
Da lí,da quell'ossicino,l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti.
Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco:cercavo di indovinare quale fosse il "Lux" delle persone che conoscevo.
Voglio dire,quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro,impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati.
Ovviamente ho cercato anche il mio,ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni.
Allora ho smesso di cercarlo.
L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola.
Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero,folle e dolce,che forse il mio "Lux" non si trova dentro di me,bensì in un'altra persona.
Di strette al cuore tu ne sai qualcosa.
Forse sei addirittura un’esperta,a modo tuo.
Ma fino a questo punto?
Davvero?
Come  se tu avessi perso qualcosa di prezioso,di agognato,un attimo prima di averlo ottenuto?

Forse è impossibile non essere belli quando si è felici.

Con te  ritrarsi è un delitto.

In fondo sto cercando un compagno per  un viaggio immaginario.
Ma hai sbagliato nel dire che forse non ho bisogno di un compagno reale.
E’ esattamente il contrario:ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio immaginario.

Sai,invece,quando ho veramente provato una stretta al cuore?
Quando hai descritto te stessa e,chissà perchè,ti sei riassunta in una sola frase,oltretutto tra parentesi.
Se è davvero così,se ti senti tra parentesi,permettimi allora di infilarmici dentro,e che tutto il mondo ne rimanga fuori,che sia solo l'esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.

Si vedeva come ogni emozione ti si rispecchi subito sul volto.
Era evidente fino a che punto sei incapace di nascondere,e quanto tutto ciò sia pericoloso.
Ma dov’eri quando la vita ce l’ha insegnato?

Quello che intendo dire è che,se solo potessi raccogliere un po’ di quelle briciole dell’anima,forse potrei comporle in un mosaico completo e capirei finalmente qualcosa,il principio che mi mantiene unito,non credi?
Sto parlando di cose che non hanno un nome,cose che nel corso della vita si accumulano sul fondo dell’anima,sedimenti e strati di terriccio.
Se mi chiedessi di descriverteli,non saprei da che parte cominciare,non avrei la parole adatte.
Solo una stretta al cuore,un’ombra passeggera,un sospiro.
Qualcuno si stringe nelle braccia in un gruppo di persone e improvvisamente ti senti sommerso dalla nostalgia.

..quando cadi nel tuo pozzo di Giuseppe,abbandonata da tutti...credi che un giorno potrai raccontarmi cosa si prova a stare lí?
E chi ti getta laggiù con tanta facilità?
E chi ti nega una mano per farti uscire?
E cosa ti succede nei giorni maledetti in cui ti senti come il pozzo dopo che anche Giuseppe l'ha lasciato?
Scrivi,racconta...ogni giorno sprecato è un delitto!

Il mio incubo,quando mi trovo nelle grandi città europee,sono i figli delle mendicanti.
Sai di cosa sto parlando?
Di quelle donne sedute per strada o nelle stazioni della metropolitana che hanno sempre un neonato o un bambino sulle ginocchia.
Già da un pò ho notato che quasi sempre i bambini dormono.
A Londra,a Berlino,a Roma...
Ho il sospetto che le madri li anestetizzino di proposito,li droghino,perchè un bambino addormentato fa ancora più pena e "aiuta gli affari".
Non è solo la crudeltà a deprimermi,ma l'idea che quei bambini passino la loro vita dormendo.
Pensare che c'è un bambino (e ce ne sono centinaia così!) che per anni,forse per tutta l'infanzia,vive a Londra,o in un luogo magnifico come Firenze,senza vedere la città,sentendo solo,nel sonno,i passi della gente,il rumore delle macchine,il battito del cuore della metropoli,e che,svegliandosi,si ritrova nella misera topaia in cui vive.."
Quando mi imbatto in una donna così per strada,le do sempre qualcosa,e nel farlo fischietto anche una bella canzone,allegra,con tutte le mie forze...

A cuccia,cuore,a cuccia!

Ho troppo rispetto per i libri e non avrò mai la sfrontatezza di scriverne uno.

Non ridiamo più.
C’è un silenzio prolungato,quasi terrificante.
Vorremmo staccarci ma non ne siamo capaci,e negli occhi di entrambi si aprono altri schermi in profondità.
Penso a come un attimo simile ricordi il momento della tragedia,dopo la quale niente sarà più come prima.

Ebbene,quello stesso “io” desidera con tutte le sue forze essere,anche solo per un momento,lo sfavillio di un’anima sotto la fuliggine dell’indifferenza e dell’estraneità degli altri,lanciare un grido chiaro senza parole,”a corpo aperto”.

I miei occhi nei tuoi e il peso del tuo corpo contro il mio.
Un’anima estranea che svolazza libera dentro la mia e io non mi rinchiudo in me stesso,non la sputo fuori come un nocciolo conficcato in gola.
Al contrario,la inspiro ancor di più e lei si aggrappa al mio corpo dall’interno.

Sono un po’ ubriaco di pensieri, ti dispiace?

Chi sei?
Non so,vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me.

Sei una donna che deve essere svelata.

Noi 2 siamo gente che vive di parole.

…pur sapendo fin dall’inizio che sarebbe finita così e che avrebbe dovuto continuare a viver e con quella perdita…

Forse mi sono tuffato troppo in fretta.
Ho alle spalle una  lunga e triste storia di tuffi prematuri:nel lavoro,nella vita,in famiglia…

Forse distruggo le prove della tua esistenza ,ma dentro di me esisti in un modo che mi atterrisce.

Un polverone intorno e un silenzio tremendo.
Mi riscuoto da tutto ciò che ero fino a un minuto prima e mi guardo in giro con cautela.
Comincio a gelare per il freddo che mi avvolge dentro e fuori,un freddo che solo i buffoni e gli stupidi conoscono.

Quelli hanno continuato a parlare,a intrattenersi nella conversazione,come tutti sanno fare molto bene,ma tu non eri già più lì.
E la cosa incredibile è che ho visto come fuggivi senza muoverti dal tuo posto.
Ho anche visto dove sparivi.
Qualcosa nei tuoi occhi si è aperto e chiuso,una porta segreta ha sbattuto e d’un tratto solo il tuo corpo era presente.
Tenevi la testa un po’ china e ti stringevi nelle braccia,come se stessi cullando te stessa bambina.
Sulla fronte ti si sono disegnate delle rughe distupore,come quelle di una bambina intenta ad ascoltare una storia lunga,complicata e triste.
Sì,il tuo viso si è staccato da se stesso e ha cominciato a librarsi nell’aria.

Per un po’ forse continuerò a urlare il tuo nome,nel cuore.
Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà,
Magari andrò di nuovo da qualche parte fuori città,in un posto dove non c’è gente,per gridare con tutte le forze:”Myriam,Myriam,Myriam,Myriam!”

E’ una legge non scritta:
chi vuole starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima.
Perché qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi.
Uno sguardo ben mirato basterebbe.
Non sto scherzando.
Sono convinto che da qualche parte,dentro di me,c’è un punto vulnerabile che chiunque,anche uno sconosciuto,può vedere e colpire.
Eliminarmi con una parola.

Voglio tutto con te,perché solo con te posso volere tutto.
Perché forse,solo attraverso questo prodigo tutto ci verrà svelata,a poco a poco,l’essenza particolare che può crearsi fra te e me,ma mai tra altre due persone.

Dopo aver fatto l’amore,dormiremo abbracciati.
La tua schiena contro il mio ventre.
E io stringerò le dita dei piedi intorno alle tue caviglie,come delle mollette,perché tu non possa volar via la notte.
Saremo come un’immagine su un libro di scienze:un frutto tagliato a metà,tu la buccia e il il torsolo.

Non smetto si stupirmi per come quest’arida vita abbia improvvisamente deciso di mostrarmi il suo seno prosperoso.

Domanda:perché non c’è in me una briciola di nobilità o di delicatezza a insegnarmi che non si deve dire tutto?

Ho paura a dirti quanto sia capace di inaridire.
Sono Yair l’inariditore.
Muoio dalla voglia che avvenga un miracolo e che tu mi compaia davanti per caso,in strada…

Ma io sono una tigre che impazzisce nell’impossibilità di divorarti.

Sono un “gemello nero”.
Hai bisogno di spiegazioni? Sono un bambino che nell’utero ha ucciso il suo gemello.
So che questa idea non ti diverte,ma mi accompagna da sempre,sin dalla prima infanzia.
Mi vedo come un relitto umano,rimasto irrimediabilmente ferito e contuso nella lotta sostenuta contro il gemello nell’utero.
Chi era costui? Non so.
Perché avrei dovuto ucciderlo? Non so nemmeno questo.
Anche l’idea è rimasta allo stadio embrionale.
Era un esserino piccolo e luminoso.
Lo vedo circondato da un alone giallo o dorato.
Un essere uterino celestiale e raggiante.
Emanava una luce calma,costante,non discontinua.
E io l’ho ucciso.
E adesso,mentre lo scrivo,la cosa m’intristisce.

Conosci il rito di scomunica che si nasconde dietro le parole:
"Un giorno proverai cosa significa avere dei figli come te"?
Sí,lo conosci.
Come dici tu?
Certi sguardi,certe espressioni,certi silenzi,ti riducono in polvere e cenere.
Ci vuole davvero poco a rovinare un essere umano per sempre...
Mi sembra che tu lo conosca quanto me...Myriam,cerca solo di essere diversa da quello che si racconta di te...

Non ti racconterò dei miei genitori.
Ho avuto un padre e una madre,ma il bambino che ero non aveva genitori.
Hai indovinato:sono nato orfano.

Ho pensato per la millesima volta a quanto sia bello esserci trovati in questo gigantesco mucchio di piselli,e che fortuna abbiamo a essere entrambi nati nello stesso paese e a parlare la stessa lingua.

Ieri,mentre scrivevo,ho pensato a quanto sono strane le lettere.
Quando tu ricevi una mia lettera io sono già altrove.
Quando io ne leggo una tua,mi trovo di fatto in un tuo momento passato.
Sono con te in un tempo in cui ormai non sei più.
Il risultato è che ognuno di noi vive momenti da cui l’altro è già uscito.
Cosa ne pensi?
Forse è questa l’origine della tristezza che quasi ogni tua lettera suscita in me,indipendentemente dal suo contenuto.
La vita scorre.


Perché non obbligano la gente a ottenere una licenza per l’uso di determinate parole,così come è richiesto il porto d’armi?
Una volta,quando uno stronzo nostro vicino,mi diede una sberla in mezzo alla strada,perché l’avevo disturbato durante le ore di riposo pomeridiano,mio padre si affrettò a rientrare dal balcone,facendo finta di non avere visto.
Ma io lui,l’avevo visto.

All’erta! Tutti i reparti,allarme generale!
Fuga di felicità!
Cercherò di individuare subito il guasto!
No,invece,no!Niente allarme generale!
Voglio che questa felicità fluisca e voglio farmi trasportare da lei.
Non ho paura di nulla,sono disposto a gridare con tutte le mie forze che lo voglio,è possibile,io e te ci verremo incontro e ci troveremo a metà strada.
E’ una cosa meravigliosa che può anche succedere.

Lo so,sono talmente aggrovigliato che ora,forse,non è più possibile districarmi.

Posso solo sederti accanto e piangere con te,mentre ci domandiamo per l’ennesima volta:perché è così?
Perché non riusciamo a produrre dentro di noi la materia prima di cui abbiamo bisogno maggiormente?

Anche se parleremo per 30 anni,mi sentirò sempre come se avessimo appena cominciato.

La cosa più difficile è che non ho nessuno con cui condividere quello che provo.

Questo voglio ora.
Vedere l’oscurità che c’è nell’altro.
Perché accontentarsi,Myriam?
Perché non chiedere,per una volta,di poter piangere con le lacrime di un altro?

Me ne sto là fuori,appoggiato al davanzale della vita.

Uno sconosciuto ha visto in me qualcosa che lo ha tanto colpito da spingerlo ad affidarmi la sua anima…

Grazie a Myriam vivo qualcosa che lei sola è riuscita a risvegliare in me e che altrimenti sarebbe morto.

Chi può resistere alla tentazione di sbirciare nell’inferno di un altro?

Da tempo ho notato che,appena ho un momento libero,tu fai subito capolino nella mente.

Tutto è importante,come fai a non capire che tutto quello che racconti è importante e prezioso per me?
Tutti i tuoi particolari…

A volte,lo si vede nei film,qualcuno fa un passo falso.
Prende una strada piuttosto che un’altra,apre la porta alla persona sbagliata,e viene risucchiato in un incubo.

Non sai di quante allusioni a te sia pieno il mondo.

E io ricordo ancora la sensazione fisica di angoscia che mi riempiva,strisciando,per poi fossilizzarsi nel punto in cui,una volta,c’era la gioia di vivere.
L’angoscia che tutto quello che di buono c’è in me non sarà mai dato a nessuno,e nessuno lo vorrà mai.
Ma cosa c’è di buono in me?

Quest’uomo vuole solo dormire.
Fino a che l’incubo sarà finito,e poi dimenticare.

Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma.
E mi rende felice.
Mi scorre nel corpo come una medicina,facendoti gorgogliare dentro di me.
Non smettere.
Non smettere di essere.

Sono eterno,come il nulla.

Dopotutto,in certi momenti,il mio respiro si era mescolato al suo.

Mi chiedo se per caso i muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia diventando troppo pesante per la mia illusione.

Chiedimi di affrontare senza riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al suo interno,richiudendosi sopra di me.
Chiedimi di provare il dolore di un altro,di sentire dove fa male,in quale punto del corpo.
E se ritengo davvero possibile provare il dolore di un altro,o se per me è solo una menzogna qualsiasi,una frase vuota.

Già dalla tua reazione alla mia prima lettera ho capito che mi avresti condotto molto lontano,oltre il mio orizzonte e nonostante questo ti ho seguito.

Cosa augurarti?
A dire il vero,dovrei augurarti te stessa,perché tu sei il regalo più prezioso,più raro a cui possa pensare.

Se solo ci fosse qualche altra soluzione,qualche altro modo di vivere nel mondo.

Ecco,anche questo ho imparato da te:vivo soprattutto in quello che non ho.

Non credo che tu sia la persona in grado di guarirmi dalle ferite interiori;
ma forse,in questa fase della mia vita,non ho tanto bisogno di un medico,quanto di una persona che ha una ferita simile alla mia.

Forse non sei in grado di credere che esista al mondo un luogo in cui tu possa essere te stesso,e sentirti amato.
Perché,se è così,non crederai mai che qualcuno possa amarti.

Mi aggiro con una sensazione permanente di confusione.
Un errore che ingigantisce…quanto andrà avanti?

Non si può guarire solo con le parole.
Ammalarsi sì,quello probabilmente non è molto difficile.

Non ho un posto nella tua vita.
Avrei già dovuto rassegnarmi.
E se anche tu lo volessi,non oseresti trovarmi un posto libero nella tua realtà.
Come fai  a destreggiarti fra tutte quelle porte che si aprono e si chiudono?
E qual è il luogo in cui vivi veramente una vita completa?

Come sei entrato nella mia vita?
Com’è possibile che fossi così indifesa?
E non sei nemmeno entrato da una finestra,o da un lucernario.
Sei riuscito a trovare una fessura attraverso la quale mi hai trafitto il cuore.

Non sentiamo il bisogno di aggiornarci sull’intensità dei nostri sentimenti.
Non dobbiamo estirpare il bulbo dal fiore a ogni minuto per misurare la lunghezza della radice.

Non mi era stato nemico e ora lo è.
Un nemico disperato e miserabile che merita persino compassione,ma anche un nemico che ricorre a un’arma impropria.

Quella disperazione per tutte le possibilità mai esistite.

Un altro giorno.
Non ci sei.
Non smetto di guardare il cielo.
Come sei riuscito a trasformare il mondo intero in un’enorme morsa che,a poco a poco,si stringe intorno a me?
Basta!Basta!Basta! (Anche se mentre lo dico,vorrei urlarti:”Parla!”)
Cambiamento di visione.
Guarda:sei un orologiaio losco e intrigante.
Stai seduto nel tuo sgabuzzino soffocante e pieno di ticchettii.
Sei tu.
Un uomo in cui arde un istinto fortissimo e perverso.
Fai girare incessantemente gli ingranaggi di alcuni orologi e li carichi in modo che squillino uno dopo l’altro,in base a un piano segreto che hai messo a punto:notte e giorno,estate e inverno,per tutto il tempo…
E’ possibile ravvisare in te qualcosa di questo orologiaio,vero?
La forza di volontà,l’arroganza con cui carichi i tuoi continui innamoramenti,così da essere sempre immerso in una musica (femminile?)che risuonerà e farà udire i suoi rintocchi intorno a te.
Echeggerà per te.
Perché non ci sia nemmeno un momento di quiete,di silenzio,in cui potrai percepire,Dio non voglia,il tempo che scorre.
Questo è successo?
Sono stata solo un accessorio in un culto privato?
Forse cambi donna a ogni stagione,e questa è stata “l’estate di Myriam”,a cui seguirà l’inverno di chissà chi.
Forse misuri il tempo in donne,e io ero soltanto una lancetta che segna il trascorrere di un’altra ora.
Esci dalla mia vita.

C’è qui una donna che striscia per terra dopo una tragedia.
Non sa nemmeno quale sia questa tragedia.
In certi momenti le sembra che tutto ciò che la circonda venga cancellato.
Poi capisce che nulla è cambiato,solo lei non è più quella di prima.

Io sono solo felice quando qualcuno,”carpisce in me una scintilla”.
Prendano pure.
Sono in così pochi a farlo.

In ogni caso bisognerebbe chiarire una volta per tutte perché un brutto momento può andare avanti per mesi,mentre un momento di grazia dura sempre e solo un momento.

Scrivere mi fa bene,lo sento.
Anche quando scrivo cose tristi,qualcosa in me si tranquillizza,sento di avere uno scopo.

Perché ti scrivo?
Non sono affatto sicura di saperlo.
Forse perché oggi le nuvole sono più fosche del solito.
Forse perché,per la prima volta da quando sei sparito,mi sento capace di rivolgermi a te e parlarti.
E forse perché mi sembra che,a poco a poco,mi sto avvicinando al punto in cui potrò separarmi da te,o perlomeno dall’attesa dolorosa della tua ricomparsa,senza rinunciare ai sentimenti e alle sensazioni che suscitavi in me.

Speravo di essere più equilibrata nei tuoi confronti,ma quando mi rivolgo a te,e tu non ci sei,risuona ancora in me quella voce,il senso di offesa,la nostalgia di un’occasione perduta.
E non sono ancora capace,purtroppo,di cancellare quello che provo per te.

Mi ha fatto piacere e mi ha fatto anche molto male.
Non avevo mai conosciuto in vita mia,un piacere e un dolore simili,così fusi insieme.
Prometto che non ti scriverò più né cercherò di mettermi in contatto con te.
Non ti importunerò mai più.
A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia.

Chi è quest’uomo?
Temo non mi permetterai mai più di scoprirlo.

Quando ti ho incontrato laggiù mi sono sentita subito riempire da te.
Il mio corpo e la mia anima ti hanno parlato direttamente,oltre le tue parole,che non sempre amavo.
Perché laggiù tu mi ecciti veramente,mi stimoli,mi infiammi e mi fai male.
E quando mi hai permesso di stare laggiù con te,mi sono sentita viva come non mi era mai successo con nessuno.

Forse ci sarà anche l’arcobaleno alla fine,un regalo speciale per me.
Come sarò quando questo inverno sarà passato?

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