LA TRAMA:
E'andato tutto secondo copione.
Claudio è stato svegliato nel cuore della notte,al primo cenno di contrazioni:
è arrivato il momento!
Bisogna solo mettere 4 cose in valigia e correre all'ospedale.
Peccato che l'ospedale sia dall'altra parte dell'oceano Atlantico.
Ma il viaggio di Claudio e Manlio,2 giovani gay determinati a diventare genitori,è stato molto più lungo di un volo intercontinentale.
Scartata l'adozione,in Italia vietata alle coppie omosessuali,ai 2 non resta che l'ultima possibilità:la GPA.
Ovvero la "Gestazione Per Altri",meglio nota con la definizione di maternità surrogata.
Claudio e Manlio partono così per gli Stati Uniti e,grazie all'aiuto di Tara,tornano in Italia con 2 gemelle in braccio.
E scoprono una società molto più aperta di quanto immaginassero.
A dare una mano ai neogenitori c'è un pediatra,la scuola,tutti obbligati a fare i conti con la nuova realtà che si trovano di fronte.
Dall'Ohio alla Svizzera,dall'Australia al Giappone,questa è la storia vera di un nucleo familiare costruito con l'aiuto di persone appartenenti a mondi diversi.
Un racconto che affronta con delicatezza e autoironia un tema di grandissima attualità e mette in crisi l'idea di famiglia tradizionale,creando una nuova normalità.
IL MIO GIUDIZIO:
Ho "conosciuto" Claudio qualche anno fa,leggendo su un settimanale un articolo su di lui e sulla sua bellissima famiglia.
All'epoca "Hello daddy!" era stato da poco pubblicato e subito mi ero riproposta di acquistarlo ma poi,
da lettrice compulsiva quale sono,lo avevo lasciato in "lista d'attesa",
facendomi prendere la mano da altre opere.
Fino a quando,poche settimane fa,Claudio ha pubblicato un nuovo romanzo e a quel punto,li ho comprati entrambi.
E adesso,completata la lettura di "Hello daddy!",mi pento di non averlo fatto prima,
perchè mi ha davvero coinvolta ed entusiasmata.
Chi mi conosce lo sa:
da sempre sono a favore non solo ai matrimoni fra coppie omosessuali,ma anche al fatto che possano avere e/o adottare dei figli.
Mi sembra una cosa ovvia e normale che un omosessuale possa sposarsi e avere figli e sinceramente non capisco come,in tal senso,l'Italia sia così retrograda.
Se non mi sbaglio l'articolo 3 della Costituzione parla chiaro:
tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione di sesso,razza,lingua, religione,opionioni politiche,condizioni personali e sociali.
E che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitino la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,impedendo il pieno sviluppo della loro persona umana.
Allora,cos'è questo ostruzionismo?
Fino a prova contraria,anche i gay e le lesbiche pagano le tasse...
perchè,quindi,non possono avere il diritto di legalizzare le loro unioni o la gioia di diventare genitori?
Io trovo la cosa,oltre che anticostituzionale,anche di una violenza (e di una cattiveria) inaudita.
Vorrei tanto chiedere ai bempensanti che un paio di settimane fa manifestavano al "Family Day",
se per loro il concetto di "famiglia tradizionale" sia veramente quella,che so,di una certa politica con le labbrone rifatte che va in tv a sberciare come la più becera delle pescivendole (con tutto il rispetto per le pescivendole!),
mentre,nel frattempo,il marito si sollazza con qualche quindicenne,coetanea delle loro figlie....
per poi vederli la domenica,tutti insieme a messa,a recitare il "Padre Nostro",così come se nient anfuss.
Ipocrisia portami via!
Claudio e Manlio,invece,si amano da ormai 20 anni e non avendone loro neancora 40,
praticamente hanno trascorso insieme metà della loro vita.
Vorrei vedere quante coppie "classiche"possono vantare questo primato!
Eppure,per potersi sposare sono dovuti andare a Ginevra.
Tornando ad "Hello daddy!",
esso prende il titolo dalla frase con cui Tara,la "madre portatrice"
(ovvero colei che si è offerta di "prestare il suo utero"per far nascere le bambine),
saluta Claudio ogni volta che lo sente al telefono.
Con estrema naturalezza,semplicità,ironia ed ilarità,
Claudio ripercorre i momenti salienti della sua esistenza,
da quando,nel 2006,insieme a Manlio,ha deciso di avere un bambino.
Il viaggio in Ohio,per conoscere Tara e dare il via alla gravidanza con la tecnica della "gestazione per altri" (da noi conosciuta con il tristissimo termine di "utero in affitto").
La scoperta che di bambini ne sarebbero arrivati ben 2,entrambi femmine e gemelle eterozigote.
I preparativi ,psicologi e materiali.
La scelta del nome :quell'Agata tanto bramata da Claudio che a pochi giorni dal parto diventa Clelia,visto che a Manlio Agata non convinceva poi molto.
Il viaggio verso gli Stati Uniti organizzato in fretta e furia,perchè le bambine hanno deciso di nascere proprio il giorno dell'ultimo dell'anno,con un mese di anticipo.
I primi giorni da neo-genitori alle prese con pappe,pannolini e il terrore che le bimbe smettano di respirare.
Le pratiche burocratiche per farle rientrare in Italia,con Maddalena che,sulla foto del passaporto, è venuta identica a Giancarlo Magalli! (Pagherei per vederla quella foto!!!).
Il restyling della loro casa ai Parioli,per farla diventare a misura di pupo,con il lettone di Claudio e Manlio interamente di pelle imbottita,così "se le bambine ci vomitano sopra lo possiamo lavare con una pezza".
Tutte le varie tematiche che si possono presentare a una famiglia "arcobaleno",dal far presente alle varie istituzioni che Clelia e Maddalena hanno 2 padri,dal far comprendere alla bambine la differenza fra "mamma" e "papà",dal trovare per loro una scuola con insegnanti open-minded,
dall'incastrare il lavoro con le incombenze giornaliere,come ad esempio la visita dal pediatra e la ricerca di un parcheggio sulla Salaria alle 11 del mattino (cercando,possibilmente,di non incastrarsi però dentro la carrozzeria di un'altra macchina!!!!).
Il trasferimento in Svizzera.
I preparativi per il matrimonio.
Infine,al termine del 2010, l'annuncio dell'arrivo di un fratellino per Clelia e Maddalena:
il biondissimo Bartolomeo.
E,intorno a loro,tutto un corollario di amici e parenti,fra cui spicca la simpaticissima giapponesina Ruriko,
(detta Enrico dalla signora delle pulizie!),
amica di Claudio e tata delle bambine,che confonde la "Festa della donna" con la "Festa della merda".
Un romanzo che commuove,diverte ma,allo stesso tempo,fa anche tanto riflettere.
Per quanto mi riguarda,mi ha fatta avvicinare con un altro punto di vista al tema della fecondazione in vitro e della gestazione per altri.
Pur avendo votato a favore,quando ci sono stati i referendum a riguardo,ho sempre guardato con un pò di sospetto a queste tecniche "alternative",
trovandole non dico poco etiche,ma sicuramente abbastanza tristi e avvilenti,
sia per l'uomo che deve andare nel bagno col bicchierino,
sia per la donna,sottoposta a estenuanti bombardamenti ormonali.
Claudio invece,presenta l'evento in maniera molto semplice e naturale,
un modo come un altro per avere un figlio che,in più,ti fa diventare parte una "grande famiglia allargata".
Purtroppo è anche vero che queste pratiche "alternative" hanno un costo per molti inavvicinabile.
Sia per l'operazione in sè che per il viaggio e il soggiorno che si deve sostenere per sottoporvisi,
visto che in Italia questa tecnica è proibita e chi decide di avvalersene,deve necessariamente recarsi all'estero.
Claudio e Manlio hanno avuto la fortuna,essendo entrambi di estrazione sociale alto-borghese,
di avere la disponibilità economica necessaria....
ma trovo profondamente ingiusto che una coppia omosessuale non abbiente debba rinunciare al sogno di avere una famiglia,solo perchè la nostra Italietta (falsamente) bigotta e moralista,non glielo consente.
E benchè meno consente loro di adottare.
Perciò,qui si torna al discorso di prima:
la famiglia tradizionale,l'uomo e la donna,Adamo ed Eva e bla bla bla.
In realtà,come ha scritto Claudio e come sottoscrivo in pieno:
"I genitori sono quelli che vogliono un bambino e decidono di crescerlo con affetto e amore,non quelli che lo concepiscono e lo partoriscono.
E il fatto che uno di questi genitori non sia di genere femminile non mi sembra la fine del mondo".
Peccato che gli omofobi,arroccati sulle loro assurde posizioni,questo semplice e ovvio concetto non riescano proprio a capirlo.
Ma,non mi stupisco di ciò:
a mio avviso la parola "omofobia" e la parola "comprensione" non vanno certo a braccetto.
IL MIO VOTO:
Un tema attualissimo.
Un libro coinvolgente che commuove,diverte ma soprattutto che fa molto riflettere.
Stra-consigliato!
* MOLTO BUONO *
LO SCRITTORE:
Claudio,a sinistra,con Manlio e le loro gemelline Clelia e Maddalena.
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