venerdì 23 febbraio 2018

"Norwegian Wood (Tokyo Blues)" Murakami Haruki (1987)




LA TRAMA:
"Norwegian Wood" è un grande romanzo sull'adolescenza,sul conflitto fra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi,costi quel che costi.
Come il giovane Holden,Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e d'amore.
Ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito.
Diviso tra 2 ragazze,Naoko e Midori,che lo attirano entrambe con forza irresistibile,Toru non può fare altro che decidere.
O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.




IL MIO GIUDIZIO:
Questo romanzo si configura come un lungo flash back.
Watanabe,ormai trentasettenne,è in volo verso la Germania e,sull'aereo,
viene trasmessa la canzone dei Beatles "Norwegian Wood" che lo riporta al periodo dell'adolescenza vissuto in Giappone,a fine anni '60 e decide,quindi,di mettere nero su bianco la sua storia,dai 18 ai 20 anni.

Racconta dell'evento che,più di tutti,lo ha segnato:
il suicidio del suo migliore amico Kizumi che,di colpo,lo ha portato dal pieno della vita,
a fare i conti con la prospettiva della morte.
E poi il trasferimento in un collegio per poter frequentare l'università e l'incontro con 2 ragazze,
molto diverse fra loro: Naoko e Midori.

Naoko,fragile e insicura che,dopo aver subito il suicidio della sua perfettissima sorella maggiore e del suo primo,unico e storico fidanzato,impazzisce e la sua instabile mente è pervasa da fantasmi del passato e da pensieri di morte che la conducono in uno schizofrenico e oscuro mondo parallelo,
senza ritorno.

Midori,disinibita ed esuberante.
Anche a lei il destino non ha risparmiato fatiche e sofferenze però,a differenza di Naoko,
Midori non soccombe al dolore ma lo affronta a testa alta e,con il più disarmante ottimismo,
è convinta che la vita sia come una scatola di biscotti:
una volta ingoiati i più cattivi,non resta che gustarsi quelli buoni.

In mezzo a loro,lui,Watanabe:solitario,riflessivo e introspettivo fino all'esasperazione.
Potremmo definirlo un "giovane Holden" nipponico ma,a mio avviso,molto più sensibile e complesso.

Ad una prima,sommaria,lettura "Norwegian Wood" potrebbe dare l'idea di un romanzo cupo e lugubre,con le ricorrenti tematiche di morte,sesso e disagio psicologico.
In realtà,il messaggio che l'autore vuole dare,è esattamente l'opposto:
non temere la morte,ma considerarla una componente della vita stessa;
non lasciarsi abbattere e scoraggiare dalle tristezze e dalle brutture ma guardare sempre avanti,pensare positivo,cercare di godere a piene mani delle piccole gioie di ogni giorno,
abbandonarsi senza paure nè sensi di colpa all'amore e alla felicità,quando arriva.
Perchè,finchè c'è vita,ogni speranza è sempre possibilità.
Proprio per questo motivo,il finale del romanzo è,in un certo qual modo,"aperto",
affinchè ognuno possa immaginarselo come meglio preferisce.

"Per quanto una situazione possa sembrare disperata,c'è sempre una possibilità di soluzione.
Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.
I morti restano morti,ma noi dobbiamo vivere",
asserisce Reiko,un altro enigmatico e affascinante personaggio del romanzo.

Non sono molti i protagonisti di questo libro,ma ognuno di loro viene caratterizzato minuziosamente nel proprio profilo psicologico e,in ognuno di loro,nel suo modo di fare,di pensare e di essere,
ho ritrovato sia un pò di me che di persone a me care.

Mi vergogno un pò a dire che questa è la prima opera di Murakami che leggo.
Più di una volta mi era capitato di incappare in delle sue citazioni,

tratte proprio da "Norwegian Wood", che mi avevano colpito e che sentivo particolarmente mie.
Poi,nel giro di poco tempo,mi è stato consigliato da 2 amici del cui parere mi fido molto e,
quando un libro mi viene nominato o mi capita sotto gli occhi troppo spesso,
so che è giunto il momento di leggerlo (del resto l'ho sempre pensato che siano i libri a scegliere noi e non viceversa!).

Mi pento solo di non averlo fatto prima.
Una lettura non certo facile ma che coinvolge emotivamente e che,secondo me,
non da tutti può essere apprezzata.
Ci vuole una certa introspezione e sensibilità d'animo per cogliere le molteplici sfumature che questo libro può offrire.
Doti che,non a caso,hanno le persone che me lo hanno consigliato e che ho io.

Motivo per cui reputo quest'opera non solo un piccolo gioiellino della letteratura straniera,
ma anche uno dei migliori romanzi di formazione che abbia mai letto.


IL MIO VOTO:
Un altro romanzo che mi ha segnato e che mi porterò nel cuore.
Lettura non facile ma che arricchisce l'anima.
Consigliato agli introspettivi,ai solitari,a chi porta dentro di sè un disagio interiore;
alle anime sensibilie un pò stravaganti .
A chi va fiero di essere se stesso,con tutte le sue stranezze e piccole anormalità.
A chi ama andare sul fondo delle cose e scandargliarle.

A chi ha una mente in perenne movimento e che pensa troppo.
Se siete dei superficiali non leggetelo,non lo capireste nè lo apprezzereste mai.
E questo è un libro che,assolutamente,merita di esserlo.



LO SCRITTORE:



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