Nel letto, il cervello compie viaggi mentali allucinanti.
Chi si lamenta della vecchiaia è un demente. Anzi no, cieco mi sembra più azzeccato. Perché l'alternativa è una sola e non mi sembra auspicabile. Perciò già essere arrivato fin qui è un gran colpo di fortuna.
L'esperienza serve proprio a non commettere le stesse idiozie per una vita intera. Io non ho imparato nulla dal passato e continuo imperterrito ad agire d'istinto.
Una delle cose belle della terza età è che puoi fare ciò che vuoi, tanto non ci sarà una quarta nella quale pentirsi.
La verità è che ha sbagliato troppe scelte: studi, lavoro e marito. Con tutti questi errori sulle spalle non si può sorridere e fare finta di niente.
Non capisco come si possa decidere di propria iniziativa di trascorrere le giornate fra beghe inutili, come se la vita non fosse già piena di litigi, senza doverci aggiungere quelli degli altri.
Lei sapeva trarre il lato positivo da ogni esperienza. Io, invece, non mi sono mai accontentato di scovare un avanzo di bello nel brutto.
Alla loro età ogni scusa è buona per festeggiare e il compleanno è ancora visto come un traguardo da mettersi subito alle spalle per inseguire il successivo. Alla loro età non si è ancora capito che non si deve battere alcun record. Meglio arrivare fino in fondo a passo lento, gustarsi il paesaggio, mantenere un ritmo cadenzato e un respiro regolare per l'intero tragitto, per poi chiudere la corsa il più tardi possibile. Perché non so se i giovani lo sanno, ma una volta tagliato il traguardo non c'è nessuno che ti viene a decorare il petto con una medaglia.
Egoista è qualcuno che persegue il proprio benessere a ogni costo. Io il benessere non l'ho mai raggiunto. Anche come egoista sono un fallito.
Forse è vero che la vita gira in tondo e alla fine torna al punto di partenza: in un vecchio di 80 anni e in un neonato, se guardi con attenzione, riesci a scorgere le stesse paure.
Datti una mossa, non marcire in casa, fai qualcosa di folle, cerca di rimediare a tutto il non fatto della tua misera vita...ecco, appunto, il non fatto. Io sono lì, nel non fatto. La mia vera essenza, i desideri, l'energia e l'istinto sono conservati in tutto ciò che avrei voluto fare.
Agisco d'istinto: in alcuni casi o ci si lascia guidare da lui o non si combina nulla.
Se c'è da morire, ebbene, voglio farlo da vivo.
Tanto, se mi buttassero sulla Terra altre 10 volte, compirei sempre il medesimo percorso e cozzerei di continuo contro gli stessi scogli.
Se desideri qualcosa, l'attesa si trasforma in speranza e rende il tempo degno di essere vissuto.
È proprio vero che le cose che custodiamo con passione non muoiono mai, un po' come la casa dei nonni, che se chiudo gli occhi riesco ancora a visitare.
Ci sono tante persone sole al mondo che potrebbero incontrarsi, amarsi, essere felici, invece molti perdono tempo a inseguire china stento si accorge della loro esistenza.
Le persone accigliate, scontrose e sfiduciate, non sono cattive, è solo che, a differenza di altri, non sono state in grado di reggere la verità e cioè che il mondo non è un posto per i buoni.
La vita terrena dovrebbe essere come un viaggio in Oriente, un'esperienza che ci apre la mente e ci rende esseri speciali. Invece accade l'esatto contrario: ci tirano fuori dal buco nero che siamo candidi e ci infilano in una cassa dopo che ne abbiamo combinate di tutti i colori. Mi sa che qualcosa, nel lasso di tempo che restiamo quaggiù, non funziona a dovere.
Ho smesso di credere che dalla buca delle lettere possa uscire qualcosa di buono. Si sa, le belle notizie non vengono a cercarti fino a casa.
La pace è molto sottovalutata. Sì pensa che sia uno stato naturale dal quale ogni tanto ci si distacca, invece è l'esatto contrario: nella vita, la pace viene a farci visita solo in alcuni rari momenti e spesso neanche ce ne accorgiamo.
Brava, sorridi lo stesso, anche se fa male.
Nulla può essere controllato e l'unica cosa che ci è data di fare è vivere.
Ci si abitua anche ai silenzi e, alla fine, si conversa con loro.
Cosa c'è mai di tanto spassoso nel conoscere un nuovo individuo? Tanto siamo tutti uguali, chi più chi meno: un mucchio di difetti che passeggia per strada e incontra altri mucchi simili.
Ho paura che per alcuni, il bello incontrato da adulti non serva a cancellare il marciume che si portano dietro dall'infanzia.
Non so se i miei figli pensino che io sia così rimbambito da non stare in piedi o se, al contrario, sono loro ad avere bisogno di un sostegno.
Se si è poco sinceri con se stessi si accumula repressione e rabbia. E c'è poco da fare, la rabbia, per l'organismo, è come le feci: un residuo che non serve e deve essere espulso. E io, per lei, sono un ottimo lassativo.
"Per te è sempre tutto facile. Sei infelice? Cambia lavoro, marito e figli. Le cose non sono così semplici come le dipingi"
"Perché sei giovane, quando invecchia e capisci che tempo ne rimane poco, hai voglia se diventa semplice cambiare".
Ci sono vite lineari e altre più tortuose. La mia, di sicuro, appartiene alla seconda categoria. Poche volte ho saputo davvero ciò che desideravo e come raggiungerlo, per il resto ho navigato sempre a vista.
Era accogliente, sapeva accogliere, e io sono sempre stato attratto da chi mi permetteva di succhiare amore senza pretendere altrettanto.
Non avrei commesso molte delle stupidaggini con le quali tentavo di dare un senso all'esistenza se avessi avuto un lavoro avvincente.
Una passione non ti serve a scrollarti di dosso la polvere che ti porti dietro dall'infanzia, ma almeno ti aiuta a chiudere gli occhi la sera e a non annaspare nei tormenti.
Vivere nella paura costante di un pericolo non serve a scongiurarlo, ma solo a gettare via un altro giorno della propria esistenza.
Quella donna ha bisogno di attenzioni e di un po' di umanità.
Può anche sorridere, fare battute, parlare in un italiano impeccabile, concludere la serata in modo brillante, ma non può cancellare dagli occhi il senso di inadeguatezza che si porta appresso. È una delle tante persone che vive per chiedere scusa, come se la sua esistenza potesse infastidire qualcuno.
Se dovessi aprire bocca solo quando sono certo di essere ascoltato, rimarrei muto per il resto dei miei giorni.
È una donna infelice che non si ferma un attimo per non rendersi conto di esserlo.
Crediamo che la vita non finisca mai e dietro l'angolo ci sia sempre la novità che cambierà tutto. È una specie di raggiro che facciamo a noi stessi, così da non prendercela troppo per un fallimento, un'opportunità svanita, un treno perso.
Non smettere di desiderare una vita diversa, continuare a rincorrere i sogni, non scendere alla prima fermata, anche se sembra la più comoda.
L'amore col tempo sfuma, come i colori di una fotografia, però per fortuna restano i contorni a ricordarti l'attimo che fu.
Grazie a lei avevo potuto osservare me stesso da una prospettiva nuova: la sua. I libri possono anche questo.
È vero, i sogni qualche volta suonano alla tua porta, ma solo se ti sei preso la briga di invitarli. Altrimenti puoi stare certo che la serata la trascorri da solo.
Si crede di non aver bisogno di nessuno finché ci si accorge di non avere più nessuno.
Non sono proprio il tipo che si affeziona alle cose, già ho qualche problema con gli umani.
È strano sentire qualcuno che mi esprime gratitudine, non ci sono granché abituato. Se ti dicono ripetutamente che sei stato un buono a nulla, alla fine ti convinci di non poter essere altro che un buono a nulla.
Solo di poche persone ci è concesso osservare la gioia, la disperazione, la rabbia, la sofferenza, il godimento o l'euforia dipinti sul viso. Per tutti gli altri bisogna accontentarsi dell' unica maschera a noi visibile.
Siamo due anime slegate che cercano di affrontare la mareggiata come possono.
Bisogna imparare presto a osservare le vite altrui così da non vomitare ingiustamente sulla propria.
Più persone ami, meno dolori eviti
Ti illudi per una vita di aver cambiato direzione, salvo poi accorgerti che alla fine la scorciatoia ti ha riportato sulla via dalla quale provieni.
È troppo arrabbiata con la vita per gustarne le mille sfaccettature.
La paura è una rompiscatole, una vocina insistente e fastidiosa che più la scacci e più ritorna. Eppure sai che cosa ho capito? Che in realtà quella vocina sta facendo solo il suo lavoro, tenta di salvarti da te stesso: ti vuole avvertire che, se non ti muovi, ben presto le cose dentro di te inizieranno a marcire.
Vivere d'istinti. Finirla di mettere inutili paletti mentali. Se segui l'istinto, non sbagli mai. Gli uccelli ogni anno migrano senza chiedersi il perché. Ecco, anche noi dovremmo fare altrettanto: muoverci di continuo e non porci troppe domande. Io ne me sono fatte tante negli anni e sono rimasto immobile. Ora voglio migrare ogni giorno un po'.
I vecchi non possono commuoversi: già se la fanno sotto, se si mettono anche a frignare è come frequentare un neonato.
Continuare a masticare rabbia è più faticoso che metterci una pietra sopra.
Nella vita, a volte, avverti un piccolo scampanellio accanto all' orecchio e quando lo senti, solleva il capo e drizza le orecchie perché sei di fronte a uno di quegli snodi invisibili e ti assicuro che a sbagliare rotta è un attimo.
Come i bambini era pieno di entusiasmo, generosità e slancio, ma come i bambini, al contempo, era insicuro, fragile, pauroso.
"E comunque ci si abitua a tutto nella vita, no?"
Non ci si abitua, si rinuncia a cambiare le cose, è ben diverso.
La vita non è stata gentile con lui, eppure ha continuato a non toglierle il saluto. Il tempo gli è servito per farsi amico il dolore.
Fino a che non vivi in prima persona in dolore, non lo puoi capire. Eppure quanta gente usa impropriamente le parole "ti capisco".
Fatevi pure tutto il male del mondo tu e tuo marito, ma tenete fuori il bambino. Fatelo crescere lontano dal vostro odio, riparatelo dai vostri rimpianti, nascondetelo ai vostri sguardi privi di amore. E se proprio non ne siete capaci, lasciatevi. Un bambino che cresce senza uno dei due genitori sarà forse un adulto incompleto e insicuro, ma chi cresce nell'odio e nella violenza non saprà mai amare. E non c'è torto peggiore che un genitore possa fare.
Non sono i legami di sangue a creare l'intimità, è la convivenza. Anche una madre, con il tempo e la lontananza, diventa un'estranea.
Era capace di starsene zitta per ore, giorni e settimane, in attesa che il risentimento volasse via. Non vorrei dire fesserie, ma credo che la malattia si sia nutrita di energia repressa, di quel rancore ingoiato, per svilupparsi.
Le vie di mezzo servono a non prendere la strada giusta, quella che ti porta dritto dove vuoi e devi andare. L'essere umano è un maestro nel girare a vuoto pur di non raggiungere l'obiettivo che lo terrorizza.
Decidi di scegliere, non fare come me e come il resto del mondo. Non sai quante coppie sono unite dalla non scelta.
Ci si abitua alla solitudine e si dimentica di come la notte faccia meno paura se c'è qualcuno che ti respira accanto.
Io sono come la corda di una chitarra: in pace con me stesso finché qualcuno non mi pizzica. Da quel momento, inizio a vibrare all'infinito.
La vista di quel luogo mi aveva fatto tornare indietro nel tempo e, alla mia età, è molto pericoloso procedere a ritroso.
"Lasci stare".
È proprio perché tutti lasciano stare che qui la gente continua a essere insolente.
Bisogna sempre concedersi il meno possibile affinché negli altri non si creino eccessive aspettative.
Ho paura, quella vera, che si prova solo poche volte nella vita e ti paralizza i muscoli e il pensiero. E se le si dà troppo ascolto si finisce su una poltrona, a scrutare il mondo da lontano.
Non si impara mai come affrontare il dolore, si vive e basta.
Non faccio domande perché non voglio sentire risposte.
Anche nella vita di un povero pesce rosso conta la fortuna. Lui si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. A nessuno è dato di scegliere dove sarà collocata la sua boccia di vetro, se nella tranquilla cucina di un vecchio pensionato o sul mobile del corridoio di una casa nella quale si consumerà una tragedia. È il caso, così si dice, a decidere. E a volte può stabilire che il nostro mondo debba andare in mille pezzi e a noni non resti che boccheggiare nella speranza che qualche anima pia passi da lì e ci raccolga.
Cerchiamo di circondarci di persone nell'illusione di sentirci meno esposti, ma la verità è che in sala operatoria si entra da soli. Noi e il nostro corpo. Nulla più.
Purtroppo la vita mi ha insegnato che nessuno può aiutare nessuno. Ci si salva da soli, se si vuole.
Gli ospedali sono posti strani, dove le gioiesi contengono per non dare troppo fastidio ai dolori.
A volte bisognerebbe spegnere il cervello, un'altra delle cose sulle quali non abbiamo potere.
Come si fa ad abolire lo stress? L'ansia, per l'uomo, è uno stato fisiologico e, per abbatterla, sarebbe necessario eliminare la consapevolezza. L'intelligenza è un bene prezioso ma non ci aiuta a capire il perché della nostra presenza sulla Terra. Non fornisce risposte, anzi, crea nuove domande. E troppe domande aumentano l'infelicità. Non so se in natura esistano esseri viventi, a parte l'uomo, che si tolgono la vita, ma anche se così fosse, noi siamo gli unici a farlo per il male di vivere. Perché? Perché chi ci ha plasmato ha sbagliato la miscela degli ingredienti, ecco perché.
Siamo come formiche e, ciononostante, c'è ancora chi perde tempo a sentirsi più importante della formica a suo fianco.
Ci insegnano le equazioni, il 5 Maggio a memoria, i nomi dei 7 re di Roma e nessuno ci chiarisce come affrontare le paure, in che modo accettare le delusioni, dove trovare il coraggio per sostenere un dolore.
In desiderio, più è irrealizzabile, più arde incessante.
Per vivere una vita davvero degna, bisognerebbe prendere decisioni importanti ogni mattina. Purtroppo, per me, scegliere è logorante e non l'ho mai fatto. È per questo che sono stato un incompiuto.
Ti incatenò a qualcosa o a qualcuno ogni volta che non scegli.
Non basta intuire, bisogna fare. Solo che il fare richiede qualcosa non da tutti: il coraggio. Per cambiare una vita ci vuole proprio una bella scorta di audacia. È tutto qui il problema.
La vita va avanti e non si cura dei pezzi che lascia per strada.
I bastardi che picchiano le mogli lo fanno perché sanno di poterselo permettere. Lei non si amava e all' inizio quasi considerava normale essere malmenata.
Bisogna invecchiare per arrivare a ridere della vita.
Ci sono due modi per affrontare le cose: con disperazione o con ironia, e nessuna delle due cambia le carte in tavola. Il risultato finale non spetta a noi deciderlo, ma come trascorrere gli ultimi minuti di recupero, quello sì.
Mi piace il profumo di cucinato che arriva da una finestra aperta o la tenda che d'estate si scosta per fare passare il vento.
Mi piacciono i cani che per ascoltarti inclinano la testa o una casa appena imbiancata.
Mi piace quando un libro mi attende sul comodino.
Mi piacciono i barattoli di marmellata e la luce gialla dei lampioni.
Mi piace palpare pa carne e il pesce crudi.
Mi piace il rumore di una bottiglia stappata.
Mi piacciono i luoghi familiari, mi piacciono le guance rosse e il tremore della voce.
Mi piace l'odore dei bambini appena nati e il suo o di un pianoforte.
Mi piace il rumore della ghiaia calpestata e le strade chi si dipanano come torrenti fra i campi.
Mi piace infilare i piedi nella sabbia.
Mi piace l'odore di una saponetta nuova e il calcio la domenica pomeriggio, i vetri appannati nelle giornate fredde.
Mi piace quando una persona ti dice "ti amo" con gli occhi.
Mi piace lo scoppiettio delle castagne sulla brace.
Mi piace il silenzio delle sere d'estate e il rumore della risacca di notte.
Mi piace il cinguettio fuori dalla finestra, l'acqua che bagna i piedi e la corte vi fi un vecchio ulivo.
Mi piace l'odore di camino mentre passeggio fra i ciottoli di un paese di montagna.
Mi piace la pasta fatta in casa e le scritte sui muri.
Mi piace l'odore di sterco in un campo e i mestolo di legno.
Mi piace il cactus che sa adattarsi e il rumore di un ruscello nascosto.
Mi piace il cuoppo di alici fritte.
Mi piace il profumo dei capelli.
Mi piace il borbottio della caffettiera sul fuoco, i sassi levigati dal mare e il suono delle stoviglie al ristorante.
Mi piace il rumore di un gatto che si aggira furtivo fra le auto e il cigolio di un vecchio mobile.
Mi piace il saluto da lontano e lo sguardo curioso del turista che osserva la città.
Mi piacciono i viali alberati.
Mi piace l'odore delle salumerie.
Mi piace chi suona per strada.
Mi piace il colore dei pomodori e l'odore della crema sul corpo.
Mi piacciono i pomeriggi estivi accompagnati dal canto dei grilli.
Mi piace sfilare uno spaghetto dall'acqua bollente e addentarlo.
Mi piace l'odore di pesce di un vecchio peschereccio incrostato di ruggine e la luna che dipinge in acqua la scia.
Mi piacciono le fotografie che permettono di viaggiare nel tempo.
Mi piace lo scricchiolio del pavimento di legno.
Mi piacciono i difetti.
Mi piace un vecchio rudere in mezzo a un campo di grano.
Mi piace guardare dall'alto una spiaggia tappezzata di ombrelloni colorati.
Mi piacciono le vecchie canzoni che ti bloccano il respiro.
Mi piace il granchio che fugge nell'incavo dello scoglio.
Mi piace la porta di calcio dipinta su un muro senza intonaco.
Mi piace sentire la mano della persona che amo dietro la nuca.
Mi piacciono gli uccelli che si ripara o sotto in cornicione e attendono che spiova.
Mi piace la città che dorme e la vista di un secchiello e una paletta adagiati sulla sabbia.
Mi piace la lumaca che si trascina verso un riparo.
Mi piace lo scampanellio di una bici.
Mi piacciono le lucertole che invece di scappare restano immobili.
Mi piacciono le croci sui picchi delle montagne.
Mi piace il bianco delle case di mare e i vecchi cortili con i panni ad asciugare.
Mi piace quando un ricordo mi viene a trovare.
Mi piace il vento e i frutti maturi che abbandonano il ramo.
Mi piacciono le formiche che bevono da una goccia di rugiada.
Mi piace un campetto di periferia.
Mi piacciono le strade che raggiungo il mare.
Mi piace camminare scalzo d'estate.
Mi piacciono i volti increspati dalla vita.
Mi piace un uomo che lavora nei campi.
Mi piace chi ama un figlio non suo.
Mi piace l'odore di limone che si attacca alle dita.
Mi piace l'aroma dei pini e il profumo del bucato appena steso.
Mi piace il picchiettio della grandine sui vetri e la consistenza del tufo.
Mi piace il sapore del caffè e quello della cioccolata.
Mi piacciono le travi di legno al soffitto, le briciole di pane e gli oggetti che nessuno usa più.
Mi piace incrociare lo sguardo di uno sconosciuto.
Mi piacciono i movimenti sicuri di un pizzaiolo, l'abbraccio di quando si esulta, la mano del neonato che afferra il vuoto.
Mi piace l'edera che si arrampica sulla facciata di un edificio.
Mi piace il pesce che spilluzzica sulla superficie dell'acqua e fugge via.
Mi piace chi legge alla fermata dell'sutobus.
Mi piace chi non progetta troppo e chi sa stare da solo.
Mi piace una cucina in una veranda.
Mi piace chi vede il bicchiere sempre mezzo pieno.
Mi piacciono i capelli bianchi e la bilancia di ferro che usavano un tempo i fruttivendoli.
Mi piace lo schiocco delle labbra sulla pelle.
Mi piace chi ama per primo.
Mi piace la luce del cielo quando non c'è più il sole.
Mi piace l'erba che vince sull'asfalto.
Mi piace chi non coltiva rancori.
Mi piace una libreria.
Mi piace l'istante prima del bacio.
Mi piace scrutare i palazzi di una città sconosciuta.
Mi piace la donna che ama il cibo.
Mi piace leggere un libro all'ombra.
Mi piace chi ha la forza di credere con tutto se stesso in qualcosa.
Mi piacciono i nidi delle rondini.
Mi piace chi ancora si stupisce davanti alle stelle.
Mi piace l'odore della brace e i muretti che accolgono gli amori di un'estate.
Mi piacciono i ragazzi che si baciano su una panchina e le lenzuola stropicciate dopo una notte d'amore.
Mi piace il ronzio di un ventilatore in sottofondo.
Mi piacciono le balle nei campi.
Mi piace chi sa chiedere scusa.
Mi piace chi non ha ancora capito come raccapezzarsi su questa Terra.
Mi piace chi sa chiedere.
Mi piace chi sa amarsi.
Mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice.