mercoledì 15 novembre 2017

"Minchiate" Fabrizio De Sanctis (2016)




LA TRAMA:
Un misterioso truffatore,dotato di poteri paranormali,si firma con vecchie filastrocche per bambini.
Un assassino che odia gli operatori dell'occulto,li uccide in serie e per ogni omicidio lascia una carta tratta da un antico mazzo simile ai tarocchi:le Minchiate Fiorentine.
Le strade del truffatore e dell'assassino finiranno per incrociarsi e il commissario Siciliano della questura di Firenze dovrà fare una scelta difficile.
Perchè non c'è niente di più pericoloso di un soggetto in possesso di vere doti paranormali:
sono loro a dare credibilità ai tanti ciarlatani che si approfittano della dabbenaggine altrui.

IL MIO GIUDIZIO:
Fabrizio De Sanctis,come Nicola Ronchi,Mirko Tondi,Paolo Cammilli e altri,
fa parte della cosiddetta "scuola di autori emergenti fiorentini" che tanta soddisfazione mi sta dando ultimamente.

Lo scorso settembre,ho avuto modo e piacere di conoscere di persona proprio Nicola,
che è venuto con la famiglia a trascorrere le vacanze dove abito io e ci siamo incontrati per un caffè.
Ovviamene il discorso è subito scivolato sui thriller e mi ha caldamente consigliato l'ultima opera del suo amico Fabrizio.
"Minchiate" appunto.

Se non avessi conosciuto,a grandi linee,la trama,sicuramente un romanzo intitolato "Minchiate" non lo avrei mai letto.
Mi avrebbe dato l'idea,che ne so,di una raccolta di barzellette...per dire.
E invece....
E invece è uno dei thriller più appassionanti che abbia mai letto.

La storia si apre con la presentazione di Wolf Messing,un ebreo polacco del '900,
divenuto famoso per la sua capacità di leggere e manipolare i pensieri della gente e di cui si parla dettagliatamente nel libro dedicato agli eventi paranormali "Universo proibito" di Leo Talamonti.

Si torna poi ai giorni nostri.
Firenze è messa in subbuglio da un ignoto truffatore che,proprio come Messing,
è in grado di condizionare i pensieri delle persone,di alterare la loro realtà e di cancellare i loro ricordi.

Nello stesso periodo,un misterioso uomo,dopo aver scoperto,alla morte della madre,
che la stessa ha dilapidato tutto il suo patrimonio con maghi e fattucchiere per mettersi in contatto con l'anima del defunto marito,
inizia a far man bassa di operatori del paranormale.
Lasciando sul corpo delle vittime,come firma del delitto,una "Minchiata".
Per quanto il nome possa,di primo acchito,far sorridere,le "Minchiate Fiorentine" altro non sono che un mazzo composto da 97 carte,simili ai tarocchi (o forse proprio un loro antesignano),
molto in voga ai tempi di Lorenzo il Magnifico ma utilizzate da alcuni appassionati ancora oggi,
sia per divinizzare che come semplice gioco da tavolo.
Semplice si fa per dire,visto che le sue regole sono decisamente complicate e arzigogolate,con le "versicole dei Papi" che qualcuno può giustamente confondere con i "ventricoli del papa".

Quella del killer,personalità già di suo mentalmente squilibrata,è,da un lato,
voglia di rivalsa e vendetta per l'eredità sperperata inutilmente e,dall'altro,
desiderio di giustizia,di eliminare dal mondo tutti i ciarlatani che illudono e che,
approfittando dell'altrui ingenuità e disperazione,si appropriano dei loro risparmi di una vita.

Se ci sono sul mercato così tanti imbonitori,è solo perchè,fra i vari imbroglioni,
esiste qualcuno che i poteri paranormali li ha veramente ed è proprio questo qualcuno che dà linfa e credibilità a tutti gli altri.
Motivo per cui,l'assassino delle carte,decide che uno dei suoi prossimi bersagli,anzi il "Bersaglio" per eccellenza,sarà il truffatore che gira indisturbato per le strade della sua città.

Riuscirà nel suo intento o la polizia sarà brava a smascherarlo e bloccarlo prima che stermini tutti i paragnosti fiorentini?

Un thriller mozzafiato che parte lento e poi,pagina dopo pagina,assume un ritmo incalzante e serrato,soprattutto quando l'omicida,una volta vistosi scoperto,decide di giocare una sorta di "partita a carte" contro il tempo e contro Siciliano.

Mentre,a un certo punto,il truffatore si palesa,
è davvero impossibile risalire all'identità del killer.
Tutti i protagonisti della storia potrebbero essere papabili al ruolo ma c'è sempre un qualcosa che li scagiona.

E io,povera illusa,che dopo poche decine di pagine,mi ero convinta di aver scoperto il colpevole!

L'autore è bravissimo a ingarbugliare le carte (giusto per restare in tema!):
quando leggo un libro ho l'abitudine di prendere appunti,a maggior ragione se si tratta di un thriller,dove ogni minimo particolare può essere fondamentale e mai come in questo caso i miei appunti sono stati così incasinati...freccette,asterischi,cancellature....un delirio!!!

Tanti sono i personaggi che compaiono nel racconto,
fra gli appartenenti alle Forze dell'Ordine,all'Università e all'Accademia dei Germini (altro nome,un pò più ortodosso,per definire le Minchiate) e,proprio per questo motivo,almeno inizialmente,
la lettura è un pò caotica:
si fa fatica ad associare ad ogni nome il proprio ruolo ed è qui che,almeno per me,gli appunti si sono rivelati fondamentali.

Fra tutti spicca,senza ombra di dubbio,il commissario Siciliano (che,a mio avviso,la butto lì,potrebbe  essere l'alter ego dello stesso De Sanctis!):
perennemente affamato,non rifiuta mai nè un caffè nè una sigaretta,tifoso sfegatato della Fiorentina,arguto,sarcastico al punto giusto ed ironico fino alla fine.
La battuta esilarante che pronuncia a conclusione del romanzo serve a stemperare tutta la tensione (ed è davvero tanta!) accumulata fino a quel momento e dimostra ancora una volta di che pasta sia fatto il nostro buon commissario.

Nonostante ci abbia impiegato quasi 2 mesi a portare a termine la narrazione (un pò è lungo il romanzo,quasi 600 pagine, un pò,causa impegni personali,ho rallentato io la lettura) ,
"Minchiate" mi ha davvero coinvolto.
E' stato bello ritrovare,fra le pagine del libro,pur se macchiati di sangue,i miei luoghi natali (anche se ormai vivo in Maremma da 4 anni,la mia Firenze la porto nel cuore!) ed è stato divertente,conoscendo lo scrittore,poterlo contattare per discutere con lui i dettagli del libro.
Un pò come diceva Salinger in una delle sue citazioni più famose,per intendersi... 
("Quelli che mi lasciano senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere,vorresti che l'autore fosse un tuo amico per poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira").

In ogni caso,sono sempre più convinta,come avevo detto anche a Nicola durante il nostro incontro,
che gli scrittori "di nicchia" meritino assai di più di quelli super acclamati ma che,
se riempiono con le loro opere gli scaffali delle librerie,
è più per il lavoro di marketing che c'è dietro,che non per una loro reale capacità narrativa.
E sono ugualmente contenta,nel mio piccolo e grazie a questo blog, di farli conoscere il più possibile.
Perchè meritano davvero.



IL MIO VOTO:
Un romanzo fuori dall'ordinario,curato fin nei minimi dettagli,ricco di colpi di scena.
Avvincente,mozzafiato ma allo stesso tempo,a tratti anche esilarante.
Sicuramente uno dei migliori thriller che abbia mai letto.
Assolutamente consigliato.

LO SCRITTORE:



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