mercoledì 4 gennaio 2017

"La strada della follia" Nicola Ronchi (2016)




LA TRAMA:
Una tragedia lontana nel tempo.
E l'incubo che ricomincia.
Roberto Ventura è un quarantacinquenne introverso che si ritrova di colpo senza una donna,
senza un lavoro e senza prospettive.
Ad alimentare la crescente depressione ci si mettono anche 2 figure misteriose:una ragazza e un bambino,che compaiono spesso davanti ai suoi occhi.
Realtà o immaginazione?
Sembra riprendersi dall'angoscia solo quando,durante una passeggiata al parco,incontra un amico d'infanzia e,coincidenza incredibile,anche un secondo.
2 tipi molto diversi fra loro,ma che danno a Roberto un'ottimistica spinta emotiva.
Sembra l'inizio di una nuova vita,ma si tratta soltanto di un incubo ancora più terribile.

IL MIO GIUDIZIO:
Ho conosciuto Nicola Ronchi ( e lo ringrazio di cuore per avermi gentilmente inviato il suo romanzo da leggere e recensire!) che,
insieme a Paolo Cammilli e a Mirko Tondi,fa parte dei giovani autori emergenti fiorentini,
proprio per merito di Mirko,il quale mi ha proposto la lettura della sua ultima opera, "La strada della follia".

Era dai tempi del compianto Faletti che non mi cimentavo con un thriller psicologico anche perchè è un genere abbastanza complesso,non facile da trattare e basta davvero poco per scivolare nel ridicolo.
Invece,come ho detto anche a Nicola appena conclusa la lettura: che spettacolo!!!!

Un thriller coi controfiocchi.
Scritto bene,scorrevole,intrigante e curato fin nei minimi dettagli.

Ambientato nell'ipotetica cittadina dal nome mitologico di Asteria,
in un'alternanza temporale fra gli ultimi giorni di ottobre del 2014 e il 7 Maggio del 1984,
il romanzo narra le vicende di Roberto Ventura,
un quarantacinquenne un pò inquieto e introverso,ma tutto sommato mite che,
dopo aver assistito in diretta,quando era poco più di un adolescente,
alla morte per annegamento del fratellino,
si ritrova,nel giro di pochi mesi a essere lasciato dalla fidanzata,a perdere il lavoro e a fare i conti con tutti i fallimenti della sua vita.
E quando la vita ti delude,e ti delude pesantemente,anche l'uomo più pacifico del mondo può tirare fuori le sue nevrosi più intrinseche e mostrare il lato peggiore di sè...

A far da corollario alla narrazione,troviamo poi 2 amici di infanzia del Ventura,
ricomparsi dal nulla dopo anni di silenzio e che lo accompagneranno nelle sue avventure sulla "strada della follia":
Sebastiano Formigli,un bambinone goffo e maldestro,ai limiti del ritardato mentale,

racchiuso nel massiccio corpo di un quarantenne;
e Lars Kollmen,svedese dagli occhi di ghiaccio,dalle movenze effemminate e dalla mente perversa,sardonico,cinico,onnisciente,senza scrupoli nè morale...
in poche parole,l'incarnazione del male.

Ma Lars e Seb sono veramente chi dicono di essere?
Come fa Lars a sapere i dettagli più intimi e scabrosi della vita di Roberto e perchè sembra leggergli costantemente nel pensiero?

Seb è veramente ingenuo e sempliciotto come vuol far credere,o dietro il suo candore si cela qualcosa di più mostruoso?

E lo stesso Roberto nasconde forse al lettore e chissà,pure a se stesso,qualche incoffesabile segreto?
Esiste veramente Roberto Ventura?
O è soltanto una proiezione mentale,come quella ragazzina con la felpa nera e il bambino che immancabilmente le è accanto,che il protagonista continua costantemente a vedere in ogni dove?


Fra incubi solo sognati e incubi che si trasformano in realtà,
in questo romanzo niente è come sembra.
Tranne la follia.

E un finale che scompagina la storia,facendoci scendere anche qualche lacrimuccia.









******ATTENZIONE! SPOILER!!!!
NON PROSEGUITE LA LETTURA A MENO CHE NON ABBIATE GIA' TERMINATO IL LIBRO!!!!!*****


Ma chi sono,in realtà,Lars e Sebastiano?
Sì,erano davvero dei compagni di scuola di Roberto ma,
pochi mesi dopo la scomparsa del fratellino,sono rimasti uccisi per il crollo di un pavimento,
mentre esploravano una casa disabitata che si diceva fosse infestata dalle streghe.
Questi 2 eventi nefasti avevano minato al punto tale la psiche di Roberto,da portarlo alla schizofrenia.
Quindi Lars e Seb,al pari della ragazzina col bambino,altro non sono che delle proiezioni mentali della psiche malata del protagonist che ha sospeso gli psicofarmaci (le famose pillole,sempre scritte in grassetto,per l'emicrania!!!).

E qui sta la bravura di Nicola:
nella duplice interpretazione che ha dato di queste enigmatiche figure.
Da un lato possono essere visti come una sorta di "io interiore",
la parte buona e la parte malvagia che stazionano in Roberto,come in ognuno di noi (e qui si spiega come faccia Lars a conoscere dettagli intimi e privati della vita del Ventura!).
Esempio:
Lars istiga Roberto a vendicarsi di Pamela che sarebbe stata con lui solo per convenienza,
mentre Seb,da buon grillo parlante un pò tartagliante,lo invita a essere ragionevole e a non fare mosse avventate.
Però,allo stesso tempo,Lars,con le sue movenze effemminate e il vizio di spazzolarsi continuamente i capelli,può anche ricalcare la figura di Clara;
mentre Seb,infantile e credulone,quella del petulante e capriccioso Matteo.

Alla luce di questi fatti,rileggere nuovamente il romanzo,guardandolo da una nuova prospettiva,viene praticamente automatico.

















IL MIO VOTO:
In una sola parola: SPETTACOLARE!
Chi vuol godersi un ottimo thriller psicologico,avvincente e per niente scontato, non può non leggerlo.
Assolutamente consigliato.


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