sabato 5 settembre 2020

"Cambiare l'acqua ai fiori" - Changer l'eau des fleurs - Valerie Perrin (2018)




LA TRAMA:
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna.
Ricorda un pò Renèe, la protagonista de "L'eleganza del riccio", perchè come lei nasconde dietro un'apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri.
Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno, un poliziotto arrivato da Marsiglia, si presenta con una strana richiesta:
sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino, nella tomba di uno sconosciuto signore del posto.
Da quel momento le cose prendono una piega inattesa.
Emergono legami fino ad allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose.
Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall'ordinario all'eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell'arcobaleno.
La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l'ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d'erba.



IL MIO GIUDIZIO:


Questo romanzo, bestseller del momento, non era nella lista dei tanti (tantissimi!) libri che mi sono prefissata di leggere, ma lo sentivo spesso nominare, con commenti entusiastici, nelle pagine di lettura che seguo su Facebook.
Sono rimasta affascinata dal titolo così evocativo (come ho sempre detto, un libro mi attrae più dal titolo che non dalla copertina, che spesso nemmeno guardo) e, senza sapere quale fosse la trama, ho deciso di leggerlo.
Venuta a conoscenza della sinossi, ho compreso che avevo davanti un probabile gioiellino, in quanto la storia era abbastanza simile a quella di un altro capolavoro della narrativa moderna: "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery (entrambi scritti da autrici francesi e ambientati in Francia).

Violette Toussaint (che in italiano suona come Violetta Tuttisanti) è una donna prossima ai 50 che, dopo aver fatto la guardiana di un passaggio a livello, ormai da 20 anni è diventata la custode del cimitero di Bracion en Chalon e ha continuato a svolgere questa mansione anche dopo che suo marito Philippe è scomparso da un giorno all'altro, senza più dare notizie di sé, durante un giro in moto.

Ad aiutarla,ci sono 3 necrofori(Nono, Elvis e Gaston) che si occupano delle tumulazioni e della manutenzione; due fratelli, titolari dell'impresa di pompe funebri locali e il parroco del paese.
Per Violette, fare la custode del cimitero non significa solo aprire e chiudere il cancello, cambiare l'acqua ai fiori oppure venderli ai visitatori, per lei è una vera e propria missione che compie con dedizione e amore: conosce a memoria i nomi e le date di nascita e di morte dei defunti, accudisce i loro animali domestici ormai orfani, si prende cura delle lapidi (soprattutto di quelle in stato di abbandono, perché non vuole che queste povere anime si sentano sole) e, su un quadernetto, tiene una sorta di resoconto di ogni funerale, annotando i comportamenti delle persone presenti e, da lì, deducendo che tipo di persona fosse stato il morto, durante la sua vita.
Ottima osservatrice quale è non le sfuggono gli "inciuci" fra vedovi e "aspiranti nuove mogli" che si vengono a creare fra i vialetti del camposanto, o le donne inconsolabili che, di soppiatto, si recano a piangere su tombe di uomini con cui non avrebbero dovuto avere niente a che vedere.
Una volta, alla morte di una di queste, senza farsi vedere da nessuno, ha tagliato in rametto di lavanda che questa donna aveva fatto crescere vicino alla tomba del suo amato e lo ha trapiantato sulla di lei tomba, in modo che il loro sentimento segreto potesse, in qualche modo, continuare.

Violette si presenta come una donna un po'arcigna e austera, di poche parole (parla più ai morti e a se stessa che con gli altri) e dall'aspetto dimesso ma, dentro di sé, è ironica e arguta e, in solitudine, tolti gli abiti scuri "da custode", indossa vestiti sgargianti, mentre la sua camera è un tripudio di merletti e colori pastello.
Proprio per questo suo essere un po' fuori dagli schemi, spesso non risulta molto simpatica al prossimo anche se lei, di fatto, ha sempre una buona parola e un bicchierino di Porto a disposizione per tutti.

Abbandonata alla nascita dai genitori e cresciuta in un casa famiglia, ha sperimentato dolore, tristezza, solitudine e perdite importanti, fino a quando ha deciso che la sfortuna doveva finire, ha ripreso in mano la sua esistenza e, pur fra mille difficoltà, ha iniziato a sorridere alla vita e a gioire di ogni singolo momento che le viene concesso.

È una donna che si è "creata da sé": la cultura se l'è fatta leggendo libri su libri (su tutti, "Le regole della casa del sidro" di John Irvin), piuttosto che sui banchi di una scuola, che ha frequentato solo per pochissimo tempo.

Un giorno come gli altri si presenta al cimitero un giovane commissario sui 40 anni che profuma di cannella e vaniglia, venuto a fare un sopralluogo in quanto sua madre Irene, deceduta un paio di mesi prima, ha chiesto di essere sepolta nella stessa tomba di Gabriel Prudent, noto avvocato, che riposa proprio lì e, cosa ancora più sorprendente, scopre che questo uomo, poco prima di morire, aveva dato disposizioni affinché,la donna, un domani, fosse sepolta insieme a lui per l'eternità.
Gabriel era sposato e aveva due figlie, quindi...che rapporto c'era fra lui e sua madre?

Da qui, prendono il via, fra passato e presente, una serie di appassionanti avventure, ricche di sensazionali colpi di scena (alcuni veramente tristi, altri che lasciano a bocca aperta dallo stupore) che in parte riguardano Irene e Gabriel, in parte la stessa Violette, il rapporto con suo marito e un mistero che deve risolvere e, in parte, altre persone che riposano nel cimitero o che, tutt'ora in vita, gravitano attorno a esso.
E visto che, come si suol dire "tutto il mondo è paese", le vicende dell'uno vanno, in un certo qual modo,a intersecarsi con quelle degli altri, in una sorta di puzzle che, via via, va componendosi.

A differenza del "L'eleganza del riccio" ,che è incentrato esclusivamente su Madame Michel e Paloma, qui il palcoscenico è più ampio:un romanzo corale, dove la protagonista indiscussa resta comunque l'enigmatica ed empatica Violette.

Un romanzo avvincente e scorrevole, ricco di interessanti citazioni da sottolineare, che coinvolge sin dalle prime pagine e che, con delicatezza, affronta la tematica della morte, qualcosa a cui non si può sfuggire, ma che fa parte della vita: se non ci fosse la morte, non ci sarebbe nemmeno la vita ed è proprio in virtù a morte che dobbiamo godere appieno il tempo che ci viene concesso.

Un romanzo che ci insegna l'importanza delle scelte poiché tutto ciò che noi compiamo decide non solo il percorso della nostra esistenza ma anche di quella degli altri e che ci insegna a non giudicare dalle apparenze ma ad andare oltre, perché dietro ai comportamenti delle persone, vi può essere altro da ciò che noi immaginiamo ci sia.

Un'opera se vogliamo triste (anche se non mancano i passaggi esilaranti grazie al necroforo Nono che,a dispetto del lavoro che svolge, ha una verve comica non indifferente, la battuta pronta e una storiella divertente da raccontare) ma di una tristezza dolce  che arriva al cuore e che nel cuore rimane
Perché se la morte è ineluttabile, l'amore è e resta comunque più forte di tutto
.

IL MIO VOTO:
Un bestseller che merita di essere tale.
Una storia avvincente, ricca di colpi di scena che tiene incollati dalla prima all'ultima pagina e che si vorrebbe non finisse mai.


LA SCRITTRICE:


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