lunedì 29 settembre 2014

"Il catino di zinco" Margaret Mazzantini (1994)




LA TRAMA:
Al centro di questo romanzo,il primo scritto da Margaret Mazzantini,c'è l'esistenza drammatica di una donna coerente e volitiva,che riesce sempre a conservare con coraggio e tenacia la sua indipendenza interiore.
E'Antenora,eroina di un mondo arcaico,nel quale,pur confinata all'interno delle mura,esercita un matriarcato energico e indiscusso.
Valori netti e semplici,sentimenti forti ed esclusivi la renderanno capace di affrontare dittature,guerre e la difficile ricostruzione,senza mai perdersi d'animo.
Di fronte alla sua morte,una donna di un'altra generazione,la nipote,ne tratteggia un superbo ed evocativo ritratto.
Un romanzo intenso costruito attorno a una donna in grado di essere sempre se stessa nonostante l'ostilità del mondo e della storia.

IL MIO GIUDIZIO:
Il catino di zinco.
Dove lavare se stessa,i suoi panni e dove strigliare ben bene la nipote nei periodi che essa trascorre presso la sua abitazione.

Il catino di zinco.
L'oggetto che caratterizza buona parte della vita della protagonista:quello che la vede giovane sposa prima e vedova dalla salute cagionevole poi.

Questo primo romanzo della Mazzantini è un omaggio fatto da una nipote a sua nonna Antenora.
Una donna difficile come il nome che porta e come il periodo in cui le è capitato di nascere (fine del 1800).

Convinta fascista,religiosissima e timorata di Dio,ma con nascosto nel cassetto una copia di "Porci con le ali",per poter vivere,anche se soltanto sulla carta,le gioie della sessualità,dato che suo marito,da quel punto di vista,è decisamente poco attento e sbrigativo.

Una donna volitiva,dura,rocciosa,che soffre la sua condizione di "femmina",in un'epoca in cui le donne erano relegate in cucina e avevano poca autonomia e nessun potere decisionale.

Una donna sicuramente intelligente,ironica ma molto dura con se stessa e con gli altri,che non comprende nè accetta qualsivoglia tipo di debolezza.
Solo con la malattia del consorte riuscirà,in parte,ad addolcirsi un pò,per poi tornare ad indossare la sua armatura di disincanto e freddezza che l'accompagnerà fino alla tomba.

Insieme ad Antenora facciamo la conoscenza anche della sua numerosa e un pò strampalata famiglia:
suo marito,il "poromo toscano" Gioacchino;
sua madre Monda,un pò stranita e persa dietro al ricordo del  primo e unico riccioluto grande amore;
suo padre,il professore Offredo,un pezzo di pane che va sempre in giro canticchiando "Bum bum";
la sorella di sua madre,Restituta,che riesce a trovar marito solo togliendosi una decina di anni dalla carta d'identità;
Don Sauro Cerquaglia,il padre di Monda e quindi nonno di Antenora,poco propenso agli affari e con diverse figlie femmine da sistemare.

Per tutta la narrazione,mi sono chiesta se questa opera fosse o meno biografica.
I particolari ci sono quasi tutti,tranne uno:il padre dell'autrice si chiamava Carlo,mentre nel romanzo compare come Vittorio.
Immagino quindi che la Mazzantini abbia voluto raccontare in prima persona la storia di sua nonna e l'ambivalente rapporto di amore/odio che aveva con lei,romanzando qua e là alcuni particolari,come è logico che sia.

Lo stile è aulico e molto ricercato ma in alcuni tratti trascende drasticamente in un linguaggio crudo e scurrile.
Ad un certo punto,per rendere meglio l'idea del continuo accavallarsi del fiume di pensieri nella testa di Antenora,l'autrice ha scritto 3 pagine consecutive senza punteggiatura...pagine che ho dovuto rileggere più di una volta perchè,senza nè un punto nè una virgola,era veramente difficile seguire il filo e il senso del discorso.

Probabilmente non è il miglior romanzo che Margaret abbia scritto ed essendo il primo è anche giustificabile ma è comunque un'opera che offre uno scorcio su un periodo storico molto complesso,visto con gli occhi di una donna dalle molteplici sfaccettature.


IL MIO VOTO: Non ai livelli di "Non ti muovere","Manola" e "Splendore" ma sicuramente meglio di "Nessuno si salva da solo".
* DISCRETO * 
LA SCRITTRICE:




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