domenica 14 giugno 2020

La settimana dell'autore: Nicola Ronchi









Nome
Nicola Ronchi

Data di nascita
4 Agosto 1971

Città di nascita
Firenze

Città di residenza
Firenze

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Diciamo che me l’ha suggerita la musica. 
A sedici anni suonavo la chitarra con gli amici e proprio in quel periodo (complici gli ormoni) mi passavano per la testa un sacco di idee, provavo quelle sensazioni tipiche degli adolescenti, le esaltavo, mi innamoravo… 
Ecco, dai sedici ai vent’anni ho iniziato a scrivere qualcosa, più che altro canzoni. 
Poi ho avuto un lungo periodo di standby, fino ai trentacinque anni, quando ho ripreso a scrivere. Questa volta però non era riferito alla musica ma al cinema: volevo fare il regista! 
Scrivevo dunque storie da riproporre poi in cortometraggi. 
Ma si sa, selezionare gli attori, trovare le location, mettere d’accordo tutti per girare…insomma: una fatica immensa. 
Allora le storie sono rimaste e ho continuato a crearne altre, fino a oggi.

Un autore che è un po' il tuo mentore, il tuo maestro?
Non ho maestri, leggo tanto e di tutto.
Forse prendo spunto da questo e da quest’altro autore, ma lo faccio inconsapevolmente. 
Oggi il mio stile è diverso dai primi scritti, più maturo, più diretto, insomma: più mio. 
Se poi vogliamo citare qualcuno che mi piace, ok, direi Stephen King per la facilità con cui riesce a descrivere le situazioni, come se parlasse a un amico; John Fante e Nick Hornby per l’ironia a tratti malinconica.
E cito anche un altro autore, forse meno conosciuto ma che scrive storie simili alle mie: Wulf Dorn. Ah, mettiamo nella lista anche un paio di italiani: Donato Carrisi e Gianluca Morozzi.


Primo libro letto
Il primo libro letto? E chi se lo ricorda!
Credo comunque che risalga ai tempi delle elementari, mi viene in mente un romanzo che la maestra ci aveva consigliato: “Il gran sole di Hiroshima”.
Per il primato se la gioca con “Ventimila leghe sotto i mari”, che invece lo avevo scelto io dalla biblioteca.

Scrittore preferito
Come detto, non ho uno scrittore preferito. 
Me ne piacciono tanti e tutti hanno qualcosa che l’altro non ha.

Libro preferito
Vale la regola dello scrittore preferito. 
Ogni libro ti lascia sempre qualcosa, qualcosa che ti colpisce dentro, che sia horror o sentimentale, storico o autobiografico. 
Non ho un libro preferito, ho libri che mi sono piaciuti molto più di altri.

Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
Libri e film sono due diverse espressioni artistiche.
Un po’ come dipinti e fotografie. Sta tutto nelle nostre sensazioni. 
Direi comunque che ci sono film bellissimi tratti da libri altrettanto bellissimi come “Shining”, “Eyes wide shut”, “L’esorcista”, “Il silenzio degli innocenti”, “About a boy”, “Febbre a 90”, “L’amore bugiardo”, “La ragazza nella nebbia”, “La verità sul caso Harry Quebert” (questa è una serie TV)… ok, mi fermo qui, ma la lista è lunga.

Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?
Leggere e scrivere, leggere e scrivere.
E se davvero senti la passione, quella che viene dallo stomaco, quella che ti fa pensare solo a una cosa, quella che ti fa dimenticare di mangiare, di bere, di dormire, beh, allora siamo sulla strada giusta.
Poi (anzi, lo metto alla pari di leggere e scrivere) consiglio corsi e laboratori di scrittura: a me sono serviti per migliorarmi, facendomi notare un sacco di banalità che da inesperto credevo fossero “autentiche perle”! E frequentando i corsi ho capito l’importanza di una scrittura fluida, semplice. Parlo dal punto di vista personale, ovvio, poi ognuno lo capirà a modo suo.

Cosa significa per te leggere?
Leggere è un piacere, cos’altro? Ah sì, è anche l’allenamento teorico.

Cosa significa per te scrivere?
Scrivere è altrettanto un piacere. E l’allenamento pratico.

Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Nessuno, credo: da piccolo manco mi piaceva leggere! Poi da grande ho capito tante cose, mi sono appassionato a tante cose… e la lettura è una delle mie preferite.

Da bambino sognavo di diventare...
1Un calciatore o un cantante. Banale vero? Ma era il sogno di tanti miei compagni di scuola (il calciatore, non il cantante!).

Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura?
Niente. Come ho già detto mi scordo la sete, la fame, la stanchezza, i malesseri. Mi scordo tutto. E quindi anche di bere!

Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
Lincoln Rhyme, il protagonista di tanti romanzi di Jeffery Deaver, che riesce ad arrivare alla risoluzione del caso nonostante la tetraplegia che lo obbliga all’infermità.
È un po’ il mio credo: davanti alle difficoltà dobbiamo trovare il modo di superarle, non di cercare una scusa.

Quanti libri leggi all'anno?
Ci sono periodi che leggo di più, altri di meno. In media direi che arrivo a 35/40 l’anno.

Cartaceo o digitale?
Leggo entrambi i formati, ma se devo scegliere preferisco il digitale: più comodo, meno ingombrante.

Dove preferisci leggere?
Il luogo non è poi così importante.
Di solito leggo a letto, prima di addormentarmi.
Non guardo la tv, preferisco passare il tempo leggendo.
E poi al mare, in spiaggia, nel tardo pomeriggio quando la gente se ne torna a casa e il sole sta calando: è il momento migliore.

Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Da qualsiasi spunto: un articolo di giornale, una domanda che mi pongo, un amico che mi racconta la sua avventura. Ogni occasione è buona per costruire una storia.

Scrivi a penna o sul computer?
Né a penna, né al computer, uso il tablet.
È comodo, una volta che ti ci sei abituato ti sembra difficile su qualsiasi altro supporto. 
Il tablet te lo porti sempre dietro, è sincronizzato col tuo account e dunque ciò che scrivi te lo ritrovi su ogni tuo dispositivo.
Inoltre la tastiera del tablet (così come quella dello smartphone) ti consente di avere a disposizione più opzioni con più facilità; parlo per esempio delle maiuscole accentate o delle virgolette caporali: basta tenere premuto il tasto e ti appaiono una marea di scelte.
Mi chiedo una cosa: perché non applicare lo stesso sistema anche alla tastiera del computer? Sarebbe così semplice.

Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
Non sono scaramantico: le superstizioni le hanno inventate gli uomini.
Se devo credere al fatto che porta sfortuna passare sotto una scala, o fermarsi quando ti passa davanti un gatto nero a quest’ora sarei l’uomo più sfortunato del mondo! Analizzando la mia vita, insomma, non mi sembra proprio.

Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
Di solito in silenzio. La musica mi distrae, la musica va ascoltata senza pensare ad altro.
Certo, ci sono state un paio di occasioni in cui ho messo un pezzo di classica contemporanea per entrare nella parte di una scena molto emotiva. Ma si tratta comunque di casi sporadici. 
Devo dire comunque che se sono preso dalla scrittura non bado molto a ciò che ho intorno.
Vivo il mio mondo, quello immaginario, e lascio la realtà fuori da me.

Il libro che non avresti mai voluto leggere
Beh, non c’è un libro che non avrei voluto leggere.
Ogni romanzo ti insegna qualcosa, anche quelli più brutti.
Questi ultimi, per esempio, ti insegnano che in fondo tutti noi abbiamo gusti diversi. 
Adotto un altro sistema, la regola del dieci percento.
Arrivo al dieci percento, penso: “Mi piace? Vale la pena andare avanti?”. 
Se la risposta è sì, proseguo. Sennò lascio perdere e ne inizio un altro. Ce ne sono talmente tanti!


Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?
Molto. Ogni personaggio, anche il più cattivo, riflette qualcosa di me.
D’altronde si scrive di ciò che si conosce, no?
E la personalità dei miei protagonisti la conosco piuttosto bene. 
Sono un tipo allegro, solare, onesto, ottimista, e in ogni mio romanzo si troverà sempre qualcuno che presenta queste caratteristiche.

Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Non mi affeziono particolarmente ai miei personaggi.
Però ce n’è un paio che mi piacciono più degli altri: uno è Dolmen, un ragazzo di sedici anni che ha le sue idee e le racconta contraddicendosi spesso.
Mi fa ridere Dolmen, è un puro, un ingenuo, ma alla fine ha sempre ragione lui!
Si tratta dell’unico protagonista di un romanzo che ho scritto qualche anno fa, una sfida con un amico nata dopo una discussione su “Il giovane Holden”. 
A me non era piaciuto, lui lo trovava un capolavoro.
Allora ho pensato: “Ora te lo scrivo io un libro su un grullerello”.
Ecco che è nata la parodia del romanzo di Salinger. 
L’ho intitolato: “Il giovane Dolmen”.
L’altro personaggio a cui sono affezionato si chiama Andrea Rossi e si trova proprio nel mio ultimo romanzo: “Fino al quarto piano”.
Praticamente gli si può cambiare il nome in Nicola Ronchi e non si nota tutta questa differenza.

Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
Eh? Scherzi? Quanti scrittori, soprattutto in Italia, riescono a campare con la scrittura?
Si contano sulle dita delle mani? Non credo.
Per fortuna ho un lavoro sicuro, statale, che mi lascia un sacco di tempo libero per i miei hobby, per quello che voglio davvero fare.
In fondo, ognuno di noi ha delle priorità e la vita non è decisa dal destino, ma dalle nostre scelte.



Per restare sempre aggiornati sulle ultime novità riguardanti Nicola, seguitelo sul suo sito:
www.nicolaronchi.com




1 commento:

Theresa williams ha detto...

Ciao, sono Theresa Williams Dopo essere stato in relazione con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro ma tutto era vano, lo volevo così tanto per l'amore che ho per lui, L'ho implorato di tutto, ho fatto delle promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema alla mia amica e mi ha suggerito di contattare un incantatore che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro, ma sono il tipo che non ha mai creduto nell'incantesimo, non ho avuto altra scelta che provarlo, io ha inviato l'incantatore per posta, e mi ha detto che non c'era problema che tutto andasse bene prima di tre giorni, che il mio ex tornasse da me prima di tre giorni, ha lanciato l'incantesimo e sorprendentemente il secondo giorno, erano circa le 16:00. Il mio ex mi ha chiamato, sono rimasto così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è che era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva che tornassi da lui, che mi ama così tanto. Ero così felice e sono andato da lui. Fu così che ricominciammo a vivere felici e contenti. Da allora, ho fatto una promessa che chiunque conosca che ha un problema di relazione, sarei di aiuto a una persona del genere riferendola all'unico vero e potente lanciatore di incantesimi che mi ha aiutato con il mio problema. La sua email: {drogunduspellcaster@gmail.com} puoi inviargli un'e-mail se hai bisogno della sua assistenza nella tua relazione o in qualsiasi altro caso.
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