venerdì 21 dicembre 2012

In ricordo del nonno Mario,nel 6°anniversario della sua scomparsa, 01/05/2004-01/05/2010




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6 anni fa oggi se ne andava mio nonno,la colonna portante della mia vita.
Una dipartita talmente rapida che inizialmente ho faticato a rendermene conto.

Era il 14 Aprile (ricordo bene la data perchè fu il giorno in cui uccisero Fabrizio Quattrocchi),
quando andai a fargli visita e lo trovai un po’pallido e non tanto in forma.
Mi disse che la notte prima non era stato bene di stomaco ma pensavamo a un disturbo momentaneo.
Invece nei giorni a venire continuò a stare male e,dopo alcune visite specialistiche,
il 19 Aprile (compleanno di mia mamma fra l’altro) gli fu scoperto un tumore al pancreas,
già in stato troppo avanzato per poter intervenire.

Da lì in poi si è svolto tutto così velocemente:
la decisione di mia nonna (e il parere contrario mio e di mia mamma) di non dirgli niente,
di non accanirsi con le cure ma fargli vivere gli ultimi giorni in modo più sereno possibile,
le visite nei vari ospedali con mio nonno che non si reggeva in piedi e doveva essere sorretto da mio babbo,
io che lo chiamavo la sera per salutarlo e sentivo ogni volta la sua voce sempre più flebile e affannata,ma comunque sempre felice di sentirmi.

Poi sempre peggio,sempre più giù nel vortice della sofferenza:
io che la sera mi mettevo in viaggio per andare a Pistoia a trovarlo e a metà viaggio mia mamma mi chiamava per dirmi di non andare,
perchè stava troppo male e non voleva che lo vedessi così;
il tentativo di operarlo per fargli un travaso di bile e alleviargli il dolore,
tentativo non andato a buon fine perchè il medico si rifiutò di procedere per paura che morisse sotto i ferri,viste le sue disastrose condizioni fisiche (e forse,per come sono andate a finire le cose,sarebbe stato meglio così).

E poi l’ultima visita,la sera del 30 Aprile,
conscia del fatto che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo vedevo
(ma dentro di me continuavo a far finta di nulla e mi auto convincevo che lo avrei rivisto anche il giorno dopo...strano quello che il nostro inconscio mette in atto per aiutarci a superare certe situazioni!)

Una situazione davvero surreale:
mia nonna in cucina che piangeva al telefono con le persone che continuavano a chiamarla,
io sono entrata nella stanza dove c’era mio nonno,assistito da mia zia e quello che ho visto...quello non poteva essere essere mio nonno!
Mio nonno è sempre stato un omone alto e possente,
non lo potevo riconoscere in quell’omino striminzito,
dal colorito marroncino,che respirava a fatica attaccato a una flebo.
Ma nonostante tutto, appena mi ha visto,mi ha sorriso e ,con quel poco fiato che gli era rimasto,
mi ha chiesto di avvicinarmi e mi ha stretto con una forza che non credevo potesse ancora avere.
E chi se lo dimentica più quell’abbraccio?
Un abbraccio in cui era rinchiuso tutto l’amore che ha sempre provato per me.
Probabilmente sapeva anche lui che quello era l’ultima volta che lo avrebbe fatto.
E poi me ne sono andata.
E la mattina dopo intorno alle 8.30 mi ha chiamato mia mamma per dirmi che il nonno non c’era più.
(ironia della sorte,il 1°Maggio è anche l’anniversario di matrimonio dei miei genitori).

Vorrei poter dire che se n’è andato serenamente nel sonno,
ma purtroppo non è stato così
(per questo prima ho detto che avrei preferito fosse morto sotto i ferri),
il destino non gli ha risparmiato nemmeno questo...
mia mamma che lo ha assistito fino alla fine, mi ha raccontato di una fine atroce,
con mio nonno che all’improvviso ha strabuzzato gli occhi,ha cominciato ad urlare,
si è strappato le flebo di dosso e si è buttato giù dal letto,
come se cercasse di combattere inutilmente contro la morte che stava venendo a prenderselo.
Terribile veramente...e mia mamma che ha assistito a tutto ciò,da allora non è stata più la stessa,
certe cose nella vita sarebbe veramente meglio non doverle vedere.

E così se n’è andato il nonno…
in nemmeno 15 giorni,lasciandoci tutti sconvolti e attoniti.
Siccome aveva un nome comune,soprattutto in Toscana (si chiamava Mario Gori),
era già successo altre volte che qualcuno,vedendo in giro gli annunci mortuari di un suo omonimo,
chiamasse per fare le condoglianze e lui,con l’ironia che lo ha sempre contraddistinto,
ci rideva sopra e scherzando diceva che gli aveva allungato la vita.
E invece questa volta gli annunci mortuari riguardavano proprio lui!

Quando il giorno successivo sono andata alla camera ardente a vederlo,
stentavo a riconoscere in quella specie di statua di cera che giaceva nella bara,
ciò che era stato mio nonno.
Mi sembrava una situazione talmente irreale e soprattutto avevo la paura che mi sarei sempre ricordata di lui così come lo stavo vedendo adesso.
E invece,fortunatamente,se adesso ripenso a lui,lo rivedo come è sempre stato..
quello è il mio vero nonno,
quello delle ultime 2 settimane non era lui,era solo l’ombra di se stesso.

Quanti ricordi che mi legano a lui!
In pratica sono stata cresciuta dai miei nonni,
per anni ho trascorso 2 mesi in montagna con loro ogni estate e poi tutti i fine settimana del resto dell’anno;
mi hanno dato quell’affetto che i miei genitori,purtroppo,
non sono stati in grado di darmi e io l’ho sempre considerato più come un padre che come un nonno.

Sicuramente il ricordo più bello che ho di lui è quando,da piccola,
andavo a trascorrere il fine settimana a casa loro e il venerdi sera mi accoccolavo in braccio a lui sulla poltrona e insieme guardavamo quello che un tempo si chiamava “catch” (l’attuale wrestling per intendersi) e continuava a ripetermi di non spaventarmi se vedevo uno che spaccava una sedia in testa a un altro xchè era tutta finzione.
Ma io non ero spaventata per niente...stavo così bene abbracciata a lui!
Se ci ripenso risento ancora il tepore del suo corpo,e quel suo odore che non è riconducibile a nessun profumo specifico...
odore di nonno,ecco come potrei definirlo.
Forse è quel senso di protezione che continuo ancora oggi a ricercare in ogni abbraccio che ricevo e che purtroppo non ho mai più riprovato.

E poi la domenica mattina,quando sgattaiolavo nel lettone e insieme aspettavamo che mia nonna ritornasse dalla messa.
E da cosa ci accorgevamo che la nonna stava per tornare?
Perchè 5 minuti prima che arrivasse,la loro gatta Beba (innamorata matta di mia nonna) scendeva dal letto e si avviava verso la porta.
E noi si rideva e si diceva:
”Ora arriva la nonna!”
E infatti 5 minuti di orologio e la nonna arrivava!

Ma ho tanti bei ricordi legati anche ai mesi che trascorrevamo insieme in montagna,
a Prataccio,sull’Appennino Toscano,dove avevano una casina.
Quando ero piccola (6/7 anni),a differenza di adesso,ero molto mattiniera,così mi alzavo presto e andavo con lui a passeggio per i boschi.
Crescendo sono diventata (e lo sono tutt’ora) una gran dormigliona e tiravo tardi a letto...
e lui aveva il suo rito:
usciva all’alba per la passeggiata mattutina,
si fermava su una panchina a mangiare il suo panino con la mortadella e a leggere il giornale,
poi passava dal bar per prendere i cornetti caldi per me e mi veniva a svegliare.

Oppure ricordo quando andavamo a fare le gite (immancabile era quella all’Abetone per prendere i mirtilli)
e lui guidava a zig/zag per far arrabbiare mia nonna che si spaventava e urlava come una pazza!

Ma anche le serate alla Proloco del paesino a giocare a tombola,
con mio nonno che spesso saliva sul palco a estrarre i numeri.

Perchè il nonno aveva questa particolarità,
questo pregio che gli ho sempre invidiato:
suscitava simpatia immediata e sapeva far divertire tutti con i suoi aneddoti.

Anche se alla fine erano sempre gli stessi ,li raccontava in un modo tale che ogni volta ti coinvolgeva e non potevi fare a meno di ridere!
Quante volte avrò sentito la storia di quando lui e la nonna dovettero tornare di corsa dalla gita a Napoli perchè la gatta stava per morire.
E dopo tutte le peripezie (bagagli smarriti,multa sul treno perchè non avevano il biglietto) arrivarono a casa e trovarono la gatta morta!
Il nonno aveva la rara capacità di riuscire a trovare il lato comico anche in un evento triste come può essere la morte di un animale domestico che era stato con loro 14 anni.

Il nonno aveva fatto anche la guerra in Russia.
Raccontava che era stato via per più di 3 anni,senza dare notizie di sé e sua mamma lo dava per disperso.
Anche su questo brutto e per lui sicuramente difficile periodo,raccontava sempre degli aneddoti divertenti ed io,
ogni volta che lo sentivo parlare della guerra mi ponevo e mi sono posta per anni la stessa domanda:
”Ma se il nonno ha fatto la guerra…vuol dire che ha anche ucciso qualcuno?”
Avevo paura a chiederglielo,un po’ mi vergognavo,un po’temevo quello che avrebbe potuto rispondermi.
Una volta però mi sono fatta forza e gliel’ho domandato.
Mi ha detto che non aveva mai ucciso nessuno e che era tornato a casa con la stessa quantità di munizioni con cui era partito.
All’epoca ci ho creduto.
Adesso faccio fatica a crederci...purtroppo la guerra è quella che è,
brutto a dirsi ma vale proprio il detto “morte tua,vita mia” ma se anche fosse accaduto,
non riesco a considerare il nonno come un assassino,ha cercato solo di riportare a casa la pelle.
Se veramente ha ucciso qualcuno,buono com’era, penso che avrà avuto il rimorso di coscienza per tutta la vita.


Grande uomo è stato il nonno e non lo dico solo perchè è il mio nonno!
Ha iniziato a lavorare (e anche a fumare aihmè !) all’età di 8 anni,
ha studiato solo fino alla 3°elementare ma aveva una cultura incredibile,
cultura che si era creato da autodidatta:
appassionato di parole crociate,
quando c’era una definizione che non riusciva a risolvere,
prendeva una delle sue tante enciclopedie (è sempre stato grande appassionato di libri) e cercava lì l’informazione.

Mi ha sempre trasmesso l’amore per la cultura e per il sapere:
quando ero piccola,durante le vacanze estive,mi seguiva nei compiti
(ricordo i pomeriggi seduti l’uno accanto all’altra al tavolo della camerina nella casa di montagna a risolvere problemi di matematica o a scrivere temi);
mi ha regalato i miei primi abbonamenti alle riviste (“Il giornalino di Poochie”,”Il giornalino di Barbie” e il “Corriere dei Piccoli”),
trasmettendomi così questo grande amore per la lettura che mi sono sempre portata dietro
e non mancava mai alle mie recite scolastiche (a volte è venuto anche a ritirare la pagella al posto dei miei genitori).

Uomo dalla grande forza di volontà:
dopo aver fumato sigari toscani per oltre 50 anni e in quantità industriali,
è riuscito a smettere dal giorno alla notte (a causa dell’improvvisa morte di un suo amico fumatore per enfisema polmonare) senza ripensamenti e tentennamenti.
E per tutta la vita ha tenuto in bella vista sul tavolino del salotto una scatola di toscani:
voleva dimostrare a se stesso e agli altri che era più forte lui della voglia di fumare e che,anche avendoceli davanti agli occhi tutti i giorni,
non sarebbe più ricaduto in tentazione.
E così è stato!

Sono stata per lui la sua unica nipote e mi ha sempre amato sopra ogni cosa,
ma in realtà lui è stato un gran gentiluomo e ha sempre avuto un grandissimo rispetto per tutte le donne in genere.
Ricordo che per ogni festa della donna o per  S.Valentino regalava a me,a mia mamma e a mia nonna le mimose e i cioccolatini.
Ogni tanto,anche se non c’era una ricorrenza in particolare,tornava a casa con un pensierino per noi e per il mio compleanno era sempre il primo a farmi gli auguri.

A questo riguardo mi viene in mente l’ultimo mio compleanno prima che morisse:
il 22 Febbraio 2004 era domenica ed io ero di riposo.
Ricordo che mi chiamò per farmi gli auguri alle 7.30 di mattina (ora esatta della mia nascita).
Ne fui contenta ma dentro di me pensai :
“Certo che mi poteva chiamare anche un po’ più tardi,stavo dormendo e mi ha svegliato!”
Beh,adesso la rimpiango quella chiamata!!!!
Il compleanno del 2005 è stato di una tristezza assoluta,
anche se sapevo che non era possibile,mi aspettavo da un momento all’altro una sua chiamata e il fatto che non sarebbe mai arrivata mi riempiva di malinconia.

Così come rimpiango di non aver trascorso insieme a lui la Pasqua del 2004,
pochi giorni prima che si ammalasse.
Dovevamo andare a pranzo tutti insieme,io,i miei nonni,le zie ed i miei genitori,
ma io quel giorno non stavo bene,avevo un forte raffreddore e mal di testa e gli telefonai dicendogli che non sarei andata.
Lui mi disse di non preoccuparmi e che sarebbe stato per la prossima volta...
A saperlo che non ci sarebbe mai stata una prossima volta!!!

6 anni senza il nonno sono stati lunghi,
ma non è passato un giorno in cui non sia stato nei miei pensieri e nelle mie preghiere.
Non sono mai stata a trovarlo al cimitero,se non il giorno del funerale,ma veramente è più forte di me.
Sotto quei 3 metri di terra c’è solo quello che resta del suo corpo,
in realtà lui è sempre con me,nel mio cuore e nei miei pensieri.

So per certo che lui non se n’è andato,
si trova in un’altra realtà parallela alla nostra ma è comunque sempre con noi.
Con mia nonna si è in qualche modo palesato,
con me non lo ha fatto perchè probabilmente sa che mi spaventerei ma io so che veglia su di me.
Lo ritengo il mio angelo custode ed è a lui che rivolgo le mie preghiere,
a lui che adesso è così vicino a Dio,chiedo di intercedere per me.

Probabilmente in questo ultimo periodo non è stato molto fiero di me,
ma mi conosce,legge nel mio cuore meglio di chiunque altro e sa quello che sto provando.
Forse non è fiero di me ma sono sicura che non mi condanna.
Io mi sono rimessa a lui,gli ho chiesto in qualche modo di indicarmi la via da seguire e sono sicura che troverà il modo di farlo,
mi sono sempre fidata ciecamente di lui e continuerò a farlo perchè so che non mi deluderà.

Quello che mi resta di lui adesso,oltre ai ricordi,oltre al grande amore che mi ha trasmesso,
a livello puramente materiale è la sua catenina d’oro con il crocifisso
(l’ha portata al collo fino all’ultimo e,dopo la sua morte,ho chiesto a mia nonna il permesso di poterla avere io come ricordo).

Ma soprattutto mi resta una lettera che è saltata fuori il giorno stesso del suo funerale,
mentre mia mamma metteva ordine fra le sue cose.
E’ una lettera d’amore sintetica ma stupenda,indirizzata a me,a mia mamma e a mia nonna.
L’ha scritta pochi giorni prima della sua morte,prima che le forze lo abbandonassero del tutto.
Anche se non gli avevamo detto niente,aveva capito benissimo di essere malato in fase terminale e ha voluto mettere per iscritto questo addio alla vita.
Quando mia mamma mi chiamò per dirmi che aveva trovato questa lettera, ho pianto tutte le lacrime che non ero riuscita a piangere né durante i giorni della sua malattia,né al momento della sua morte,né al funerale
(dove,per assurdo,sono stata colta da una crisi di riso isterico e irrefrenabile durante la funzione che mi vergogno ancora adesso a ripensarci)
Riporto la lettera per intero,questo per far capire che Uomo meraviglioso fosse mio nonno.

Sono sempre più convinta che di uomini come lui al mondo ce ne siano davvero pochi,
sono contenta che uno di questi abbia fatto parte della mia vita.
Se sono quella che sono,se sono arrivata fino a qui lo devo anche a lui.

Ti amo nonno....ovunque tu sia adesso.

LA LETTERA DEL NONNO:

“21 Aprile 2004 ore 16.00

Donella,Daniela,Cinzia
mie care amatissime donne,3 della mia vita (l’altra ovviamente è mia madre).
20 Gennaio 2005…E’questo il giorno in cui - io credo – terminerò la mia esistenza terrena.
Non ho avuto molto dalla vita,ma però,ed è veramente importante ho avuto voi 3.
Voi 3 che con il vostro amore,voi 3 con il vostro affetto per lo sposo,per il padre,per il nonno.
Affetto e amore che io ho sempre capito e saputo di avere intorno a me ma che ora si manifesta ancora più tangibilmente e che mi dà la forza e il coraggio per superare questo che è l’ultimo “momento” della mia vita.
Grazie mie care amatissime donne.
Grazie.
Daniela,Cinzia vi prego non lasciate sola la vostra mamma,la vostra nonna.
Essa ha bisogno di tutto il vostro amore,di tutto il vostro affetto ma anche di tutto il vostro sostegno,materiale e concreto.



Scritto il 01/05/2010  @cinzina77

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