martedì 8 febbraio 2022

"Il quaderno dell'amore perduto" Valerie Perrin (2020)


 LA TRAMA:

La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l'una uguale all'altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly, un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia, e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine che conosce Helene. Arrivata al capitolo conclusivo di un'esistenza affrontata con passione e coraggio, Helene racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi, quell'amore, dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Helene e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l'amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d'impugnare la penna per scrivere il proprio destino?



IL MIO GIUDIZIO:
Chi ha amato "Cambiare l'acqua ai fiori", non potrà non apprezzare anche questo secondo lavoro di Valerie Perrin in cui si notano i tratti tipici della penna dell'autrice, su tutti la capacità di agganciare il lettore e trasportarlo all'interno dell'opera stessa, tenendolo avvinto fino al termine della narrazione (io stessa ho praticamente divorato il libro in poco più di due giorni).
C'è pathos, c'è dolcezza, c'è mistero, c'è poesia (personalmente, ho trovato di un lirismo puro la frase "e ho sentito ciò che si sente dentro una conchiglia: quello che si ha voglia di sentire") ma, soprattutto,
ci sono due personaggi femminili che conquistano e restano nel cuore.

La protagonista principale è Justine, una ventunenne che abita a Milly, un piccolo paesino sperduto all'interno della Francia, dove fa l'aiuto infermiera presso la casa di riposo "Le Ortensie". 
L'unica cosa che l'accomuna alle sue coetanee è che le piaccia scatenarsi sulle piste da ballo, il sabato sera dopo il lavoro e, talvolta concedersi qualche avventura sessuale con il suo "trombamico" di cui non ricorda nemmeno il nome perchè Justine cerca l'amore ma, purtroppo, non sa riconoscerlo, in quanto non ne ha mai ricevuto.
Per il resto è una ragazza particolare che ama soprattutto ascoltare le storie dei vecchietti che soggiornano a "Le Ortensie" e che, per lei, sono una sorta di immensa biblioteca personale. 
Sa che sono avanti con gli anni e che di tempo potrebbero non averne più, per cui si premura di prestare loro più attenzione possibile e trascrive i racconti nero su bianco, in modo che anche se un domani "la biblioteca dovesse andare in fumo", resterebbe comunque un pò di cenere (sarà forse per questo che mi sono riconosciuta tantissimo in lei che, come me, ama raccontare le altrui storie).
Justine vive con i nonni paterni Eugenie e Armand i quali non le hanno mai fatto mancare niente tranne l'affetto, poichè sono due persone molto fredde; e con quello che reputa suo fratello (anche se in realtà è il cugino), Jules, di tre anni più piccolo.
Abita con loro da quando aveva appena quattro anni e i suoi genitori, insieme a quelli di Jules, sono morti nello stesso incidente automobilistico.

Le vicende di Justine si intersecano con quelle di un'altra donna, Helene, una paziente de "Le Ortensie" quasi centenaria. Ella, affetta da demenza senile, ormai vive in un mondo tutto suo, convinta di trovarsi perennemente su una spiaggia di fronte a un bellissimo mare ma, nei momenti di lucidità, racconta a Justine la sua vita, segnata dall'incontro con Lucien, un uomo dai fantastici occhi azzurri proprio come quel mare su cui crede di trovarsi davanti e con cui ha vissuto un lungo, appassionato e frastagliato amore.
Le due storie, quella di Justine e quella di Helene, quest'ultima raccolta in un quaderno dalla copertina azzurra, il famoso "Quaderno dell'amore perduto" che dà il titolo all'opera, inizialmente scorrono parallele, ma via via che si procede con la lettura vanno sempre più ad intrecciarsi a dimostrazione del fatto che, in un certo qual modo, siamo tutti connessi gli uni con gli altri e che il passato si fonde con il presente che, a suo volta, è irrimediabilmente collegato al futuro.

Così come in "Cambiare l'acqua ai fiori" non manca un tocco di mistero, ci sono colpi di scena ed enigmi da risolvere. Alcuni troveranno una risoluzione con l'evolversi della narrazione (essendo molto intuitiva, su alcuni sono riuscita a fare chiarezza anche prima del previsto), altri rimarranno in sospeso, in modo che ognuno possa darsi la risposta che preferisce.

"Il quaderno dell'amore perduto" è un romanzo sulla casualità del destino che tesse le fila del nostro futuro anche se poi, nella vita, di casuale non c'è proprio niente.
È un romanzo sul "non detto" che stravolge e distorce la realtà, dando origine a malintesi che possono andare a inficiare e compromettere inesorabilmente i percorsi di vita altrui.

Ma, soprattutto, è un romanzo sull'amore.
Quell'amore talvolta immaginato, fatto solo di illusioni e false speranze che poi si sciolgono d'improvviso, come neve al sole.
Quell'amore talora tanto sbagliato quanto impossibile da arginare, con tutte le conseguenze del caso.
Quell'amore che, a volte, abbiamo davanti ma che è talmente limpido e lampante che quasi non riusciamo a vederlo e, più che altro, a riconoscerlo.
Quell'amore che, anche se strappato, violato, perduto, dimenticato, non lo sarà mai del tutto né per sempre. Perché chi davvero si appartiene, sempre si apparterrà.

Come sostiene Helene: "Sulla terra ci sono tanti uccelli quanti sono gli esseri umani. E l'amore è quando delle persone ne hanno uno in comune".
E in questo libro, a quanto pare, c'è un gabbiano che appartiene davvero a più persone...


IL MIO VOTO:
In sole tre parole: poetico, struggente e appassionante. Da leggere!


LA SCRITTRICE:






1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, consentimi la correzione, questo è il suo primo romanzo.