lunedì 16 maggio 2016

"Central park" Guillaume Musso (2015)





LA TRAMA:
New York. 
8 del mattino.
Alice,una giovane poliziotta di Parigi,e Gabriel pianista jazz americano,
si svegliano ammanettati fra loro su una panchina di Central Park.
Non si conoscono e non ricordano nulla del loro incontro.
La sera prima,Alice era a una festa sugli Champs - Elysees con i suoi amici,
mentre Gabriel era in un pub di Dublino a suonare.
Impossibile?
Eppure...

Dopo lo stupore iniziale,le domande sono inevitabili:
Come sono finiti in una situazione simile?
Da dove arriva il sangue di cui è macchiata la camicetta di Alice?
Perchè dalla sua pistola manca un proiettile?
Per capire costa sta succedendo e riannodare i fili delle loro vite,
Alice e Gabriel non possono fare altro che agire in coppia.
La verità che scopriranno finirà per sconvolgere le loro vite.



IL MIO GIUDIZIO:
Ormai da qualche anno,il buon vecchio Musso,
da sempre il numero 1 nello scrivere racconti romantici con quel tocco di sovrannaturale che dà un valore aggiunto alla narrazione,
ha deciso di buttarsi sul thriller,genere che,secondo me,non gli è del tutto congeniale.

Una caratteristica che lo contraddistingue è la fervida fantasia ma,
finchè la applica nel mondo del paranormale,ok...in quel campo lì tutto è lecito.
Il problema si pone quando cerca di raccontare una storia reale,
infarcendola di elementi inverosimili e si situazioni paradossali.
A quel punto diventa tutto poco credibile e rischia di trascendere nel ridicolo.

La struttura narrativa rimane quella tipica dello stile "mussoniano":
capitoli brevi,ognuno introdotto da una famosa citazione iniziale che ne riassume il contenuto;
protagonisti un uomo e una donna;
un mistero da risolvere e continui sfasamenti temporali,in un alternarsi tra passato e presente.

Il romanzo parte in maniera lenta ma,pagina dopo pagina,
il ritmo si fa sempre più serrato e incalzante:
Alice e Gabriel da cacciatori diventano prede...ma niente è come sembra.
E solo nelle ultime pagine tutti i tasselli torneranno al loro posto,
in un finale struggente e persino un pò scontato,
che contrasta con la tinta "gialla" che l'autore ha voluto dare al resto della narrazione.

Benchè Musso sia effettivamente un bravo autore,
che sa scrivere e sa soprattutto tenere viva l'attenzione del lettore,
continuo a preferirlo alla vecchia maniera,
ai tempi di "Chi ama torna sempre indietro", per intendersi.


Anche se mi rendo conto che quel romanzo,per lui,sia stato un pò un'arma a doppio taglio:
ha realizzato un capolavoro di tale portata che sarà difficile riuscire a eguagliarlo.
E di sicuro non ci riuscirà ostinandosi ad andare avanti sulla strada dei thrillers.


IL MIO VOTO: carino ma niente di che. 

LO SCRITTORE:



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