domenica 18 marzo 2018

Frasi dal libro "Il Budda nello specchio" di Ted Morino, Woody Hochswender, Greg Martin

Credo che sia proprio questo che fanno i grandi maestri:
stimolano negli altri la capacità di vedere le cose in un modo nuovo,
in un modo con cui possano sentirsi particolarmente in sintonia.

La sincerità di una persona ha sugli altri un'influenza duratura.

Ognuno di noi ha un contributo unico da dare.

Sfruttando il potere di NAM MYOHO RENGE KYO,il principio mistico che muove l'universo,
ho abbattuto uno dopo l'altro muri di ostacoli nella mia vita e sono riuscito a realizzare tantissimi obiettivi e a concretizzare i miei sogni.
Ho raggiunto la ferma convinzione di poter affrontare qualunque cosa la vita mi riservi.

Ogni dato istante può essere visto da un infinito numero di prospettive e tra tutte c'è quella che ti permette di individuare un sentiero dorato,di percepire un diamante nella vita di ogni persona.

NAM MYOHO RENGE KYO è la legge della vita che permea l'universo.
L'aspetto mistico della vita per cui tutti i fenomeni nell'universo sono in relazione reciproca e si influenzano vicendevolmente in un ciclo interminabile di nascita e morte.

La legge della vita (dharma) è una verità eterne e senza limiti.
E'presente sempre e in ogni luogo.
Questa legge,completamente democratica,potrebbe essere considerata un'altra definizione del concetto di Dio che molte persone hanno.
E'un'energia che sta alla base dell'universo.
Ma nel buddismo non vi è nessun Dio e nessuna entità soprannaturale che progetta e modella il nostro destino.

Attraverso la pratica buddista noi cerchiamo di far emergere quella parte della forza vitale universale che esiste originariamente ed eternamente dentro di noi (ciò che chiamiamo buddità) e di manifestarla diventando un Budda.
I buddisti diventano consapevoli dell'esistenza della legge eterna che permea sia l'universo sia i singoli esseri umani,e mirano a vivere ogni giorno,in accordo con questa legge.
Così facendo,scoprono un modo di vivere che reindirizza tutte le cose verso la speranza,il valore e l'armonia.

Questa idea che il potere per raggiungere la felicità si trovi esclusivamente all'interno dell'individuo può essere sconcertante.
Essa comporta un totale senso di responsabilità.

Dal momento che ogni individuo è connesso a tutto ciò che esiste sulla terra,
il destino del nostro pianeta è influenzato dalle singole azioni individuali.

I praticanti buddisti arrivano ad agire con maggiore gentilezza e compassione e con assoluto rispetto per il valore della vita degli altri,in un processo che diventa quasi automatico.

La meta dei buddisti è la pace mondiale.
La pace mondiale attraverso l'illuminazione individuale.
Una società pacifica e sicura sarà il risultato di un processo di dialogo che si espanda da un individuo all'altro fino a quando la guerra e le sue cause spariranno dalla terra.

Prima di poter cambiare il destino del mondo dobbiamo per prima cosa cambiare noi stessi.

La pratica quotidiana spiana la strada perchè le cose della vita vadano bene.
La pratica buddista permette di affrontare i travagli dell'esistenza con serenità ed equilibrio.
Fa emergere gli aspetti più nobili e più favorevoli della vita di un individuo e permette alle nostre vite di vibrare in meravigliosa sintonia con la vita universale.

Ognuno di noi possiede il potenziale per essere felice.
Per vivere questo tipo di esistenza vittoriosa,l'individuo deve intraprendere una trasformazione interiore,una rivoluzione umana individuale.

Nichiren affermò che la fonte di tutti i desideri è la vita stessa e,finchè la vita continua,istintivamente desideriamo.
La civiltà è progredita grazie agli istinti e ai desideri degli esseri umani.
Con la pratica buddista,non solo possiamo realizzare i nostri desideri,cambiando noi stessi dall'interno,ma i desideri stessi cominciano a cambiare e si elevano.
I desideri che abbiamo servono da carburante,spingendoci verso la nostra illuminazione.

In innumerevoli casi i praticanti buddisti trasformano la loro passiva rassegnazione in un atteggiamento gioioso e combattivo.

La recitazione del NAM MYOHO RENGE KYO funziona che voi la capiate o no,che crediate che funzioni oppure no.

NAM MYOHO RENGE KYO è la Legge dell'universo:
recitandola rivelate la Legge nella vostra vita,mettendovi in armonia o a ritmo con l'universo.

Nel buddismo come nella vita nulla può sostituire l'esperienza diretta.

NAM = dedicarsi

MYOHO = Legge mistica ma anche rinvigorire,essere perfettamente dotato.

RENGE = Fiore di loto. In natura il fiore di loto fiorisce e fruttifica                                                    contemporaneamente,simboleggiando così la simultaneità di causa ed effetto,perchè ogni cosa ha le sue cause ed i suoi effetti.
Noi creiamo cause attraverso i pensieri,le parole e le azioni.
Nel momento in cui un qualunque causa viene creata,simultaneamente nella profondità della vita viene registrato un effetto,che si manifesterà quando incontreremo le adeguate circostanze ambientali.
Il fiore di loto,inoltre,fiorisce in uno stagno melmoso e rappresenta quindi l'emergere della nostra natura buddica dallo stagno dei desideri e dei problemi quotidiani.
Perciò,per quanto difficile sia la nostra vita,per quanto dure siano le circostanze in cui ci troviamo,il fiore della buddità può sempre sbocciare.

KYO =sutra,insegnamento,suono.

NAM MYOHO RENGE KYO = io dedico me stesso alla Legge mistica di causa ed effetto attraverso il suono.

Ciò che conta è recitare con sincerità per i propri obiettivi e poi,con mente aperta,vedere cosa accade.

Invece si implorare una forza esterna che risolva i loro problemi,i buddisti fanno appello alle proprie risorse interiori per affrontarli.
Più che "desidero che accada questo o quello" o "Signore,fammi la forza di far accadere questo o quello",alla preghiera buddista sono più adatte espressioni come:
"Farò accadere questo o quello" o "determino di realizzare questo e quel cambiamento nella mia vita così che accada questo o quello".

Nel momento in cui viene creata una causa,viene registrato un effetto,come un seme piantato nella profondità della vita.
Benchè l'effetto si produca nello stesso istante in cui è stata creata la causa,esso può non apparire immediatamente.
L'effetto si manifesterà solo quando si presentano le circostanze esterne adeguate.

Esistono 3 tipi di azione karmica:i pensieri,le parole e le azioni.
Il karma è il risultato finale di ogni singola causa che abbiamo creato nella nostra vita e nelle vite precedenti.

Le nostre azioni del passato esercitano un'influenza sul nostro presente,mentre le nostre azioni nel presente formano il nostro futuro.

La legge di causa ed effetto permea la nostra vita attraverso le esistenze passate,quella presente e quelle future.
Nulla viene dimenticato,cancellato o perso.
E'un errore pensare che possiamo lasciarci dietro tutti i nostri problemi e andarcene in qualche altro posto per vivere una vita senza pensieri.
Dovunque andiamo ci portiamo dietro il nostro karma,come un bagaglio.
Noi creiamo il karma tramite le nostre azioni e perciò abbiamo il potere di cambiarlo.

La nostra vita è come uno specchio appannato che brillerà come un gioiello se viene lucidato.

Dobbiamo recitare per far emergere la saggezza necessaria ad affrontare apertamente il problema e poi agire con determinazione per risolverlo.

La pratica del buddismo di Nichiren inizialmente procura benefici evidenti e pratici,prima di tutto uno spirito più positivo,di sfida e di speranza invece che di sconfitta e rassegnazione,che si genera dal profondo dell'interiorità.
Questo spirito a sua volta porta a sviluppare saggezza e ad agire costruttivamente così da trasformare qualsiasi situazione negativa che si possa incontrare.

Grazie all'ottenimento di benefici tangibili tramite la recitazione,i buddisti principianti troveranno ben presto che il loro intero quadro di riferimento è cambiato,e i loro sogni impossibili sono diventati obiettivi del tutto reali.

Roma non è stata costruita in un giorno.
E' semplicemente impossibile risolvere tutti i vostri problemi la prima volta che recitate.
Il karma accumulato nel corso di almeno una vita,come la ruggine,deve essere accuratamente raschiato via,giorno dopo giorno.

Ogni beneficio che otteniamo grazie alla recitazione è un incoraggiamento a continuare.
E nel momento in cui iniziamo a vedere la prova concreta del potere della nostra pratica buddista,sentiamo il naturale desiderio di condividere con gli altri le nostre esperienze.

Un aspetto integrante del processo verso l'illuminazione è la comprensione che l'io individuale è connesso a tutte le altre persone e che la nostra felicità è quindi collegata alla felicità generale della società in cui viviamo.

Per quanto il mondo esterno possa essere soleggiato o nuvoloso,quel che realmente conta è come ci sentiamo interiormente.

La filosofia buddista vede la nostra vita come una parte inscindibile del nostro ambiente fisico,che in profondità è unita alla vita delle altre persone e alla grande forza vitale cosmica dell'universo.
In tutto il cosiddetto mondo esterno sono intrecciati innumerevoli fili indivisibili che legano l'individuo al macrocosmo.

Non siamo separati dal mondo in cui viviamo,bensì siamo coinvolti in una dinamica interazione con esso.
Il nostro ambiente e le nostre circostanze rispecchiano in effetti la nostra vita interiore.
Ciò che siamo determina in gran parte la qualità del nostro ambiente.
Questo concetto non è molto facile da accettare perchè va contro il nostro radicato pregiudizio di attribuire alle circostanze la colpa dei nostri problemi.

Le persone che si trovano nel nostro ambiente immediato tendono a rispecchiare la nostra vita interiore.
Quando amiamo gli altri con la stessa reverenza del Budda,la lora natura buddica ci proteggerà.
D'altro canto,se sminuiamo gli altri o li consideriamo con disprezzo,saremo disprezzati a nostra volta,come se guardassimo la nostra immagine riflessa in uno specchio.

Il principio di non dualità della vita o dell'individuo e del suo ambiente viene definito esho funi.

Benchè il mondo interiore dell'io e il mondo esterno della realtà sembrino distinti,in definitiva essi sono non 2, ma 1.
Non solo solo interconnessi  reciprocamente dipendenti,ma sono inseparabili l'uno dall'altro.

La Legge viene definita "mistica" perchè è aldilà della nostra comprensione intellettuale.
Ma ciò non significa che non possiamo riflettere su di essa,discuterla e verificarne il valore nella nostra vita.

"Mutua inclusione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni" significa che la vita in ogni singolo istante abbraccia il corpo e la mente,l'io e l'ambiente di tutti gli esseri senzienti dei 10 mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei 3000 regni:le piante,il cielo e la terra,fino al più piccolo granello di polvere.
La vita in ogni singolo istante permea l'intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi.

MYOHO RENGE KYO è la tua vita stessa.

Il suono che emettiamo quando recitiamo il NAM MYOHO RENGE KYO è il ritmo dell'universo.
Quando recitiamo stiamo vibrano sulla stessa tonalità dell'universo,quell'armonia di fondo che è parte di tutte le cose.

Poichè l'individuo e l'ambiente sono fondamentalmente una cosa sola,qualunque sia lo stato di vita che stiamo manifestando esso si manifesterà simultaneamente anche nell'ambiente.
Una persona le cui tendenze vitali di base sono l'odio e l'ostilità susciterà angoscia e infelicità nel proprio ambiente,mentre chi ha come stato vitale di base la buddità,godrà di protezione e sostegno dal mondo esterno.
Non dobbiamo cercare nell'ambiente nè la fonte nè la risoluzione delle nostre sofferenze.
Paragonarci continuamente agli altri,sia in positivo che in negativo,pensare che gli altri siano responsabili della nostra felicità,o che non possiamo essere felici fin quando qualcun altro non cambia,o che il nostro valore dipenda dall'ammontare del nostro conto in banca,sono tutti esempi di ciò che si intende con "cercare la Legge fuori di noi".

I nostri problemi non sono delle nostre colpa,fanno semplicemente parte della vita.
Anche se non siamo responsabili del comportamento degli altri,che è una loro responsabilità,dobbiamo assumerci la responsabilità del nostro comportamento.
Questo implica anche assumersi la responsabilità di trovarsi nelle circostanze in cui ci troviamo,per quanto difficili e fortuite esse possano sembrare.

Noi stessi abbiamo creato le cause per essere quello che siamo in questa vita.
Le nostre circostanze sono in tutto e per tutto il risultato delle nostre azioni compiute nell'arco di molte vite.
Tutti noi in definitiva siamo responsabili di ogni aspetto della nostra vita.

Il buddismo comporta un totale senso di responsabilità ma offre il potere di attuare un cambiamento.
Se le nostre circostanze ci rendono infelici,abbiamo le capacità di fare qualcosa per cambiarle.

Nella vita non esiste il caso e non ci sono coincidenze.

Lo scopo della pratica buddista non è capire la verità come fosse un oggetto esterno a noi ma diventare una sola cosa con la verità.

Per la maggior parte di noi,i problemi della vita nascono dalla grande discrepanza tra la realtà e la valutazione soggettiva che ne diamo.

Un bodhisattva è un individuo che si sfornza di conseguire l'illuminazione impegnandosi contemporaneamente ad aiutare gli altri a raggiungere la stessa meta.
In termini pratici,gli sforzi fatti per il bene degli altri sono di fatto più utili a cambiare il proprio karma degli sforzi fatti unicamente per il proprio miglioramento.

Preoccupandosi dei problemi degli altri,i propri problemi rimpiccioliscono,sia in prospettiva,poichè si capisce che forse i problemi degli altri sono più gravi dei nostri,sia nella realtà,perchè quando si smette di essere concentrati sulle proprie difficoltà esse perdono il dominio che abitualmente hanno su di noi.

Se gli ideali umanistici del buddismo si diffondono,la società diventerà più umana in ogni suo aspetto.
Secondo il principio di non dualità della vita e del suo ambiente,l'ambiente riflette sia il positivo sia il negativo.
Perciò,dalla tragedia della guerra alle costanti minacce all'ecosistema planetario,il vero cambiamento duraturo dipende dal far emergere la natura illuminata di innumerevoli individui.

Il buddismo insegna che la felicità è lo scopo della vita.
Essa però non è qualcosa che si possa ottenere senza sforzo.

Tramite una pratica buddista corretta si possono creare le cause fondamentali che ci portano a una felicità indistruttibile.
Gli insegnamenti del buddismo spiegano il segreto che rende possibile godere la vita pienamente,non cercando incessantemente la felicità ma raggiungendola e mantenendola qui e ora,così come siamo.

La felicità non è l'assenza di problemi.
Ci sono persone che hanno problemi enormi e sono felici e persone che hanno tutte le fortune e ciò nonostante sono infelici.

Capire che vivere significa affrontare le difficoltà è una liberazione,perchè ci aiuta a considerare i problemi e le sofferenze come parte naturale della vita e non come un segno della nostra inadeguatezza.

Il buddismo scopre la felicità nel mezzo dei problemi piuttosto che nell'assenza di essi.

Gli esseri umani non riescono a comprendere la vera natura della felicità e di conseguenza sono spesso incapaci di trovarla perchè la cercano nel posto sbagliato.

La felicità relativa è il senso di soddisfazione,di gratificazione o di euforia che si prova per aver raggiunto un obiettivo o aver realizzato un desiderio.
La felicità assoluta è uno stato di vita che ci permette di godere della nostra esistenza in qualunque circostanza.

Siamo nati in questa vita per essere felici e non per sopportare solo sofferenze.

I dieci mondi.
Ognuno di noi sperimenta continuamente diversi stati vitali,o mondi,che operano a un livello molto al di sotto della mente conscia.
Questi stati,dal più basso al più elevato,sono:
Inferno
Avidità
Animalità
Collera
Umanità
Cielo (o estasi)
Apprendimento
Realizzazione
Bodhisattva (compassione)
Buddità (illuminazione o felicità assoluta)

Per il buddismo Cielo e Inferno non sono luoghi ma condizioni vitali.

Quando accade qualcosa che ci esalta il complesso delle nostre circostanze è cambiato di poco.
Ciò che è mutato è il nostro stato interiore.

Nei primi 6 mondi (detti anche sentieri inferiori) viviamo principalmente in reazione alle circostanze esterne e siamo in balia dell'ambiente.
Il nostro benessere dipende da qualcos'altro o da qualcun altro.
Chi vive la sua vita nei mondi inferiori è perciò destinato a un'esistenza che potrebbe essere paragonata alle montagne russe:
felice quando le cose vanno bene,infelice quanto le cose vanno male.
E,in definitiva ha uno scarso controllo sulla propria vita,a dispetto dei suoi sforzi spesso sovrumani.
La vera felicità non può mai essere fondata sulle sabbie mobili.

I tesori di un forziere sono i possessi materiali e la ricchezza.
I tesori del corpo sono la salute,la bellezza ,la conoscenza,lo status sociale etc...
Benchè entrambi questi tipi di tesori siano importanti e trascurarli ci causerebbe sofferenza non necessaria,sono tutti soggetti alla legge dell'impermanenza,per cui essi sono in definitiva relativi.
Cambiano col tempo e non possono essere il fondamento di una felicità duratura.
I tesori del cuore indicano invece i tesori del regno interiore,le qualità e gli attributi che derivano dalla nostra natura di Budda.
I veri tesori della vita sono quelle qualità che migliorano le nostre azioni nella vita quotidiana,dandoci la saggezza,il coraggio e la fiducia per vincere su qualunque circostanza.
Il fondamento della felicità umana si trova nel regno interiore.

Recitando NAM MYOHO RENGE KYO possiamo riconoscere di essere dotati di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere assolutamente felici.
Più recitiamo sinceramente e più la nostra vita comincia ad acquisire il magnetismo dell'illuminazione ed essendo in armonia con il nostro ambiente,siamo in grado di attrarre protezione e fortuna.

La vera felicità non è l'assenza di sofferenza.
Il cielo non può essere sereno tutti i giorni.
Felicità non significa avere una vita libera dalle difficoltà,ma essere in grado di raccogliere l'indomito coraggio e l'incrollabile convinzione per affrontare e superare qualunque difficoltà possa sorgere,senza esserne minimamente scossi.
La felicità è determinata dal grado di stabilità del nostro io.

La recitazione di NAM MYOHO RENGE KYO ha l'enorme potere di indirizzare il nostro universo,
il nostro corpo e la nostra mente,le nostre relazioni e il nostro ambiente,verso la felicità.
Poichè questa felicità è costruita interiormente,non può essere distrutta dalle circostanze esterne che mutano di continuo.
Essa ci libera dalla dipendenza degli eventi esterni.

L'inferno è andare alla deriva,il paradiso è essere alla guida.

Per raggiungere la felicità assoluta dobbiamo anche vivere con ottimismo.
Il buddismo ci insegna a considerare ogni cosa in una luce positiva e così acquistiamo fiducia nel potere di trasformare anche le sofferenze più intense negli ingredienti della felicità.
Con questo potere ogni cosa diventa un beneficio,un'opportunità.

XXXX si impegnò nella recitazione,utilizzando la crisi che stava vivendo come l'occasione per dare un nuovo corso alla sua vita,con le giuste priorità.
Cominciò a considerare il suo problema come una grande opportunità.
Grazie a questo cambiamento di prospettiva,dalla profondità della sua vita cominciarono a fluire un rinnovato ottimismo e una nuova determinazione.

La vera gioia scaturisce incessantemente dall'interno della nostra vita quando combattiamo con coraggio  per superare qualunque tempesta di difficoltà.
Questo tipo di gioia fluisce senza fine.
Non possiamo godere di una gioia vera e profonda se siamo indulgenti con noi stessi e cerchiamo solo situazioni comode in cui non dobbiamo mai affrontare dure difficoltà.

Ognuno di noi è sia forte che debole.
Nessuno è totalmente l'una o l'altra cosa.
Detto semplicemente,siamo forti quando abbiamo qualcosa di importante da fare e siamo deboli quando non abbiamo nulla di significativo da realizzare.

La vera felicità è legata all'impegno per un grande scopo.
Questa è la vera gioia nella vita:essere usati per uno scopo che noi stessi riteniamo grande.
Essere totalmente consumati prima di venire gettati nel mucchio dei rottami.

Per essere veramente felici non basta semplicemente avere nobili ideali ma bisogna agire per realizzare il proprio scopo o la propria missione nella vita a favore degli altri.

La pratica buddista ha lo scopo di aiutarci a cambiare le convinzioni illusorie che nutriamo nel cuore.
Questo processo di riforma interiore viene chiamato rivoluzione umana.

Recitiamo NAM MYOHO RENGE KYO fiduciosi nel suo potere benefico,con la speranza di riuscire a realizzare gli scopi della nostra vita.
Recitiamo NAM MYOHO RENGE KYO per compiere la nostra rivoluzione umana,per correggere le nostre convinzioni e per sviluppare forza interiore che ci permette di trascendere le nostre difficoltà personali e di aiutare gli altri.

Sentirsi felici o infelici in definitiva dipende da noi.
Se non cambiamo il nostro stato di vita,non possiamo raggiungere una vera felicità.
Ma se cambiamo la nostra condizione interiore,il nostro intero mondo si trasforma.

La felicità individuale è basata sulla costruzione di un saldo io interiore.

Dato che tante persone sincere e ben intenzionate riversano un mucchio di sforzi e di energie nella ricerca e nella costruzione di relazioni,perchè invece esse falliscono così spesso?
Falliscono perchè manchiamo della saggezza per farle funzionare.

Il problema non è che gli altri "tacchini" ci stanno impedendo di alzarci in volo ma piuttosto che dobbiamo diventare l'aquila che desideriamo essere.
Dato che ognuno è essenzialmente un Budda,non c'è nulla di sbagliato in noi.
Non siamo impuri o imperfetti.
E' la nostra mente non illuminata che è imperfetta.

Noi non siamo responsabili del comportamento degli altri ma solo del nostro.
Se si capisce questo,ci si rende conto che quest'idea è estremamente liberatoria:
dal momento che abbiamo il controllo delle nostre scelte,
abbiamo il potere di fare qualcosa quando una relazione non funziona.
Nichiren insegnò che la sofferenza deriva dal cercare fuori di noi la causa o la soluzione dei nostri problemi.
Il fatto che siamo noi a soffrire significa che il problema da risolvere è nostro e non di qualcun altro.
Se stiamo cercando di far cambiare gli altri,potremmo aspettare molto a lungo.
Ciò nonostante le persone fanno sforzi straordinari per modificare il comportamento degli altri nel tentativo di far funzionare le relazioni.
Ma in definitiva questo è vano come pulire uno specchio nel tentativo di pulire il proprio viso.
Lo specchio continuerà a riflettere sempre la stessa immagine.
La chiave per trasformare le relazioni sta nel trasformare noi stessi.
Dato che la sola persona di cui possiamo controllare il comportamento siamo noi,usiamo al massimo questo potere.
Occorre lavorare dall'interno verso l'esterno.

Le relazioni in cui si crea dipendenza sono simili a un ottovolante emotivo,
in cui a picchi di euforia si alternano abissi di disperazione.
La ragione è che la nostra felicità dipende dal comportamento dell'altro,dal fatto che ci confermi che siamo degni di essere amati.
In qualunque situazione la felicità non può essere raggiunta senza avere il controllo di se stessi.
Dipendere da un altro per sentirsi degni d'amore dà all'altra persona il controllo sulle nostre emozioni e sulla nostra autostima.
Abbiamo così rinunciato al nostro potere.
Permettendoci di essere infelici non rispettiamo noi stessi.

Dunque,la colpa della nostra infelicità è del nostro partner?
In senso superficiale può darsi di sì.
Ma essenzialmente è colpa nostra,nella misura in cui continuiamo a lasciare al nostro partner,che lo voglia o no,l'ultima parola sulla nostra felicità e nella misura in cui crediamo di non poter essere felici senza l'aiuto o il cambiamento di comportamento dell'altro.

Alzandoci da soli sulla solida base della nostra felicità,
possiamo allora cercare all'esterno e coltivare relazioni collaborative e interdipendenti,
nelle quali diamo liberamente il nostro amore senza attaccamenti e senza aspettative.
Non abbiamo bisogno dell'altro e non siamo dipendenti dall'altro.

La felicità non ci può essere data da qualcun altro.
La felicità non è una condizione che possa dipendere dall'altro:
la si deve raggiungere per se stessi.

Non potete mai essere sicuri di dove,come e quando,la relazione della vostra vita possa fiorire.
Ma non conoscendo i tempi e i modi della fioritura,curiamo tutti i fiori,godendoci la scoperta delle peculiarità di ogni singola piantina.
Lo scopo è quello di diventare esperti giardiniere delle relazioni.
Le relazioni,infatti,sono come piantine appena nate:
coltivatele tutte e godetevi la loro crescita,la loro fioritura e alla fine i loro frutti.

Piuttosto che cercare costantemente la relazione giusta è più importante coltivare quelle che già abbiamo.
Da qualche parte,nel giardino della nostra vita,fiori straordinari aspettano di sbocciare.

Ciò che ci rende felici è la realizzazione dell'io che sperimentiamo grazie a una buona relazione e non la relazione in sè.

L'inferno nelle relazioni deriva dal cercare di cambiare il comportamento di qualcun altro anzichè il nostro.
E'solo quando smettiamo di controllare gli altri che acquisiamo il potere di influenzarli davvero.

Gli altri si comportano in un dato modo e,siccome voi avete ceduto loro il controllo e il potere,se volete eliminare la vostra rabbia dovete cambiare il loro comportamento.
Ma,ovviamente,voi non avete alcun potere di cambiare il loro comportamento,
perciò più cercate di farlo e più vi arrabbierete.

L'autocontrollo è la chiave per influenzare il cambiamento.

In risposta a qualunque situazione,a seconda della scelta che facciamo,ci troviamo in uno dei 10 mondi.
Riconoscendo che siamo noi a scegliere e assumendoci la responsabilità della nostra scelta,
acquisiamo il potere di scegliere il nostro stato di vita.
Questo ci restituisce il controllo.

Nessuno può farci arrabbiare se scegliamo di non arrabbiarci.

Paragonare noi stessi agli altri è un'altra variante dell'illusione di guardare all'esterno.

Non si può dire molto sulla vita di una persona,guardando solo l'apparenza.
Così non possiamo dire molto della nostra vita,guardando la vita degli altri.
La vita cambia costantemente.
Il cambiamento è la natura del cosmo.
Ecco perchè la crescita è così importante.

Cercare di essere qualcun altro o quello che pensate che qualcun altro vuole che voi siate,
è un modo sicuro per soffrire.
Siate ciò che siete e siatelo bene.
Se crescete e progredite continuamente,avrete la vita migliore del mondo perchè siete certi che domani sarà sempre meglio di oggi.

Per quanto siamo motivati dalle migliori intenzioni,spesso riversiamo sull'altro un fiotto di critiche e recriminazioni.
Per quanto i nostri sentimenti siano sinceri,manchiamo di saggezza.
Spinti dall'amore ma privi di saggezza,la risposta che i nostri sforzi suscitano è l'opposto di quella che ci aspettavamo.

Se vogliamo che le persone facciano di più,dobbiamo lodare e apprezzare gli altri per quello che  stanno già facendo per noi.
In altre parole,dovremmo focalizzare la nostra attenzione su quello che già c'è e non su quello che manca.
Le persone amano la lode e l'apprezzamento e si sforzano duramente per ottenerli.
Mettere queste 2 cose alla base di tutte le vostre relazioni può avere una grande influenza positiva.
Gli altri si sforzeranno e cresceranno rigogliosamente.
Le critiche e le recriminazioni creano un ambiente cupo,un giardino in cui le relazioni non possono prosperare.
E'una grande illusione pensare che gli altri possano essere motivati dalle critiche.

Ci sono 3 tipi di valore:la bellezza,il guadagno e il bene.

La cosa più importante per trovare soddisfazione nel lavoro è diventare indispensabili ovunque voi siate.

Aspetta e recita.

La salute è uno stato di completo benessere fisico,mentale e sociale e non semplicemente l'assenza di malattie e di infermità.
Siamo tutti esseri umani,fatti di carne e ossa.
E'un fatto innegabile che nessuno può evitare di ammalarsi,prima o poi.
Ma le radici della malattia giacciono nelle profondità del nostro essere.

Il buddismo ci insegna che abbiamo il potere non solo di trasformare uno stato negativo in uno stato neutrale ma addirittura di utilizzarlo per raggiungere uno stato ancora più positivo.
In altre parole,superando la sofferenza della malattia arricchiamo la nostra vita rendendola più nobile,
e la malattia diventa così la materia prima per aumentare giorno dopo giorno il nostro senso di appagamento e soddisfazione.

Il punto fondamentale è se riusciamo a sconfiggere la malattia quando ci colpisce,o se invece lasciamo che sia la malattia a sconfiggere noi.
Questo dipende se siamo influenzati da una diagnosi di malattia o se,viceversa,facciamo appello alle nostre risorse per superarla.
Tale è il potere della convinzione.
Il buddismo ci indica la fonte della saggezza e della forza vitale necessarie per sconfiggere la malattia.

La malattia può essere un'opportunità per costruire una base ancora più solida della nostra felicità,
stimolandoci a cambiamenti di vita significativi,benchè spesso difficili.

Noi rifiutiamo la medicina moderna in favore di qualche sorta di terapia autogestita.
Al contrario,il buddismo di Nichiren suggerisce 3 punti essenziali per guarire da una malattia:
1) andare da un bravo medico
2) prendere medicine efficaci
3) essere un paziente eccellente.
Quest'ultimo punto si riferisce a uno stato di vita interiore.

La recitazione di NAM MYOHO RENGE KYO è di per sè un'energia guaritrice.
Il processo di guarigione comincia col rafforzare la fiducia e la convinzione di essere in grado di sconfiggere la malattia,di trasformare in medicina il veleno.
Se il nostro atteggiamento è di sconfitta,sarà la malattia a vincere sulla nostra volontà di guarire.
Se invece assumiamo un atteggiamento di sfida,allora le nostre possibilità di guarigione sono massime.

Ci sono crescenti prove scientifiche di un'intima e inscindibile relazione tra il funzionamento della mente e quello del corpo.
Corpo e mente sono "2 ma non 2",nel senso che per quanto appaiano superficialmente come 2 fenomeni distinti,a un livello più profondo sono una cosa sola.

Dal momento che le idee,le aspettative e le convinzioni hanno un potente effetto sul funzionamento del corpo,il pensiero distorto (illusione) avrà un forte impatto sulla propria salute e sulla capacità di superare la malattia.
Gli psicologi hanno identificato varie opinioni sulla vita che possono minare la salute,ostacolare la capacità di superare la malattia e causare disturbi psicologici e spirituali come la depressione,l'ansia e il panico,
Tra queste opinioni vi sono:
1) considerare gli altri responsabili del proprio dolore
2) interpretare i pensieri e le azioni degli altri come se fossero rivolti contro di noi
3) credere che gli altri pensino a noi più di quanto in effetti non facciano
4) trarre conclusioni generali fataliste sulla base di eventi specifici o di informazioni limitate.
Perciò,per superare le malattie,oltre alle cure mediche è necessario anche un cambiamento di pensiero.
Non basta identificare i nostri pensieri distorti:
bisogna cambiare il nostro modo di pensare compiendo un mutamento di paradigma.
E'la pratica buddista che ci permette di compiere questo mutamento.

Ognuno di noi ha una forma unica.
Ognuno di noi vede le cose soggettivamente,traendo conclusioni che talvolta sono diversissime da quelle delle altre persone che sperimentano gli stessi fenomeni.
Sulla base delle conclusioni che abbiamo tratto,compiamo delle azioni.

Nel buddismo cerchiamo di sostituire la visione distorta delle vita con la saggezza.

Avere una condizione di vita sana è fondamentale per avere un corpo e una mente sani.

Racchiusi nella nostra vita esistono i grandi tesori della natura buddica:
la saggezza,la compassione e il coraggio.
Quando utilizziamo queste medicine,siamo davvero il Budda nello specchio.

...3 medici gli dissero che dal punto di vista scientifico,la sua guarigione era impossibile.
Tuttavia era successo.
E lui non aveva dubbi che la sua pratica buddista gli avesse salvato la vita,dandogli la forza interiore e la determinazione di lottare e di vincere,contro tutte le probabilità.

Essenzialmente le persone resistenti allo stress sono quelle che:
1) si impegnano profondamente nel proprio miglioramento e nelle attività della vita quotidiana
2) credono di poter controllare gli eventi
3) considerano la vita come una sfida stimolante per una crescita ulteriore e non come una minaccia.

Il buddismo di Shakyamuni è antico quasi 3000 anni,mentre la psicologia è nata poco più di 100 anni.
Tuttavia,la profonda saggezza del buddismo conosce e utilizza da lungo tempo metodi che solo di recente la psicologia ha convalidato come approcci sani al benessere psichico.

Possiamo reagire meglio alla malattia se comprendiamo che noi non siamo solo i pazienti ma anche i medici di noi stessi.
Il buddismo ci chiede di essere degli ottimi pazienti,di trovare medici eccellenti e di fare squadra con loro per sconfiggere la malattia.
Ma siamo noi che dobbiamo prendere il comando.
Si dice che NAM MYOHO RENGE KYO sia la migliore medicina mai scoperta dagli esseri umani e che il Budda sia il migliore medico.

Recitare NAM MYOHO RENGE KYO libera il potenziale nascosto nella profondità della nostra vita,permettendoci di attingere a un potenziale illimitato.
Ha il potere di rivitalizzare,di rinnovare e anche di riunificare e ristrutturare la nostra vita.
Attraverso la recitazione diventa possibile una nuova vita.
Grazie al NAM MYOHO RENGE KYO qualunque cosa sia necessaria alla nostra felicità diventerà nostra.

Il potere della nostra vita è infinito.
Il potere liberato attraverso la recitazione è il supremo potere curativo,
è un'esplosione di energia risanatrice dall'interno.

Nessuno può sapere cosa succede dopo la morte perchè nessuno è tornato indietro a raccontarlo.
Perciò il tema della reincarnazione rimane nel campo di ciò che è mistico,ovvero di ciò che,in base agli attuali sviluppi della scienza e della conoscenza umana,non può essere spiegato e compreso pienamente.
E'importante perciò sottolineare che non necessariamente credere nella reincarnazione per iniziare a praticare il buddismo.

La sfida costituita dalla morte è quella di trovare il modo di vivere più alto.

Solo l'essere umano è consapevole di dover morire molto prima che ciò avvenga realmente e solo l'essere umano ha il privilegio di vivere con questa consapevolezza.
Tutti gli altri esseri sono ugualmente mortali ma solo negli ultimi istanti di vita sono consapevoli di questa realtà.
Sotto questo aspetto,l'essere umano è dotato della speciale prerogativa di sapere che morirà e proprio per questo può restare paralizzato dalla paura e dall'angoscia.

Al momento della morte sono poche le persone che,guardandosi indietro,penseranno:
"Avrei potuto trascorrere più tempo in ufficio"

Cos'è la morte?
Cosa succede dopo che moriamo?
Non cercare risposte a queste domande è come trascorrere gli anni di studio all'università senza mai pensare a quel che faremo dopo la laurea.
Se non si accetta la morte,non è possibile avere una direzione precisa nella vita.
La comprensione della morte ci permette di rendere la nostra vita veramente stabile e profonda.

Secondo l'insegnamento del Budda,la vita,come l'energia,non può essere nè creata nè distrutta e la morte è semplicemente il processo di declino e rinnovamento che governa tutti i fenomeni.
Perciò la filosofia buddista anticipa di quasi 3000 anni le leggi della conservazione dell'energia e della materia,che affermano che nè l'energia nè la materia vanno mai perse ma si convertono semplicemente in forme differenti.

Il buddismo distingue tra la realtà fisica e uno stato di latenza in cui la vita continua a esistere invisibilmente.
Pensate a un fiore di ciliegio in inverno.
Benchè il fiore non sia visibile,esiste,dormiente,in attesa di sbocciare quando si presenteranno le condizioni adatte (la primavera).
Quando il corpo fisico cessa di funzionare,la nostra vita entra in una nuova fase,un periodo di latenza,seguito dalla rinascita.
La premessa fondamentale del buddismo è che la vita è eterna e che ogni singolo essere vivente attraversa un ciclo ininterrotto di nascita e di morte.

Senza la morte non ci potrebbe essere la vita.
La morte è necessaria.
Ci permette di apprezzare la meraviglia della vita,di assaporare la grande gioia di essere vivi.

Le 9 coscienze.
Le prime 5 coscienze corrispondono ai 5 sensi della vista,dell'udito,dell'olfatto,del gusto e del tatto.

La sesta coscienza integra le percezioni dei 5 sensi in immagini coerenti e giudica il mondo esterno.

Insieme,le prime sei coscienze,costituiscono la mente conscia.

La settima coscienza (o coscienza mano) in contrasto con le altre che si occupano del mondo esterno,
non dipende direttamente dai sensi ed è deputata a discernere il mondo interiore.
Dalla settima coscienza viene il giudizio ponderato.
Nei termini della psicologia freudiana potrebbe essere considerata analoga all'ego.
Quando dormiamo,la settimana coscienza affiora nella forma dei sogni,mentre le funzioni dei 6 sensi diventano latenti.

L'ottava coscienza (alaya) registra e immagazzina tutte le reazioni dei 6 sensi agli stimoli esterni e i nostri giudizi su di essi,anche le nostre impressioni più fugaci.
L'ottava coscienza ricorda e conserva non solo ogni esperienza di questa vita,comprese tutte le cause che abbiamo creato attraverso i pensieri,le parole e le azioni,ma anche tutte le esperienze del passato.
La coscienza alaya può essere considerata il luogo in cui si intrecciano tutte le cause e gli effetti che costituiscono il destino di questo io individuale.

Nella visione buddista,la vita è come la pagina di un libro.
Quando si volta pagina,ne appare una nuova.

Il buddismo considera come un dato di fatto che il proprio io continui a esistere per tutta l'eternità.
Che sia latente nello stato di morte o manifesto nello stato di vita,si tratta della stessa energia vitale.
Consideriamo questo semplice fatto:
tanto a 2 anni,quanto a 17,quanto a 52 o a 78 noi siamo sempre la stessa persona.
Anche se,come ci dice la scienza medica,quasi ogni cellula del nostro corpo viene sostituita durante la durata della nostra vita,noi continuiamo a essere noi stessi.

Non importa quale sia il nostro karma,possiamo sempre migliorarlo usando la nostra libera volontà.
In ogni istante noi creiamo un nuovo karma.

Se comprendiamo di essere noi stessi i creatori del nostro destino,troviamo dentro di noi una luce di speranza che illumina ogni aspetto dell'esistenza.
Dopo la morte,tuttavia,nella nuova esistenza,anche se la nostra memoria karmica resta integra,
noi non avremo alcun ricordo cosciente della nostra vita precedente.

Gli effetti karmici esistono ma la persona che li ha causati non più.
La memoria fisica ha bisogno di un cervello fisico e il cervello che ricorda gli eventi di questa vita è differente dalla coscienza che ha registrato gli eventi delle vita precedente.
Quando il cervello fisico muore,scompaiono anche i suoi ricordi.
La memoria karmica che noi chiamiamo alaya,nella quale sono impresse tutte le cause che abbiamo creato,è di un genere differente dalla memoria cerebrale.

Quando moriamo,la nostra vita recede interamente nel regno della coscienza alaya.

Dobbiamo considerare la morte proprio come il sonno,cioè un periodo di riposo e di recupero nell'eternità della nostra vita.
Allora essa non ci incuterà più terrore e potremo addirittura aspettarla con la stessa gioia con cui pregustiamo una buona dormita notturna dopo una giornata di duro lavoro,fiduciosi che la nostra vita rinascerà fresca e vigorosa.

La nona coscienza è chiamata coscienza "amala",o illuminazione.
Amala significa purezza assoluta.
La coscienza amala è direttamente connessa alla vita universale,cioè alla Legge fondamentale di vita e di morte.

Se mentre siamo vivi facciamo sgorgare costantemente la buddità dalle profondità della nostra vita,questo flusso continuerà anche dopo la morte e nella vita successiva.

Praticando il buddismo di Nichiren facciamo emergere la gioia dall'interno.

Un giorno o l'altro la morte arriva per tutti.
Possiamo morire avendo lottato duramente per le nostre convinzioni o possiamo morire senza averlo fatto.
Dato che dobbiamo morire in ogni caso,non è di gran lunga meglio intraprendere il viaggio verso la prossima esistenza con lo spirito alto,con un luminoso sorriso sul volto,sapendo che tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto nel miglior modo possibile e pensando con emozione:
"E'stata davvero una vita interessante?"



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