martedì 10 novembre 2015

"Nelle case della gente" Mirko Tondi (2015)







LA TRAMA:
Il protagonista senza nome del romanzo,dopo aver ricevuto un messaggio criptico da una persona spuntata dal suo passato,ha l'opportunità di conoscere dettagli nascosti della propria vita.
Frastornato da un'esistenza piena di vuoti e da un padre sbagliato,si ritrova a compiere un tour tra le stanze della casa in cui abita e allo stesso tempo un viaggio nei ricordi.
Sempre in bilico tra memoria e futuro,la storia conduce verso un'unica direzione:
la ricerca della verità.
Una verità nascosta,soppressa,inseguita,ritrovata.
"Nelle case della gente" è un labirinto claustrofobico tra le pareti della precarietà,una tragedia privata in più atti che si snoda tra coincidenze,analogie inquietanti,date e numeri che ritornano a tormentare.
A conclusione di ogni capitolo,lo studio di un romanzo,esercizio feticista e pedante,atto di riverenza assoluta mediante il quale il protagonista smonta i testi e li ricompone in una sorta di mosaico,dove le parole degli scrittori si mischiano con le sue a confondere finzione e realtà.


IL MIO GIUDIZIO:
Non conoscevo questo autore emergente,mio coetaneo e toscano come me.
E'stato lui a trovarmi e a contattarmi tramite il mio blog,
chiedendomi (e rendendomi assolutamente onorata e orgogliosa di ciò) se mi andasse di leggere il suo ultimo romanzo per poi farne la recensione.

A dire le verità,dopo che Mirko mi ha gentilmente inviato l'opera,ci ho messo un pò per iniziarla.
Mi trovo in un periodo complesso e difficile della mia esistenza e,scorrendo la trama sul retro copertina,mi erano saltate all'occhio le parole "labirinto claustrofobico".
Temevo,quindi,che quello che sarei andata a leggere mi avrebbe annichilito e oppresso ancora di più.

In realtà,una volta cominciato,il romanzo,pur essendo assolutamente introspettivo,scorre molto bene,non annoia e,anzi,cattura da subito l'attenzione del lettore.

La storia è ambientata sullo sfondo dei luoghi nativi dell'autore,Firenze,che viene descritta con dovizia di particolari.
Un modo per ripercorrere le vie di questa bella e antica città,per chi già la conosce,
oppure per entrarvi in contatto per la prima volta,vedendosi scorrere gli scorci più caratteristici davanti agli occhi,per chi non ha mai avuto il piacere di visitarla.

Il protagonista,di cui non è dato sapere il nome di battesimo,
(forse perchè ognuno di noi possa riconoscersi in lui o forse proprio perchè altri non è che lo scrittore stesso),
classe 1977,
di professione educatore in una struttura psichiatrica,
con un'immensa cultura letteraria e musicale e con il sogno di sfondare un giorno come scrittore,
è una persona complessa e irrisolta,
dalle mille sfaccettature,
incapace di provare empatia e sentimenti profondi verso il prossimo,
molto riflessiva,al limite della paranoia,
con un forte senso di inadeguatezza nei confronti della vita,
che sfoga le sue frustrazioni e le sue ossessioni comprando oggetti e sistemandoli in maniera maniacale,quasi come se avessero un'anima propria.

Intorno a lui,un caleidoscopio di personaggi che appaiono e subito scompaiono (dai vicini di casa,la classica famiglia standard a cui tutti ambirebbero,ma non certo lui,agli amici di sempre,alla ex fidanzata,a quella in procinto di diventarlo),
quasi a dimostrare come,pur essendo circondato da questa moltitudine di "amicizie" e conoscenze,il nostro protagonista sia in realtà profondamente solo.

In realtà l'unico personaggio che fa da fulcro alla narrazione è suo padre,
uomo immaturo e assente,che ha passato la vita a fare soldi per poi sperperarli tutti e trovarsi,
alla soglia dei 60 anni,al limite della povertà e costretto a vivere di espedienti e sulle spalle del figlio.
Un rapporto conflittuale,di amore/odio,mai del tutto risolto che mette il protagonista in un forte stato di subordinazione e lo porta a vivere con una perenne senso di fallimento.

La casa (quella casa che si trova troppo spesso a cambiare,sempre per colpa dei continui dissesti finanziari del padre),diventa quindi la parte più vera di se stessi,
un luogo dove poter esprimere la propria autenticità,nel limbo della propria solitudine e lontano da occhi indagatori sempre pronti a coglierti in fallo e a giudicare.
La casa vista come metafora del viaggio introspettivo dentro se stessi e alla ricerca di se stessi che ognuno,almeno una volta nella vita,si vede costretto a compiere.

E le pareti bianche come spauracchio del vuoto interiore che si cerca di colmare con qualsiasi cosa pur di togliersi quel macigno dal cuore.
Perchè non c'è niente che pesi di più del vuoto nell'anima.



IL MIO VOTO:
C'è molto dell'autore in questo libro (non a caso,le foto del protagonista "bambino" che compaiono a metà narrazione,sono proprio quelle di Mirko,come mi ha confermato lui stesso).
Ma c'è anche molto di ognuno di noi.
Perchè quest'opera,come una moderna "Divina Commedia"dei giorni nostri,ci porta a compiere un viaggio dentro noi stessi e ci mette davanti alle nostre molteplici fragilità.
Consigliato.
Soprattutto a chi ha una natura introspettiva e non teme di scandagliare il fondo del proprio animo umano.

* BUONO *

LO SCRITTORE:



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