giovedì 24 gennaio 2019

Frasi dal libro "Quella vita che ci manca" di Valentina D'Urbano

Mi hanno detto che sei qui ma che non mi aspetti.

Non ci vediamo da tempo e l'idea di rincontrarti mi mette una smania addosso, qualcosa che non riesco a controllare.
È come avere un ferro roventr ficcato in gola.

Tu mi conosci e sai che non ho paura di niente, tranne che di te.

Non mi importa come ti vedono gli altri,di quello che dicono.
Tu per me sei sopravvivenza.
Tu sei il pezzo di vita che mi manca.

Sei il pezzo che rifiuta di incollarsi,di mettersi al suo posto.

Il sangue si lava,non è quello il problema.
Il problema sono le cicatrici,che rimangono e a distanza di anni ti ricordano chi sei e chi avresti potuto essere.
E per questo fanno un male pazzesco.

Ci siamo già nella merda,se non te ne sei accorto.
Ci siamo nati e ci viviamo,nella merda.

Il destino gli aveva dato lineamenti attraenti e poi aveva compensato quella bellezza con un cervello scadente.

E quando due stanno insieme poi si baciano.
E se tu mi baci come alla tv succede che sento la musica.
Succede che siamo felici per sempre.

Che famiglia di merda.
Di tante famiglie proprio in questa qua dovevo nascere.

Tanto era inutile lamentarsi.
Bisognava farsene una ragione e rimboccarsi le maniche.

Era patetico,come tutti gli ubriachi che bevono per dimenticare.

"Il divorzio è una cosa da ricchi.Per divorziare bisogna pagare un sacco di soldi"
"E i poveri allora?"
"I poveri non divorziano.I poveri stanno insieme e si sopportano"

Ti ho aspettato per tutta la settimana.
Prima o poi dovevi arrivare.

Quando il discorso si spostava su di lei,si sentiva a disagio e tagliava la corda.

Se li sentiva sotto la pelle quei denti.
Si erano conficcati da qualche parte e non lo lasciavano in pace.
Gli si era infilata dentro da un giorno all'altro e si era fatta la tana nei suoi pensieri.

E adesso si abbracciavano stretti.
Si aggrappavano l'uno all'altra.
Parevano due naufraghi in mezzo alla tempesta ed era chiaro come il giorno che avevano la smania di toccarsi,di starsi vicino.
E il modo in cui si guardavano.
Una luce sfrontata attraversava i loro sguardi.
Con quegli occhi si strappavano i vestiti e la pelle di dosso.
Si guardavano come due che ancora devono fare l'amore.
Due che però lo faranno presto.

Dio solo sa quanto l'aveva amata e come quella troia gli avesse sfondato il petto per prendersi il suo cuore.
Faceva ancora male.

"Tu non sai niente di me"
"Nessuno sa mai niente degli altri"

Succede all'improvviso:quando due calamite si avvicinano troppo,diventa tutto veloce e non fai in tempo a trattenerle che già sono agganciate l'una all'altra.

Si baciarono con la stessa disperazione di due che hanno aspettato una vita.
Le dita dappertutto:tra i capelli,tra le labbra.
Si baciavano non solo con la bocca ma con tutto il corpo.
Si baciavano e non riuscivano a bastarsi.

I suoi occhi erano enormi,liquidi e avevano una luce dentro.

Si guardarono a lungo,occhi neri e occhi azzurri.
Si guardarono senza dirsi niente.
Perchè tante cose tra loro già le capivano senza doverne parlare.

Lei era diversa.
Era una cosa in più.
Quel qualcosa in più per cui adesso la mattina si alzava col sorriso sulle labbra.

Era sicuro di non sentire più niente.
Eppure i denti di lei,anche da lontano,gli si erano conficcati dentro e straziavano la carne.
Fu da quel dolore che capì di essersi innamorato.

La faccia gonfia di sonno era quella di uno che alle undici di mattina ha già perso la pazienza ed è stanco di tutto e non gli devon rompere i coglioni.

Ti devi sfogare.
Tu non ti incazzi mai,ti tieni tutto dentro.
Fai sempre la parte di quello tranquillo,equilibrato.
Ma prima o poi scoppi.
Hai bisogno di scaricarti.

E lei non c'era.
Sparita,evaporata.
Però gli aveva lasciato un buco nella pancia.
Un buco che doveva riempire.
Si era insinuata,silenziosa e infida.

Un povero stronzo come me spera sempre che le persone cambino e invece non cambiano mai.

Conosceva il male che ti fanno certe cose che sembrano poco importanti.
La furia cieca trattenuta a stento.
Una bestia che ringhia dentro,che fai fatica a contenere e che ti avvelena il sangue.
Una ferita per cui saresti in grado di uccidere.
I giorni bui appena passati e le speranze disilluse.

Non esistono donne brutte.
Esistono solo uomini non abbastanza ubriachi.

Era stata sua.
Poi,all'improvviso,non lo era stata più.
Se n'era andata.
Non lo aveva più voluto.
E lui ci era impazzito.
Ci aveva perso il sonno e la ragione.
L'aveva cercata.
Aveva pregato che tornasse.
Si era disperato.
Poi aveva cominciato a odiarla.
E adesso,rivederla dopo tutto quel tempo,l'amore si mescolava all'odio e diventava una sostanza amara che gli si riversava nel sangue.

"Capisco"
"No,tu non capisci.Non puoi proprio capire"

Poteva sopportare tutto ma le mancanze lo devastavano.
Lo buttavano per terra.
Dalle persone che ti abbandonano non puoi mai scappare.

Adesso era troppo lontano.
Per lei,irraggiungibile.


I soldi avevano un buon odore.
L'odore di tutte le cose belle che ora poteva comprare.

Gli avrebbe fatto male guardarla.
Gli avrebbe polverizzato le ossa.
Gli avrebbe mostrato tutto quello che avrebbe potuto essere e che per colpa di lei non era stato.

Aveva l'espressione ostinanata di quella che qualunque cosa succeda non si schioderà di lì.
Perchè,qualunque cosa succeda,lei la sua verità vuole dirtela a tutti i costi.

Qualcosa si scioglieva dove lei lo stringeva.
La allontanò con forza ma l'unico istinto che aveva era di riprendersela.
Di tenersela stretta,anche così,con tutto quello che gli aveva fatto.

Eccoli, i suoi denti.
All'occasione si facevano affilati e sapevano mordere nel punto giusto.
Morsi che dicevano: puoi provare a umiliarmi ma fino a un certo punto.

Uno nella vita deve fare delle scelte.
Io la mia scelta l'ho fatta.
E'un rischio perchè non lo so se mi vuoi ancora.

Io non ti volevo.
Non ti stavo cercando.
Non dico che stavo bene dove stavo,ma le persone sono capaci di abituars a qualunque cosa.
Chiamala vigliaccheria,comodità,chiamala come ti pare.
Non ero innamorata,se è questo che vuoi sapere ma mi faceva sentire meno sola.
Tu non puoi capire.
Tu una famiglia ce l'hai.
Io sono sola e non ti volevo.
Non ti volevo.
Ma sei capitato prima che riuscissi a mettere ordine nella mia vita.
Sei capitato e quando capita una cosa bella,una come me se la tiene stretta,a qualunque costo.

La tocca e gli tremano le gambe,le braccia e i pensieri nella testa.

Fanno l'amore per non ammazzarsi.

Non era vita quella.
Non era vita proprio per niente.

Fai piano.
Fai piano tanto non scappo.
Senza di te non vado da nessuna parte.

Aveva un odore buono.
Non era un profumo.
Non era una cosa chimica.
Era proprio la sua pelle.
Gli piaceva da morire.

Non le piaceva parlare della sua famiglia.
Giusto lo stretto necessario per scongiurare domande scomode,per segnare il territorio,delimitare il confine su alcune cose che le facevano ancora male.

Ci sono cose su cui puoi chiedere.
Altre su cui non dirò mai nulla.

Vorrei che vicino a me ci fosse qualcuno di cui posso fidarmi.
Qualcuno che mi tenga ferma,nel caso mi venisse voglia di ammazzarla.

Famiglie disastrate.
Ecco cosa siamo.

Beato te che non capisci un cazzo!

Da qualche parte un occhio umano li guardava attraverso una telecamera.
Li inquadrava,classificava,eticchettava.
Li riconosceva per quello che erano:avanzi di galera.

Mamma e Anna stanno bene.
Ti ringraziano per averci lasciato nella merda e ti mandano a morire ammazzato.

Ecco,guarda come ci hai ridotto.
Guarda chi siamo oggi e sentiti una merda per il resto della tua vita.

Le persone che,nel bene e nel male,stanno con me sono la mia famiglia.

Adesso ti ho visto.
Adesso ho la certezza che sei una merda e non ti voglio vedere mai più.
Ma ti dovevo vedere.
Dovevo guardarti in faccia e vedere chi eri.
E ti dovevo mandare affanculo.

Aveva rinunciato a qualunque manovra per cercare di farlo sentire meglio,chè tanto non aveva nessuna voglia di sentirsi meglio.

Era un mistero.
Quella di cui lui non parlava mai e sembrava quasi che non esistesse.
Ma bastava osservarlo appena un pò più a lungo e la vedevi.
Gliela scorgevi nella faccia,negli occhi,nella linea delle labbra.
Nei momenti in cui era distratto e guardava da tutt'altra parte,lei c'era.
Faceva di tutto per nasconderlo,ma si capiva lontano un kilometro che era innamorato perso.
Una di quelle cose che capitano una sola volta nella vita.

Fai bene ad andartene.
Quando uno c'ha una famiglia di merda deve trovare qualcos'altro a cui aggrapparsi.

Era bella.
Sembrava una brava ragazza.
Era una brava ragazza.

Lo sapevano che adesso la loro storia sarebbe diventata qualcosa di diverso.
Un punto fermo.
Un passo in più.
Uscivano dall'ombra e diventavano reali.
Non erano più soltanto due sconosciuti.
Non era più soltanto l'appartamento in cui si chiudevano per fare l'amore.
C'era quella cosa che cresceva dentro,che li spingeva l'una verso l'altro.
Quella cosa a cui non avevano ancora avuto il coraggio di trovare un nome ma sapevano benissimo cos'era.

Lui che si scioglieva quando la guardava e diventava altro.
Diventava suo.
C'erano sguardi limpidi solo per lei.
Occhi che avrebbero guardato così una sola donna in tutta la vita.
E quella donna era lei.

Vide la sua famiglia ammassata come un branco di pecore.
Irrigiditi,in un sorriso innaturale da fotografia in posa.
Tutti lì davanti.
E tra quelli dentro e quelli fuori era difficile stabilire chi fosse nella gabbia dello zoo per farsi guardare.

La fissava dritto negli occhi e pareva amichevole.
Ma in fondo a quel sorriso c'era qualcosa di incredibilmente malevolo.

Non era brutta,per niente.
Era una di quelle che non basta un primo sguardo.
Le devi guardare due volte per accorgerti che sono meravigliose.

Avevano le facce scorticate di chi nella vita se l'è vista veramente brutta.
Gli occhi di chi se l'è vista brutta ma che però è ancora qui per raccontarla.

Questa è una famiglia felice.
Questa è una di quelle famiglie che,comunque vada,rimarrà sempre unita.
E un pò li invidiava,visto che una normalità del genere lei non l'aveva mai provata.

Che giri facesse quel suo cervello marcio era un mistero.

Non avrebbe mai voluto lasciarla.
La sua donna respirava piano.
I capelli scomposti sul cuscino.
Il torace che si dilatava al ritmo del respiro.
Lei era la sua casa adesso.
La cosa più bella che avesse mai avuto e gli dormiva tra le braccia.
E quella cosa senza nome gli esplodeva nel petto,gli scioglieva i tessuti.
Diventava pulsazione placida del sangue nelle vene.

Hai voglia a fargli del bene!
Quando uno nasce tondo non può morire quadrato.
E lui non era nato nè tondo nè quadrato.
Era nato stronzo e tale sarebbe rimasto.

"Da quando stai con quella sei diventato uno stronzo"
"Tu invece stronzo lo sei sempre stato"

Pensavo fosse solo incazzato invece è qualcos'altro.
Qualcosa di più brutto:è deluso.

L'amava da morire.
Di un amore senza ritegno.
Un sentimento così forte da spezzargli le ossa.
Ma certe volte a discutere con lei c'era da diventarci scemo.

Non so che razza di persona puoi essere per definire un altro essere umano "un incidente di percorso".

I figli sono di chi li cresce.
I fratelli sono quelli che ti scegli.

Era un pericolo ma mai per gli altri.
Solo per se stesso.

Era una voce sottile che si manifestava di notte.
Quella voce le sussurrava all'orecchio collegamenti evidenti.
Cose che a un osservatore casuale sarebbero apparse lampanti ma lei non era un osservatore casuale.
Lei era innamorata.
Non voleva vedere.

Sentì il bisogno di corrergli dietro e di abbracciarlo.
Lo voleva lì.
Lo voleva con lei a tutti i costi.

Fosse stato necessario l'avrebbe aspettato per tutta la vita.

Era dentro casa,con le tapparelle abbassate e le porte chiuse che veramente si fondevano.
Si scambiavano tutto,il sangue e il respiro.
Erano innamorati come non sarebbero stati mai più.
Di nessun altro.
Felici.
La loro settimana perfetta di felicità.

"Ma che devo fare con te?"
"Non lo so.Che ci vuoi fare con me?"
"Il brodo.Giusto il brodo"

I suoi occhi dicevano tanto.
Parlavano per lei.

Non si mettono in piedi famiglie solo perchè nella vita ci è mancato qualcosa.
Non puoi aggiustare il passato facendo un figlio.

Un figlio.
Una cosa tra me e te.
Una cosa mia che diventa anche tua.
Lo sai cosa vuol dire?
Vuol dire che non moriremo mai.
E'l'unico modo che abbiamo per non morire mai.

Si sentiva l'unica normale in una famiglia di pazzi.

Se lei se ne fosse andata il mondo sarebbe crollato a pezzi.

Di tutte le cazzate che mi hai detto,questa è quella che mi fa più male.

Per lui fu come se avessero staccato la spina.
Non sentiva niente.
Non c'era più niente.
Il vuoto pneumatico.
L'oscurità che pulsava dentro e si allargava.

Quando l'ha stretta,quando ha respirato il suo odore,è stato come tornare a casa.
Ha sentito forte l'impulso di lasciarsi andare,di scoppiare a piangere,di rimanere in quell'abbraccio e commettere uno sbaglio enorme.

Io ti amo,stronzo.
Non me ne frega niente di come sei,di quello che fai.
Non me ne frega niente.
Senza di te non ho più niente.
Senza di te mi toccano solo giorni di polvere.

Quando il destino marcio deve cascarti tra capo e collo,stai sicuro che non gli si può sfuggire.

Lei è viva.
Da qualche parte c'è.
Appartiene a questo mondo da cui ti ha lasciato fuori ma esiste.

Alla fine si abbracciano.
Goffi,due orsi.
Due che si ritrovano.
Due che non sanno abbracciarsi per davvero,eppure si stringono forte.

Ormai era diventata un'immagine fissa e la sua assenza gli faceva compagnia.

Lei era una di quelle donne che si fanno amare per la luce che hanno negli occhi,non per le forme.

Pensare a una persona per tutta la vita e doversi accontentare delle altre...

Voleva lei.
La voleva disperatamente.
Si sarebbe ammazzato per riaverla.

Io ci ho provato.
Dio lo sa se ci ho provato.
Ma non ci riesco.
Tu sei la mia ferita,sei un nodo che non si scioglie.
Tu non sei di questo mondo,non gli appartieni.
Questo mondo non ti merita ma è qui che devi restare.
Non ti voglio in nessun altro luogo.
Non posso tollerare che tu sia lontana e mi dissangua la tua assenza.
E'con me che devi stare.
E adesso vieni a sputarmi in faccia,fai quello che ti pare,basta che ti fai vedere.

Certi anziani resistono a tutto.
Non li ammazza neanche la morte.

Non gli si era piantata nel cuore.
I corpi estranei sono più facili da estrarre dai tessuti molli.
Gli si era piantata nelle ossa.
Il suo ricordo era rimasto lì.
Si era calcificato male e ora non riusciva più a tirarlo fuori.
Lui la amava,
E lei gli aveva avvelenato il sangue.

Seduto sul marciapiede ha qualcosa di prepotente che lo divora da dentro.
E non si mai sentito più solo in vita sua.

E allora vaffanculo.
Vaffanculo,amore mio.

Aveva quella qualità nascosta.
Era in grado di annichilirlo completamente,di fargli mae con uno sguardo o con una parola.

Perchè lui le mancava.
Le mancava in profondità,in un posto che da sola non poteva raggiungere.
Ci voleva lui per scendere dentro,ma lui non c'era.
E il dolore non passava.

Voleva proteggerlo,anche da lontano.
Anche se non stavano più insieme.
Anche se quell'amore se lo doveva tenere così com'era:inutile.
Anche se non serviva a niente.

30 anni e troppo peso sulle spalle.

Devi andare da chi può salvarti.

Si sommano i giorni.
Si sommano le assenze.
Adesso sembra che tutto questo li disintegrerà,li farà a pezzi,
Eppure un giorno le mancanze che adesso lo ammazzano diventeranno immagini sbiadite.
Lui lo sa ed è per questo che riesce a tenersi ancora vivo.

Aggiungere dolore su dolore.
Non è così che funziona.
Non è così che si guarisce.

Stare lì a guardarla è tremendo.
E'come avere dei cocci infilati in gola.
Sente dentro,distintamente,che gli manca un pezzo di vita.
Le sue mani.
Gli sono mancate per una vita e non può reggere.
E lei è lì davanti e lui non può reggere.

Resta,per favore.Io ti amo.

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