mercoledì 10 ottobre 2018

"La più amata" Teresa Ciabatti (2017)




LA TRAMA:
"Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quattro anni e sono la figlia, la gioia, l'orgoglio, l'amore del Professore."
Il Professore è Lorenzo Ciabatti, primario dell'ospedale di Orbetello.
Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in America, perchè è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice un santo.
Tutti lo amano, tutti lo temono e Teresa è la sua figlia adorata: l'unica a cui il Professore consente di indossare l'anello con zaffiro da cui non si separa mai.
L'anello dell'Università Americana, dice lui.
L'anello del potere, bisbigliano alcuni.
Teresa dall'infanzia scivola nell'adolescenza e si rende conto che la benevolenza che il mondo le riserva è un effetto collaterale del servilismo nei confronti del padre.
Chi è Lorenzo Ciabatti?
Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore e violento?
Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente?
Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo e si ritrova immersa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive.
Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato.
Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un'intera epoca.
Un'autofiction sincera, feroce, che nasce dall'urgenza di fare i conti con un'infanzia felice bruscamente interrotta.





IL MIO GIUDIZIO:
Dopo Sacha Naspini ho deciso di cimentarmi con il romanzo di un'altra mia concittadina,
stavolta non grossetana ma proprio orbetellana come me:
Teresa Ciabatti, figlia di quello che è stato, per tanti anni, il primario dell'ospedale della città lagunare.

A dire il vero avevo già sentito parlare di lei ma è stato per questa sua ultima opera,
scoperta per caso (grazie a un'ospite dell'agriturismo dove ho lavorato la scorsa estate),
di cui mi hanno colpito il titolo e la trama, oltre che la provenienza dell'autrice stessa,
che ho deciso di leggerla.

Più che un'autobiografia, "La più amata" è un flusso di pensieri in libertà, che si rincorrono l'un l'altro, fra un flashback e salti temporali.

Pur provando sicuramente amore per i suoi cari, sembra che (e nel corso della narrazione capiremo il motivo) nutra nei loro confronti disprezzo e risentimento.

Non fa sconti neppure verso se stessa e si mostra per quello che è (o pensa di essere):
cinica, egoista, anaffettiva, snob, asociale.
Prima bambina viziata e capricciosa, invidiata e odiata dalle coetanee che non possono avere tutte le ricchezze e i privilegi che ha lei;
poi adolescente problematica, rabbiosa e complessata, a tratti borderline, sempre in lotta con i kg di troppo e i maldestri tentativi di suicidio.
Infine, e siamo ai giorni nostri, donna irrisolta e per molti mentalmente instabile.

Potrebbe risultare una persona sgradevole ma non è da tutti ammettere con tanta sincerità i propri difetti ed i propri limiti.
Si intravede in lei tanto disagio e la sofferenza di una bambina (in lei ancora latente) che ha tutto ma che, di fatto, non ha niente.
Le manca l'amore vero,quello totale e disinteressato.
Quello a prescindere.

"La più amata" è solo una sua autoconvinzione, un mantra che ripete a se stessa per non affogare nel vuoto affettivo che la circonda.
Un padre egoista,maschilista e autoritario, presenza ingombrante ma di fatto assai poco presente.
Una madre un tempo ribelle ma, col passare degli anni, sempre più assoggettata al marito e di lui completamente succube: da medico promettente quale era si ritrova ad essere una casalinga tradita e piagnucolante, una donnina perennemente in bilico fra depressione e false illusioni.
Un fratello gemello praticamente assente, poco più che una comparsa nella sua vita.
Uno stuolo di medici e infermieri pronti a prostarsi alla corte dei Ciabatti ma più per servilismo che per vero e reale interesse.

I Ciabatti.
Una famiglia solo all'apparenza ricca e felice ma in realtà marcia e disgregata.

Un libro crudo, duro, che colpisce come un pugno allo stomaco, 
che fa piangere, a volte di tenerezza, più spesso di collera.
Pagine che trasudano dolore, inquietudine, rabbia, voglia di rivalsa.
Quanta sofferenza ha dovuto sopportare questa ragazzina, ieri bambina, oggi donna?
Teresa Ciabatti, la più amata.
Sì, ma da chi?
Non dagli altri, tantomeno da se stessa.


Una ricerca spasmodica della verità su quel padre che l'ha irrimediabilmente delusa e tradita,
non tanto dal punto di vista materiale ( alla sua morte non ha lasciato niente ai figli, se per reale crack finanziario o per pura cattiveria non è dato saperlo), quanto emotivo.
Quel padre così idealizzato e mitizzato dalla Teresa bambina, si è rivelato invece un omino gretto e mediocre.

Ho letto diversi commenti negativi su questo romanzo.
Più che altro l'autrice è stata accusata di essere morbosamente ossessionata dalla figura paterna e di voler scoprire,a tutti i modi e a tutti i costi, chi fosse in realtà Lorenzo Ciabatti.
Io, però, da un lato, la comprendo.
Siamo ciò che ci hanno fatto diventare.

Probabilmente Teresa non ha saputo, nè saprà mai, la vera natura dell'uomo che le ha dato la vita.
E in quel suo dire e non dire, nel lasciare intendere ma non confermare, nel suo lanciare il sasso e poi nascondere la mano, talvolta anche con accuse pesanti (il Professore andava con gli uomini? Il Professore l'ha molestata sessualmente quando era bambina, nella villa del Pozzarello? Il Professore ricoverava e curava mafiosi e camorristi sotto falso nome?), 
sembra quasi essere uno sfregio a suo padre, un uomo ormai morto da quasi 30 anni, 
che non può certo resuscitare per smentire le insinuazioni ma, allo stesso tempo, un uomo che, col suo modo di fare e di agire, le ha, se non rovinato, sicuramente complicato l'esistenza.

Finale, a mio avviso, un pò deludente e "tirato via" ma che, assolutamente, non va a inficiare il resto della storia.




IL MIO VOTO:
Un romanzo forte, duro, scritto "di pancia".
Consigliato a chi ha rapporti conflittuali e irrisolti con la propria famiglia e delle ferite nell'anima e nel cuore, difficili da rimarginare.

LA SCRITTRICE:



Nessun commento: